FELIX BAUMGARTNER, UN SALTO NEL VUOTO CONTRO IL MURO DEL SUONO

Submitted by Anonymous on Thu, 10/14/2021 - 13:32
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Redazione
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Il 14 ottobre 2012 è un giorno come tanti nell’universo mondo. La crisi globale che da qualche anno ha investito le economie di ogni continente comincia lentamente a mollare la presa, in Libia dopo 30 anni di esilio torna Ali Zeidan col compito di formare il primo governo dopo la caduta del regime di Gheddafi e in Italia il Governo Monti si appresta a entrare nelle ultime concitate e tribolate settimane di vita, tra i mugugni per la riforma pensionistica realizzata dal ministro Fornero e l’imminente riduzione delle province (peraltro mai portata a termine). Ma quel giorno gli occhi del mondo, almeno per qualche minuto, vengono rapiti da un evento in programma negli stati del Sud degli Stati Uniti, più volte rimandato ma finalmente pronto ad essere celebrato. Ha per protagonista un paracadutista austriaco che di nome fa Felix, felice cioè di arrivare a toccare il cielo con un dito e poi scendere vorticosamente verso la patria Terra. Un viaggio che per la stragrande maggioranza degli essere viventi sarebbe semplicemente off-limits. Non per chi ha deciso di vivere la vita sul filo del rasoio, sempre pronto ad andare oltre i propri limiti.

FACCIO UN SALTO NEL VUOTO

Felix Baumgartner nasce a Salisburgo il 20 aprile 1969, ma fino ai trent’anni il suo nome non è certo familiare a molti. È un po’ spericolato, quello si, perché ha scelto di fare il paracadutista, o all’occorrenza anche il base jumper, una nuova frontiera decisamente più estrema nella quale ci si tuffa nel vuoto da edifici o comunque altezze rilevanti, minuti solo di un paracadute pronto ad aprirsi a poca distanza dal suolo. Dopo ogni lancio effettuato, nella sua mente si fa strada l’idea di alzare ulteriormente l’asticella. E così nel 1999 eccolo impegnato nel lancio dalle Petronas Tower di Kuala Lumpur (386 metri di altezza). Qualche anno dopo, nel 2007, salirà di qualche altra decina di metri, saltando dal Taipei 101. Nel mezzo, tra un record e l’altro, ne fa registrare uno ancor più particolare: quello del lancio più corto con un paracute, effettuato saltando dalla mano del Cristo Redentore a Rio de Janeiro. Il suo nome rimbalza da un sito all’altro e naturalmente finisce sulla scrivania di chi da sempre va in cerca di avventure e imprese estreme: Dietrich Mateschitz, patron di Red Bull, alza la cornetta e propone a Felix di effettuare qualcosa che nessuno ha mai osato solo pensare prima. È il 2010, e i due anni successivi riscriveranno non solo la storia, ma forse pure le leggi della fisica applicate all’uomo.

SPINGERSI OLTRE IL PROPRIO LIMITE

Red Bull ha somme consistenti a disposizione e un team di scienziati pronto a supportare Baumgartner in quella che appare da subito una missione fuori dal comune: salire fino a 37.000 metri nella stratosfera e scendere a una velocità tale da abbattere il muro del suono (1191,60 km/h). Il mondo dei media comincia a interessarsi della cosa: il programma iniziale prevede che l’operazione venga messa in piedi nell’arco di pochi mesi, ma tra una controversia legale (il californiano Daniel Hogan ricorre alla corte californiana, sostenendo che spettasse a lui il diritto di effettuare il primo lancio dalla stratosfera) e qualche inevitabile ritardo di progettazione il timing viene spostato al 2012. A livello pubblicitario l’attesa non fa che aumentare l’interesse, generato peraltro anche dai due salti di prova che vedono protagonista Felix il 15 marzo (quando sale fino a 22 km) e il 15 luglio, dove raggiunge i 29 km scendendo in poco meno di quattro minuti, toccando una velocità massima di 862 Km/h. I due lanci di prova vanno nella direzione sperata: la capsula all’interno della quale Baumgartner scende dimostra di rivelarsi sufficientemente sicura, anche se la caduta a terra comporta riparazioni che influiranno anche sui tre successivi rinvii. Perché in origine è agosto il mese indicato per effettuare il lancio definitivo: l’intervento di riparazione della capsula richiede oltre un mese di lavoro, tanto che viene riprogrammato il tutto al 5 ottobre. Problemi meteo interferiscono sui piani: si va al 9 ottobre, ma ancora una volta il meteo la vince. Altro rinvio: appuntamento a domenica 14 ottobre. E stavolta è la giornata buona.

TUTTI GLI OCCHI DEL MONDO ADDOSSO

Quando Felix alle sale sulla capsula, il mondo trattiene il fiato. È un evento planetario: in Austria, paese di poco meno di 9 milioni di abitanti, sono 3 milioni le persone incollate alla tv per seguire l’impresa. YouTube va in crash per eccesso di contatti (registrerà 8 milioni di spettatori globali), in Italia è Italia2 a proporre l’evento, e guarda a caso quel giorno registrerà lo share massimo di tutta la sua giovane storia. Alle 8,30 del mattino la capsula che trasporta nella stratosfera il base jumper austriaco lascia la base di Roswell, e due ore e mezzo più tardi raggiunge l’altezza desiderata. A quel punto si lancia nel vuoto, equipaggiato con la tuta alare realizzata dal suo team di scienziati. La discesa è vorticosa: raggiunge un picco di 1357,24 km/h, a una velocità di 1,24 Mach, ben oltre i calcoli previsti dagli stessi scienziati. E una volta toccata a terra, il mondo applaude sbalordito a un’impresa senza precedenti. Quel salto sarà l’ultimo della carriera di Baumgartner, che comunicherà di volersi ritirare ben contento dei risultati ottenuti. Due anni dopo Alan Eustace, vice presidente di Google, salirà fino a 41.000 km di altezza per poi lanciarsi nel vuoto, ma senza raggiungere le velocità fatte registrate dall’austriaco.

“A volte bisogna salire tanto in alto per capire quanto siamo piccoli”.

Felix lo ha capito prima di ogni altro essere vivente.

(Credits: Getty Image)

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