L’ITALIA DEL FOOTBALL SUL TRONO D’EUROPA, IL MAGICO 2021 DEL BLUE TEAM

Submitted by Anonymous on Mon, 11/01/2021 - 22:41
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Redazione
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Toh, un’altra nazionale campione d’Europa. Quanti giorni mancano alla fine del 2021? Una sessantina, giusto? Bene, avanti un altro. Magari con un consegnato a rompere il pack allestito dalla difesa avversaria, o perché no, con un bel lancio in end zone, giusto per provare il brivido di un pallone che vibra in area e raggiunge il ricevitore designato. Chi leggendo tra le righe ha subito pensato al football americano ha un buon fiuto, ma se per caso si stia chiedendo cosa c’azzecchi un altro titolo europeo con quello sport tanto lontano dalla cultura italiana, beh, sappiate che nel magico 2021 dello sport tricolore c’è posto anche per l’altra palla ovale. Perché dopo 34 anni l’Italia è tornato sul trono continentale, superando senza appello la Svezia nell’atto conclusivo del campionato europeo, per giunta disputato proprio in terra scandinava. L’ennesimo trionfo degli sport di squadra in un anno che definire magico è poco, ma che evidentemente non ha ancora disperso tutta la sua favolosa aurea di magia.

LO “ZAR” DA FRANKLIN SQUARE

Più del risultato, 41-14 quello finale, sorprende la capacità da parte della federazione di aver saputo allestire un organico nel quale elementi oriundi, cioè importati da paesi di origine angloamericana, si contano quasi sulle dita di una mano. È un segnale forte che testimonia come il movimento italiano, benché del tutto dilettantistico, è fiorente e vivace ben più di quanto si possa immaginare. Dimenticatevi però di Giorgio Tavecchio, il kicker che a metà del decennio scorso ha trovato un assaggio di gloria in NFL con le maglie di Oakland Raiders e Atlanta Falcons. I 45 convocati da coach Davide Giuliano hanno orizzonti un po’ meno a largo raggio, nonostante fino a qualche mese fa con loro ci fosse anche Max Pircher, aggregato in estate dai Los Angeles Rams prima di essere tagliato a pochi giorni dal via della stagione. È una squadra di onesti mestieranti, di gente che suda e fatica per la maglia, e non solo in senso figurato. È la squadra di Luke Zahradka, quarterback originario di Franklin Square, dal 2017 leader e guida spirituale dei Milano Seamen e dallo scorso fine settimana entrato dalla porta principale nella storia del Blue Team, come viene ribattezzata la nazionale italiana. Il titolo di MVP dell’europeo 2021 se l’è meritato al termine di una prestazione maiuscola nella quale ha ispirato ben 6 touchdown, dando l’impressione di padroneggiare la scena meglio di chiunque altro, nonostante un intercetto subito nell’ultimo quarto ma a giochi ormai abbondantemente fatti.

DAVIDE GIULIANO HA RIBALTATO IL PRONOSTICO

Se poi chiedete chi abbia avuto il merito di assemblare questo manipolo di lottatori indomiti, Davide Giuliano è la risposta che fa per voi. In sella dal 2014, ha dovuto fare i conti con gli imprevisti della pandemia che gli hanno impedito per quasi due anni di radunare la sua selezione azzurra. Prima della finale di Malmoe, l’ultima gara ufficiale disputata dalla nazionale era datata 2019, proprio nelle sfide di qualificazione alla fase finale. Ed essendo saltata anche la semifinale contro la Francia (che ha avuto casi Covid al suo interno a pochi giorni dal match) in programma ad agosto, di fatto s’è ritrovato ad allestire la rosa per l’atto conclusivo quasi al buio. Senza dimenticare che la Svezia, a detta dei ben informati, era davvero la squadra da battere: aver superato i maestri europei della Finlandia ha consentito loro di guadagnare credibilità agli occhi degli addetti ai lavori. Giuliano però sapeva di avere le chiavi giuste per rovesciare il pronostico, soprattutto se la difesa si fosse mostrata granitica come poi è avvenuto in partita. Così lo spauracchio numero uno, il quarterback Philip Juhlin, ha vissuto una delle peggiori serate della sua vita. E l’attacco italiano non ha sparato a salve: Mike Gentili e Simone Alinovi con due touchdown, Jordan Bouah e Nick Diaco con una a testa hanno letteralmente banchettato nella end zone svedese, archiviando di fatto la pratica già al termine dei primi due quarti grazie alle 246 yards guadagnate e 14 lanci su 16 completati dallo “Zar” Zahradka, per un complessivo 34-0 che poco spazio lasciava all’immaginazione. Una piccola apoteosi che per una notte almeno ha riacceso i riflettori su una disciplina che nell’immaginario collettivo è legata a periodi storici ormai lontani, soprattutto allo sbarco degli Alleati nella Seconda Guerra Mondiale. E che in tanti hanno scoperto grazie alla favolosa interpretazione di Bud Spencer in “Lo Chiamavano Bulldozer”, uno dei film più iconici dell’indimenticato attore partenopeo. Non saremo stati ai livelli di un Superbowl, ma una finale è sempre una finale. E vincerla, nel 2021, è semplicemente la regola.

(Credits: Getty Image)

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