LA PRIMA PARTITA DI BASKET: ERA IL 1891, DUE CESTE DI FRUTTA E TI SCRIVO LA STORIA

Submitted by Anonymous on Tue, 12/21/2021 - 12:22
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Redazione
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Due ceste di frutta erano rimaste desolatamente vuote, private della loro vocazione principale. Evidentemente gli studenti dell’Università di Springfield avevano fame quella mattina in cui il calendario proponeva il cosiddetto solstizio d’inverno, giornata nota nell’emisfero boreale per essere anche la più breve di tutto l’anno. Il buio aveva messo loro una gran fame e la frutta riposta nelle ceste era andata letteralmente a ruba. Così bisognava trovar loro una seconda vita, compito al quale decise di dedicarsi un professore canadese di nome James Naismith. Docente di educazione fisica, laureato in medica, Naismith era particolarmente attento alle esigenze dei suoi studenti. Li seguiva con grande attenzione nei loro studi accademici, li spronava a esercitarsi nella pratica sportiva, ritenendo che una buona forma fisica fosse alla base di una buona educazione e di un’adeguata predisposizione allo studio. A pensarla oggi, una cosa del genere, ci si accorge quanto fosse avanti per quel tempo. Talmente avanti da dedicare due settimane della sua vita a redigere le regole di una disciplina che in un modo o nell’altro avrebbe cambiato le sorti dello sport americano, se non mondiale. E quelle due ceste di frutta rimaste vuote furono il grimaldello per aprire le porte della storia.

L’ISPIRAZIONE DELL’ANATRA SU UNA ROCCIA

Quell’inverno 1891/92 si sarebbe rivelato alla stregua di uno dei più duri e rigidi di sempre nelle sconfinate praterie d’America. E gli sport tradizionalmente utilizzati dagli studenti per tenersi in forma vennero messi a dura prova dalle condizioni climatiche al limite: giocare a football o baseball su una coltre nevosa, spesso ricoperta di ghiaccio, non era proprio la cosa più intelligente da fare, tenuto conto che le infermerie dell’epoca qualche limite lo avevano. A Naismith parve così cosa buona e giusta individuare un’alternativa indoor, cioè una disciplina che potesse essere tranquillamente esercitava all’interno di uno spazio chiuso. Il concetto di palestra era ancora labile, sostanzialmente limitato agli esercizi di ginnastica, ma rendeva in buona misura l’idea di ciò di cui il professore avesse bisogno. E spronato dal dottor Luther Halsey Gulick, responsabile del corso di educazione fisica, a trovare un nuovo gioco che potesse in qualche modo ravvivare le ore di allenamenti al chiuso, Naismith decise di prendere spunto da un vecchio gioco nel quale si cimentava da bambino (“Duck on a rock”, letteralmente “Anatra su una roccia”) per cominciare a lavorare su un nuovo progetto di disciplina sportiva. Che contemplava un’idea di base assai semplice: fare centro dentro a un canestro, proprio come nel gioco dell’anatra la finalità era quella di tirare un sasso con un tiro a parabola e far cadere una pietra posta su un’altra pietra, con dei difensori a guardia che dovevano impedire che ciò avvenisse.

IL DIKTAT DEL DOTT. GULICK: COSTI E RISCHI BASSISSIMI

La vera rivoluzione del gioco pensato dal professore canadese consisteva nell’utilizzo di un pallone rotondo: non era mai accaduto prima nella storia che una palla facesse il suo ingresso in uno spazio al chiuso, se non per alcuni esercizi di ginnastica artistica (all’epoca piuttosto rudimentali). Naismith decise però di estromettere i piedi, consentendo unicamente l’utilizzo delle mani, impedendo ai giocatori di camminare con la palla, che doveva essere sempre in movimento. E proibì qualsiasi contatto fisico tra gli atleti, tenendo fede a una precisa richiesta del dott. Gulick che, oltre a chiedere un gioco “economico” che non richiedesse costi all’ateneo, impose di limitare il rischio di infortuni, piuttosto frequenti negli sport all’aperto. L’intuizione più geniale riguardò però il posizionamento della cesta di frutta, cioè del canestro: venne posta in alto, obbligando dunque i giocatori a cercare un tiro a parabola per provare a farvi centro con la palla. Il 21 dicembre 1891 il professor volle vedere la sua nuova creatura all’opera. “Ho portato i 18 ragazzi del mio corso nella palestra e ho fatto due squadre da 9 giocatori ognuna. Ho preso un vecchio pallone da football ed ho mostrato loro due cesti da frutta che avevo inchiodato su entrambi i lati della sala. Ho quindi spiegato loro che avrebbero dovuto lanciare la palla all’interno del canestro della squadra avversaria, ho dato il fischio e la prima partita di basket è iniziata”.

WILLIAM CHASE, UN MJ IN ANTICIPO DI 100 ANNI

 A new game:

con questo nome, neppure troppo originale, il giornale dell’ateneo portò a conoscenza tutti gli studenti dell’Università della nuova disciplina ideata dal prof. Naismith. Per amore di cronaca, il primo match non deve essere stato nulla di così esaltante: finì 1-0 e servì soprattutto per consegnare a gloria immortale William Chase, l’unico studente che quella mattina di inizio inverno riuscì a fare centro dentro alla cesta della frutta. Il 15 gennaio 1892 sempre la rivista Triangle dell’ateneo di Springfield pubblicò le 13 regole del gioco, così come Naismith le aveva pensate, e rapidamente la pratica si diffuse anche in altre università. Lo stesso professore ne divenne uno degli ambasciatori: nel 1898 divenne di fatto il primo coach ufficiale di una squadra di pallacanestro, guidando i Kansas Jayhawks sino al 1907. Nel 1936, durante i Giochi Olimpici di Berlino, venne chiamato ad alzare simbolicamente la prima palla a due di una partita di basket in un torneo a cinque cerchi. La sua intuizione aveva cambiato il modo di fare sport al chiuso: benedetto fu quel rigido inverno 1891-92…

(Credits: Getty Image)

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