LA COPPA DELLE FIERE DI NATALE 1955: NELLA CATTOLICA SPAGNA, DOPPIO STRAPPO ALLA REGOLA

Submitted by Anonymous on Wed, 12/15/2021 - 19:15
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Redazione
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Quando si parla di giochi a Natale, il calcio non è propriamente in cima ai pensieri. Perché il pallone rotola male il giorno in cui il mondo accoglie la venuta di Cristo Signore: un po’ per via del richiamo della tavola, un po’ per il desiderio di trascorrere finalmente una giornata in santa pace, anche i tanti amati scarpini per un giorno restano nello zaino. Magari sostituiti da comode scarpe e da un altrettanto comoda seduta per prendere posto attorno al tavolo e dilettarsi in una tombolata, o in un gioco da tavola o in una bella bisca. Insomma, almeno a Natale, il pallone evitate di farlo rotolare. Ma non fu così il 25 dicembre 1955, quando nella cattolica e tradizionalista Catalogna andò in scena la partita del primo turno della neonata Coppa delle Fiere, antesignana di quella che sarebbe diventata poi la Coppa UEFA e, in tempi più recenti, l’attuale Europa League. In realtà le idee all’epoca risultavano essere ancora un po’ annebbiate: la competizione arrancava e faticava abbondantemente a trovare una sua identità, tanto che per concludere la prima edizione ci vollero addirittura… tre anni. E a far festa furono proprio i catalani. Quelli di fede blaugrana, naturalmente.

LA BATTAGLIA DELLA RAPPRESENTATIVE… DI CITTÀ

A Barcellona all’epoca avevano una brutta gatta da pelare: dovevano confrontarsi con il Real Madrid di Gento e Di Stefano, quello che poco dopo sarebbe stato ribattezza “Il Grande Real”. Che dominava in patria così come pure in Europa, tanto da conquistare tutte e cinque le prime edizioni della Coppa dei Campioni. E curiosamente quel 25 dicembre anche a Madrid il popolo blanco fu richiamato allo stadio (che ancora non si chiamava Bernabeu, poiché il presidente era in vita) per assistere alla sfida tra il Real e il Partizan di Belgrado, vinta per 4-0 dai padroni di casa. Non sarebbe più capitato negli anni di assistere a due gare nel girono di Natale, ma nel 1955 il calcio decise di farla da padrone. E il Barcellona al Camp Nou ospitò una squadra che in realtà non era un vero e proprio club, bensì una sorta di selezione che attingeva giocatori tra i club ufficiali dei dintorni di Copenaghen. Lo Staevnet era una sorta di rappresentativa nazionale danese, peraltro invisa ai proprietari delle maggiori formazioni della Capitale proprio per l’attitudine a voler portar via agli allenatori i giocatori più forti. Ce erano però 11 di società disposte a concedere i loro elementi, allo scopo anche di valorizzarli. Ed è proprio grazie a quella schiera di club satelliti che allo Staevnet fu consentito di prendere parte alla prima edizione della Coppa delle Fiere. Anche se l’esordio, come logica voleva, era decisamente da brividi.

BABBO NATALE A BARCELLONA NON FECE SCONTI

D’accordo che non era il Real, ma il Barça era pur sempre il Barça. Che aveva tra le sue fila Laszlo Kubala e un giovanissimo Luisito Suarez, oltre al roccioso difensore Esteban Areta e all’attaccante uruguayano Ramon Alberto Villaverde. Una squadra solida e di prospettiva, che pochi anni più tardi avrebbe scalfito proprio l’egemonia madridista e che al termine dell’interminabile prima edizione della Coppa delle Fiere avrebbe alzato a sua volta il trofeo. Come però accaduto agli avversari, anche i catalani affrontarono il match come rappresentativa della regione, anche sedi fatto la selezione era interamente composta da giocatori blaugrana. E sebbene in quel giorno di Natale del 1955 i danesi si presentarono con tutte le migliori intenzioni, vennero rispediti con perdite con un 6-2 che non ammise storia. Il Barça scappò subito sul 2-0 dopo una decina di minuti grazie alla doppietta di Areta, quindi chiuse la prima frazione avanti di 4 reti con le marcature di Tajeda e Villaverde. E solo nella ripresa, dopo il gol del 5-0 di Kubala, arrivò la prima delle due reti di Knud Lundberg, calciatore tra i più celebri della storia danese, medaglia di bronzo ai Giochi Olimpici di Londra 1948, nonché studioso di Medicina dello Sport e stimato scrittore e opinionista una volta appesi gli scarpini al chiodo. In mezzo, tanto per non farsi mancare nulla, arrivò anche il momentaneo 6-1 firmato ancora da Areta.

L’EPILOGO DELLA RASSEGNA, DUE ANNI E MEZZO DOPO

Quel giorno allo stadio accorsero più di 20.000 persone per un evento che mai più si sarebbe ripetuto, complice anche il fatto che dalla stagione 1957-58 i club si dotarono di impianti di illuminazione, così da evitare di dover per forza di cose disputare le gare con la luce del sole e con la necessità di occupare tutte le slot infrasettimanali a disposizione. La gara di ritorno venne disputata a Copenaghen nell’aprile del 1956 e terminò col punteggio di 1-1: al solito gol di Lundberg rispose a 5’ dalla fine Villaverde. Ma se giocare a Natale poteva apparire insolito, figuratevi dover attendere un anno e mezzo per disputare la partita successiva del torneo: nell’ottobre del 1957 il Barcellona affrontò la selezione di Birmingham, perdendo 4-3 in Inghilterra, vincendo 1-0 al Camp Nou e imponendosi poi per 2-1 nella gara di spareggio. Anche la finale venne giocata con formula di andata e ritorno: il 5 marzo 1958 i catalani impattarono 2-2 in casa della selezione di Londra, spazzata via con un perentorio 6-0 nella gara di ritorno, disputata l’11 maggio 1958. Erano trascorsi già due giorni di Natale da quando il Barça debuttò nella rassegna: per scartare il regalo, tanto avevano dovuto attendere i tifosi cules.

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