RIECCO KLAY, GLI SPLAH BROTHERS RIAPRONO BOTTEGA
È la notte più attesa dell’anno in NBA: Klay Thompson ha riallacciato le scarpe e il Chase Center non vede l’ora di riabbracciarlo. Via l’asciugamano dalla testa: dopo due anni e mezzo di attesa, il fratello gemello (cestisticamente parlando) di Step Curry è pronto a rimettere nel mirino il canestro avversario. L’hype per il suo ritorno in campo è tale che in America da almeno 48 ore non si parla d’altro, cioè da quando è arrivata la conferma che nella gara contro i Cavaliers sarebbe tornato finalmente a disposizione il giocatore che più di tutti è mancato ai Warriors nelle ultime due stagioni, quando due infortuni gravi ne hanno messo a repentaglio l’intera carriera. Ma non è certo l’unica nota d’interesse della serata: la visita dei Grizzlies (reduci da 8 vittorie) a casa Lakers e il matinée di New York, con i Nets che ospitano gli Spurs, di spunti da offrire ne hanno fin troppi.
BROOKLYN, I BONUS SONO FINITI
La sconfitta contro i Bucks ha detto una verità incontrovertibile: ai Nets manca ancora tanto per potersi considerare alla stregua di una contender degna di tal nome. E non è solo l’assenza nelle gare casalinghe di Irving a creare grattacapi: c’è una chimica da trovare e possibilmente in fretta, perché da soli Durant e Harden non possono vincerle tutte. Contro gli Spurs il banchetto è invitante: San Antonio potrebbe pagare dazio alla stanchezza, reduce da un tour di 5 gare esterne nelle quali ha vinto solo una volta (a Boston, e in un finale punto a punto). Popovich sapeva che lontano da casa le cose sarebbero potute peggiorare, nonostante Dejonte Murray sia tornato continuo come da tempo non si vedeva. Le assenze di Derrick White e Keldon Johnson non lasciano però presagire nulla di buono, perché ci sarà da serrare le fila per poter sperare di espugnare il Barclays Center. Brooklyn al contrario non può permettersi rallentamenti: anche i ragazzi di Nash vengono da una serie di 5 gare con una sola vittoria a referto, pertanto altri passi falsi non verranno tollerati.
YOUNG VUOL SUPERARE WILKINS: CHE OCCASIONE A CASA CLIPPERS
Trae Young da 16 partite segna almeno 25 punti a serata. È un talento che non deve dimostrare più nulla, ma ci tiene eccome ad allungare la striscia e diventare il numero uno della franchigia in questa particolare classifica, superando un mito come Dominique Wilkins. Ci terrebbe, il buon Trae, ad avere però qualche risposta anche dalla difesa degli Hakws, che nelle ultime 6 gare hanno subito almeno 130 punti in 4 occasioni. Quella della Crypto.com Arena è l’ultima di 6 trasferte che finora hanno visto Atlanta vincere due volte e pagare dazio nelle restanti tre. I Clippers però non se la passano un granché bene: orfani di Leonard e di George, così come pure di Preston, Kennard e Hartenstein, vengono dal ko. di ieri notte contro Memphis e pertanto sanno di non poter essere al meglio. Nelle ultime 10 partite i ragazzi di Lue sono incappati in ben 7 sconfitte che li hanno fatti allontanare dai piani alti dell’Ovest, costretti dunque a rimettersi in fretta in carreggiata.
KLAY, L’ATTESA È FINITA: CONTRO I CAVS TUTTI GLI OCCHI PER LUI
Sono trascorsi 941 giorni dall’ultima immagine di Klay Thompson su un parquet NBA. Caracollante, con le lacrime agli occhi e con la consapevolezza di aver chiuso lì la sua stagione, da perfetto cecchino mise a segno i due tiri liberi che si era conquistato durante gara 6 delle Finals 2019, con i Warriors costretti alla resa contro i Raptors di Kawhi Leonard. Per procurarsi quel viaggio in lunetta, Klay s’era procurato la rottura anteriore del crociato del ginocchio sinistro. E dopo un anno di stop, a poche settimane dal via della stagione 2020-21, ecco il secondo grande choc: in allenamento gli salta il tendine d’Achille della gamba destra. Le ambizioni di revenge dei GSW vengono affossate prima ancora di ricominciare a giocare, con un altro anno di attesa. Stasera, ore 3 italiane (diretta Sky Sport), finalmente sarà tempo di riabbracciare Thompson, pronto a ritrovare il parquet nella sfida contro i Cavaliers. Che non saranno quelli delle battaglie della seconda era LeBron (2014-2018), ma che vanno che è un piacere, nonostante Sexton e Rubio siano ai box fino a fine stagione (e anche Okoro è out) e dopo che Rondo ha esordito bene contro Portland. I Cavs sono una delle rivelazioni di stagione e proveranno a rovinare la festa ai Warriors, che pure non stanno vivendo un gran periodo di forma, come dimostrato dai due ko. recenti contro Dallas e New Orleans che hanno permesso a Phoenix di riprendere il comando del selvaggio west. Stasera però è vietato sbagliare: se festa deve essere, festa sarà. Gli Splash Brothers aspettano questa notte da troppo tempo.
MEMPHIS VUOL FARE LO SCHERZETTO A LEBRON
Si fosse partiti a Natale, nessuna squadra NBA avrebbe potuto competere contro i Memphis Grizzlies. Che sono dannatamente belli da vedere e pure vincenti, con Ja Morant vero capopopolo e i vari Bane, Jackson jr. e Melton perfetti scudieri. Il problema è se mai Morant dovesse marcare visita nella trasferta losangelina, ma dopo aver riposato contro i Clippers la sua presenza è data per scontata. I Lakers, seppur orfani di Davis, hanno invece preso a marciare a ritmo convincente: LeBron è tornato a dettare legge, Malik Monk è il classico coniglio dal cilindro estratto al momento opportuno (22 punti di media nelle ultime 10, col 48% da tre. I ragazzi di Vogel tirano bene nel pitturato e pensando all’assenza di Steven Adams potrebbero banchettare contro una difesa costretta a chiedere gli straordinari a Jackson jr. (e Clarke dovrà correre in suo aiuto). Con Dillon Brooks a sua volta questionable fino all’ultimo, Memphis dovrà spingersi verso l’impresa senza munizione importanti. Ma col terzo posto a Ovest diventato un obiettivo concreto e con la voglia di continuare a vivere senza farsi troppi problemi, i Grizzlies hanno voglia di regalarsi un’altra notte da star.
