TIME: SIMONE BILES ATLETA DELL’ANNO 2021

Submitted by Anonymous on Fri, 12/10/2021 - 15:02
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Redazione
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Simone Biles è l’atleta dell’anno 2021 secondo la rivista Time. Un riconoscimento speciale per la ginnasta statunitense in un periodo certamente non facile per la sua carriera: si era presentata come la donna copertina delle Olimpiadi, le ha chiuse senza nessuna medaglia d’oro al collo, lei che quattro anni prima ne aveva vinte quattro a Rio de Janeiro, rinunciando quasi a tutte le gare per i cosiddetti “twisties”, una sorta di perdita di consapevolezza di sé e del proprio corpo durante l’esecuzione degli esercizi. Ma stavolta ad essere premiata non è la bellezza di un gesto, la perfezione di una performance, o semplicemente un risultato straordinario, ma la capacità di mettere la persona davanti allo sportivo.

BILES ATLETA DELL’ANNO: LE MOTIVAZIONI DELLA RIVISTA “TIME”

Con un post sui propri account social, la celebre rivista “Time” ha spiegato così le ragioni del riconoscimento assegnato a Simone Biles: «Nel bel mezzo delle Olimpiadi per le quali si allenava da cinque anni e che si supponeva potessero essere il coronamento trionfale di una carriera storica, la Biles si è infilata la tuta di allenamento, ha preparato la borsa da gara e ha comunicato ai propri compagni che non avrebbe gareggiato con loro, ma avrebbe fatto il tifo per loro nella gara a squadre. “Credo che tutto avvenga per una ragione e che ci fosse uno scopo – ha detto la Biles nell’intervista a Time – Non ho solo avuto la possibilità di far sentire la mia voce, ma è stata anche premiata”. In un momento in cui i tassi di ansia e depressione sono all’apice e molte persone lottano con ciò che devono a se stesse rispetto a ciò che gli altri chiedono loro, la Biles ha chiarito l’importanza di dare la priorità a se stessi rifiutandosi di soccombere alle aspettative esterne. Con gli occhi del mondo su di lei, lei ha fatto lo straordinario passo di dire:

Ora basta. Io non ce la faccio più.

BILES ATLETA DELL’ANNO: LE MEDAGLIE DI TOKYO E IL FUTURO

Non serve aggiungere altro per capire le motivazioni che sono dietro il riconoscimento assegnato a Simone Biles. Le Olimpiadi, a dirla tutta, le hanno portato altre due medaglie in bacheca, l’argento del concorso a squadre, che le spettava avendo comunque eseguito un salto al volteggio, e il bronzo nella finale individuale alla trave, ottenuto grazie a un esercizio sgravato dagli alti coefficienti di difficoltà per aver evitato gli avvitamenti. Prima ancora di qualificarsi per Tokyo, tra l’altro, aveva dominato i campionati nazionali e i Trials, ma adesso quei risultati, insieme ai cinque titoli mondiali nel concorso individuale e al record di medaglie iridate (25), sono soltanto uno splendido ricordo e restano parcheggiati lì, nella sua mente e negli occhi degli appassionati che ne hanno ammirato l’eleganza. Ciò che prova oggi, senza la ginnastica artistica che le ha tenuto compagnia sin da bambina, può saperlo soltanto lei e ciò che le riserverà il futuro, invece, è ignoto a tutti, lei compresa. Conta che la sua storia abbia fatto il giro del mondo proprio come i suoi esercizi e che abbia fatto comprendere a tutti come dietro un campione c’è sempre un essere umano, con i propri limiti, le proprie paure, le proprie debolezze. Ed è questo che va messo al primo posto, non una medaglia.

(Credits: Getty Image)

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