INTER-JUVENTUS NON FINISCE MAI QUANDO L'ARBITRO FISCHIA

Submitted by Anonymous on Mon, 10/25/2021 - 15:29
Hero image
Autore
Redazione
news date
News di tipo evento?
No

Non è derby d’Italia se non c’è una polemica da consegnare agli archivi. Che poi una sola non è: Inter-Juventus è sempre piena di episodi controversi, tali da esasperare animi e far parlare giornali, tv e naturalmente il web per chissà quanti giorni ancora. Il day after è così il solito stillicidio di accuse e rimostranze, con gli interisti arrabbiati per il rigore concesso nel finale di partita alla Juve, che a sua volta si lamenta dell’eccessivo clamore mediatico sollevato da un episodio che pure il VAR ha giudicato essere a suo favore, riaccendendo un dibattito destinato a durare a lungo. Perché se neanche con il VAR v’è certezza di ciò che c’è da fischiare, viene da chiedersi se mai il calcio troverà pace. Quando di mezzo c’è Inter-Juve, però, quella è una parola destinata e restare fuori da qualsiasi discorso.

DURA LEX, SED… VAR

Condensare una partita in un singolo istante non è mai facile, ma è impossibile non ripartire dal contatto tra la gamba di Dumfries e il piede sinistro di Alex Sandro, sul quale inizialmente Mariani ha persino lasciato correre, pur essendo in posizione tutto sommato buona per giudicare (è a cinque metri dall’azione e non è “impallato” da alcun giocatore, anche se ha lo juventino di spalle e può essere quindi stato ingannato dalla dinamica dell’azione). Materiale da moviola e da discussioni impenitenti, risolte dagli addetti ai lavori con un verdetto non proprio unanime, ma abbastanza condiviso: il calcione di Dumfries su Alex Sandro è tale da richiamare l’arbitro al monitore, trattandosi agli occhi di chi sta in postazione di un dettaglio sfuggito al direttore di gara. Non c’è soggettività nella valutazione, poiché l’intervento dell’olandese dell’Inter sul piede del brasiliano della Juventus è chiaramente oggettivo. Il VAR è intervenuto perché il contatto avviene appena dentro l’area del rigore, altrimenti avrebbe fatto proseguire l’azione senza richiamare Mariani. Le polemiche sui social testimoniano unicamente che potranno mettere centinaia di occhi tecnologi, ma alla fine al cuore si continuerà a non comandare.

“Era rigore, l’arbitro non l’ha visto, il VAR sta lì proprio per evitare che avvengano simili errori”.

Claudio Marchisio, bandiera della Juve e opinionista RAI, al solito l’ha spiegato in modo chiaro e coinciso. Facendo irritare ancor più gli interisti, già piuttosto delusi dall’epilogo della gara.

MEGLIO TARDI CHE MAI

Gli juventini alla fine hanno gioito, seppur a denti stretti, ma fino all’episodio citato erano sembrati piuttosto arrabbiati con il loro allenatore. Il motivo? Allegri a San Siro ha sorpreso tutti lasciando fuori Chiesa dall’undici titolare, oltre a De Ligt, Dybala (che pure era al rientro dopo un mese di stop) e Arthur. Il tecnico ha spiegato a fine partita di aver scelto Kulusevski, anziché Chiesa, perché si attendeva una partita più fisica, e lo svedese avrebbe potuto creare maggiori problemi al temuto Brozovic. Alla fine in parte le scelte hanno dato ragione ad Allegri, se è vero che nella ripresa la Juventus ha mostrato un piglio diverso proprio in virtù dei cambi effettuati in corso d’opera. Inzaghi al contrario ha ottenuto poco dalla panchina: oltre alla sciagurata serata di Dumfries, Gagliardini e Sanchez hanno inciso ben poco nel momento in cui c’era da difendere il prezioso vantaggio.

TOP: A DZEKO FA BENE L’ARIA DI MILANO

Finora l’Inter ha vissuto parecchio sulle spalle belle larghe di Edin Dzeko. Che a Roma a qualcuno stiano già fischiando le orecchie? I giallorossi se ne sono liberati un po’ troppo frettolosamente, e il bosniaco a Milano ha ritrovato il sorriso e soprattutto il gol. Per carità, quello segnato alla Juve è stato fin troppo facile (l’assist del palo è stato decisamente invitante…), ma in generale la partita di Dzeko è stata degna dell’appuntamento che i nerazzurri si erano segnati sulla lavagna. Per lui parlano i numeri: 7 reti in 9 gare, tante quante ne aveva segnate lo scorso anno nella Capitale, ma con il triplo delle presenze mandate a referto (27). Ah, ci sarebbe anche un signor Barella nella notte di San Siro, ma il sardo ormai non fa più notizia da un pezzo. Nella Juve, impossibile non citare Dybala e la scossa che produce dal momento in cui mette piede in campo: l’argentino è ferito, avverte il peso della responsabilità, si prende carico di quello della rimonta e alla fine sfrutta il rigore per cancellare l’ultimo mese passato in infermeria. Impossibile per questa Juve prescindere dalla Joya.

FLOP: E PENSARE CHE DUMFRIES NON DOVEVA GIOCARE…

Qualcuno ha ironizzato sul fatto che Dumfries questa partita neppure la doveva giocare. Ricordate il parapiglia al termine di Lazio-Inter di sabato 16 ottobre, con l’olandese intento ad andare addosso a Felipe Luiz (reo di aver segnato con un interista a terra)? La mancata sanzione disciplinare era stata accolta con sospetto dal pubblico juventino, che avrebbe preferito evitare di ritrovarselo contro. Logico che ogni accusa è caduta al minuto 88’, quando il goffo calcione rifilato ad Alex Sandro ha regalato alla Juve il rigore dell’1-1 finale. Intervento sciagurato ed evitabilissimo, una leggerezza costata a Inzaghi due punti pesanti nella rincorsa alla difesa del tricolore. L’altro flop nerazzurro di serata è stato Lautaro, decisamente avulso dalla manovra. Nella Juve, invece, a centrocampo solo Locatelli ha tenuta accesa la luce: male McKennie, in netto ritardo nelle chiusure (perso di netto il confronto diretto con Barella), male anche Bentancour che ha la sola attenuante di essere entrato a freddo dopo 20’, ma di non aver poi mai scaldato il motore.

(Credits: Getty Image)

Template News
Post
Fonte della news
SN4P
Sport di Riferimento
Calcio