IL TORINO DI JURIC HA IL DNA GRANATA (E GIOCA BENE)

Submitted by Anonymous on Tue, 01/11/2022 - 20:25
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Redazione
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Le ultime due stagioni del Torino avevano gettato nel panico l’intero ambiente. La salvezza, infatti, è sempre stata raggiunta solamente negli ultimi turni di campionato, quando l’ombra della Serie B sembrava ormai averlo raggiunto. 40 punti nel 2019-2020 e 37 punti nel 2020-2021 le sono valse, rispettivamente, la quintultima e la quartultima posizione. Inaccettabile per una piazza così importante, inaccettabile per un club così glorioso e ricco di storia come quello granata. La scorsa stagione è stata emblematica: se il Benevento non si fosse letteralmente suicidato nel girone di ritorno, il Toro sarebbe quasi sicuramente retrocesso, colpa di un atteggiamento troppo passivo e una squadra smarrita, povera di certezze. Così, nel corso dell’estate, il Presidente Urbano Cairo ha attuato una profonda restaurazione: fuori Davide Nicola (che aveva sostituito in corsa Giampaolo) e dentro il sergente di ferro Ivan Juric che tanto bene aveva fatto nei suoi anni a Verona. È la svolta che serviva: 28 punti in 20 partite, 27 gol fatti e solamente 19 subiti, il Torino ora ha un’anima, è squadra.

Diversi sono gli aspetti che hanno influito sul netto miglioramento rispetto alla passata stagione, ma uno è effettivamente evidente e lampante: Ivan Juric. Il tecnico si sta rivelando l’allievo più oscuro ed esoterico di Gasperini. Il primo gol di Singo nel match di ieri contro la Fiorentina è emblematico: crosso dell’esterno (Vojvoda) e gol dell’altro esterno (Singo, appunto). Vi ricorda qualcosa? Ai più attenti osservatori questa giocata è tipica di una sola squadra: l’Atalanta del Gasp dove Hateboer e Gosens hanno fatto di questa giocata un loro marchio di fabbrica. Il Torino, così come la Dea, pressa ad un ritmo altissimo, a tutto campo e per 90 minuti. I granata però hanno migliorato anche le loro doti di palleggio e sistemato la fase difensiva rispetto alla scorsa stagione. È una squadra con un’identità chiara, destinata a fare un grande campionato.

I nuovi acquisti sul mercato estivo hanno dato nuova linfa alla squadra, sistemando quei reparti che mostravano evidenti lacune nella scorsa stagione, soprattutto sulla trequarti. E allora dentro Praet e Brekalo, oltre al giovane scuola Milan Tommaso Pobega, uno dei centrocampisti rivelazione di questa stagione, destinato a tornare in rossonero a fine campionato. Brekalo, invece, arrivato in estate dal Wolfsburg, ha aggiunto qualità e quantità nella metà campo avversaria, segnando pure 5 gol.

La vecchia guardia ha resettato tutto rispetto alla stagione 20/21, ed è ripartita alla grande con il nuovo corso targato Juric. Uno su tutti ruba l’occhio sempre più, di partita in partita: stiamo parlando del gigante difensivo Gleison Bremer. Il classe ’97, nato a Bahia, è pronto per il definitivo salto di qualità e non a caso è già seguito da tutti i top club italiani in vista dell’estate. Se il Torino ha subito così pochi gol, molto del merito è suo per come interpreta il ruolo e gestisce il pallone tra i piedi. Juric l’ha stimolato fin dal primo giorno, affidandogli le chiavi della difesa, e i risultati sono presto arrivati sul campo.

Manca qualcosa o qualcuno in quest’analisi? Il simbolo di questi colori, di questa squadra, il Gallo, Andrea Belotti. Gli infortuni lo hanno messo fuori gioco per tutta la prima parte di stagione. Appena nove le partite disputate dal capitano in questa stagione, solo in una occasione è stato impegnato per tutti i 90 minuti. 9 partite giocate e comunque 3 gol e 1 assist messi a segno. Il Torino di Ivan Juric vola rispetto a quello targato Marco Giampaolo di appena un anno fa. Quasi tutte le statistiche vanno a favore dell'allenatore croato, tranne una casella: quella dei gol segnati. Non è un dato così difficile da interpretare, l’unica spiegazione è l'assenza di Belotti. Con Giampaolo il Gallo aveva avuto uno dei suoi migliori avvii di stagione di sempre con 10 reti nelle prime 12. Numeri ben diversi da quelli di questa stagione, durante la quale Juric non ha praticamente mai avuto a disposizione il suo capitano. Il suo sostituto, Sanabria, fin qui sta confermando i numeri della sua carriera, che non lo hanno mai dipinto come una macchina da gol. Le voci di mercato su un suo possibile addio a fine anno (destinazione Toronto insieme all’amico Insigne), però sembrano non aver per niente scalfito l’ambiente. Il Gallo è pronto a tornare in campo a febbraio per provare a conquistare un posto in Europa e portare l’Italia ai Mondiali.

Dove può arrivare questo Torino?

(Credits: Getty Image)

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