NAPOLI, CHE STILE

Submitted by marco.dimilia on Thu, 11/11/2021 - 19:40
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Marco Di Milia
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Senza dubbio, l’accordo siglato con EA7, la linea sportiva del marchio Emporio Armani specializzata in abbigliamento tecnico, ha dato un’inedito tocco di colore ai match del Napoli, andando ben oltre il classico azzurro cielo che da sempre accompagna le sorti della squadra partenopea.

Il club guidato da Luciano Spalletti, infatti, come se non bastasse guidare la classifica da primo della classe, si sta distinguendo anche per la notevole abbondanza di tenute di gioco con cui la formazione è finora scesa in campo, incontro dopo incontro. Così, superando di slancio il Paris Saint-Germain o la Juventus, che tra divise nuove, speciali o celebrative, la scorsa stagione si erano limitati a quattro casacche, il Napoli atteso alla tredicesima giornata ne ha già sfoggiate ben nove.

Un caso tutto nuovo quello nato all’ombra del Vesuvio, che però riprende fenomeni di successo che altrove sono ormai ben consolidati. Primo tra tutti, il Manchester Utd ha compreso quanto il suo marchio fosse un elemento di appeal che, tanto dai campetti di periferia quanto alle passerelle più glamour, non passava affatto inosservato. Il resto è stata una storia d’amore dura a consumarsi solo in una terza maglia, magari un po’ estrosa da mandare in scena nel corso di un paio di gironi, ma bisognosa di aggiungere al proprio guardaroba sempre più divise, infestando, tra croce e delizia, i sogni di tifosi, appassionati e collezionisti.

DI TUTTI I COLORI

Se ormai la maglia rosa fluo disegnata con mano incerta dal cantante, producer e imprenditore Pharrell Williams, oppure quella arancione a fantasia vagamente tigrata, entrambe indossate con disinvolta padronanza dalla Juve, non fanno più notizia, in un elenco infinito che vede gli accostamenti più o meno lodevoli messi in mostra dai blancos del Real Madrid addobbati a festa con una fantasia damascata di rose, il finto cashmere portato in campo dai Citizens in onore alle industrie tessili cittadine o quello più notturno proposto dei rivali Red Devils che, invece, hanno preferito celebrare l’anima club della loro Manchester, ecco che i migliori campionati del mondo si sono trasformati presto in un tripudio di colori ai quali il Napoli non è affatto rimasto indifferente.

Dopo aver proposto nei tanti anni di presidenza di Aurelio De Laurentis divise che rilanciavano nel rettangolo di gioco i titoli dei film da lui prodotti, ecco che il club partenopeo si è fatto col tempo decisamente più intrepido per fare sfoggio di scelte cromatiche via via più audaci, passando in rassegna pattern mimetici indecisi tra il giallo e il nero, un rosso che pure riporta alla mente la seconda maglia usata ai favolosi tempi del Pibe de Oro, una più combattiva a impronta animalier adornata da fenice pronta a rinascere dalle proprie ceneri, e poi, ancora, una sobria livrea bianca, una fantasia di ragnatele per ricordare l’arrivo di Halloweene, in ultimo, il sentito omaggio a colui che ha lasciato un segno indelebile nella storia del Napoli, Diego Armando Maradona, presente in una nuova maglia di gara con il suo iconico volto stampato su gran parte del torace.

 

PIÙ DI UNA FEDE

Una scelta di marketing ben consapevole di quanto al giorno d’oggi la forza del look riesca a imprimersi nell’immaginario collettivo ben più di mille parole. Se a questo si aggiunge un primo posto in classifica e magari qualche azione da citare negli annali, ecco che il gioco delle maglie avrà fatto i suoi numeri migliori, saltando di peso dagli stadi alle strade, per fare di una divisa sportiva non solo il simbolo di una fede calcistica, ma anche di una vera e propria icona di stile. Perfino quando in campo sembra scendere una formazione che ha passato qualche ora di troppo giocando a paintball, nel migliore dei casi.

 

(Credits: Getty Images)

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