PAOLO BANCHERO, ESORDIO SUPER IN NCAA

Submitted by greta.torri on Thu, 11/11/2021 - 09:49
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Redazione
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Paolo Banchero era il nome della speranza del basket italiano, oggi è già il simbolo del futuro del nostro sport. Il meraviglioso debutto con la maglia di Duke, una delle più celebri scuole del college basket, ha detto che questo gigante di 18 anni non solo ha tutto per essere la prima scelta al prossimo draft Nba, ma ha le qualità per diventarne un protagonista assoluto. E il fatto che abbia sangue italiano e che abbia scelto di giocare per la nazionale italiana, anche se per una serie di circostanze non l’ha ancora fatto, non può far altro che renderci orgogliosi.

 

PAOLO BANCHERO STELLA DEL MADISON SQUARE GARDEN

Per capire davvero bisogna esserci. Il Madison Square Garden è pieno e freme come per la March Madness, la follia di marzo dei playoff della Ncaa. Questo è solo – si fa per dire – il Champions Classic, il torneo disputato dalle quattro squadre di maggiore tradizione, eppure c’è grande attesa lo stesso. Per la partita (Duke contro Kentucky), ma anche per lui, per Paolo Banchero, perché dicono che sia il migliore. E il ragazzone di 210 centimetri fa tutto per dimostrarlo. L’ala grande, innanzitutto, ma non solo. Tiri in sospensione, il suo forte. Aiuto in difesa, assistenza nelle transizioni, quasi da secondo play. Snoccioliamo subito i numeri, che nel basket non sono tutto, ma sono moltissimo: 31 minuti giocati, 22 punti, 7 rimbalzi, 2 recuperi, 8 su 9 ai liberi, ma soprattutto 7 su 8 da due e una sola nota stonata, lo 0 su 3 oltre l’arco. E un dato che non compare nel referto, ma è altrettanto importante: 5 punti concessi ai giocatori che marcava.

 

PAOLO BANCHERO, IL FUTURO È TUO

Coach K è la garanzia sul futuro di Paolo Banchero. Il suo vero nome è Mike Krzyzewski ed è semplicemente il miglior allenatore possibile, capace di vincere tre ori olimpici con gli Stati Uniti, ma soprattutto oltre mille partite e cinque titoli con i Blue Devils di Duke.

 

“Ha palleggiato troppo”

 

ha detto di Banchero a fine partita. Ecco un altro punto debole, oltre al tiro da tre.

 

“E ha parlato troppo poco”

 

ha aggiunto. Sottolineando che lui vede le giocate prima degli altri, deve imparare a trasmetterle anche ai compagni. Banchero è stato fortunato: questa sarà l’ultima stagione di coach K e non c’è maestro migliore per trasformare le potenzialità in grandezza. Tra gli aspetti più belli della partita di Banchero ci sono il primo e l’ultimo periodo, perché ha iniziato dominando, da miglior marcatore, e ha chiuso giocando gli ultimi otto minuti di fila, dopo aver riposato un bel po’ a causa dei crampi, non era al meglio, ma è rimasto in campo e un recupero finale è la dimostrazione di quanto sia già avanti con la mentalità. Perché in Nba non sfondi se non difendi. E neppure in Ncaa a dire il vero. Paolo lo ha già capito, proverà a vincere il Champions Classic e poi avrà una stagione intera all’università per fare altri progressi. Il mattino è stato grandioso, il buongiorno è dietro l’angolo.

 

(Credits: Getty Image)

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