TOM BRADY, L'ETERNO: OBIETTIVO SUPERBOWL, PARTE L'ASSALTO ALL'OTTAVO ANELLO

Submitted by Anonymous on Sat, 01/15/2022 - 20:20
Hero image
Autore
Redazione
news date
News di tipo evento?
No

Avete mai visto una maglia da gioco, per di più sudata e pure sporca di vernice (quella che usano per le linee del campo e i loghi di lega, sponsor e squadre), essere valutata una cifra intorno a 500mila dollari? Penserete che abbia qualche diamante o persino un po’ d’oro al suo interno, ma in realtà è una normale maglia da football, solo che a indossarla non è stato uno qualsiasi. Anzi, neppure la partita in questione è stata delle più scontate e banali: si è giocata il 5 febbraio 2017, giorno del 51esimo Superbowl, all’NRG Stadium di Houston. E la maglia in questione aveva il numero 12 sulla schiena e il nome Brady sopra impresso. A questo punto la metà (e anche più) degli americani è già sobbalzato sulla sedia. Perché quella è una data che uno sportivo amante del football ha ben impressa nella memoria: è la notte in cui Tom Brady ha preso per mano i New England Patriots, facendoli risalire dalle fiamme dell’inferno per condurli al paradiso celeste con una rimonta mozzafiato, da 3-28 a 34-28, sui malcapitati Atlanta Falcons. A fine partita, dopo aver riposto la preziosa maglia nella borsa, Brady tornò in campo a far festa. Ma una volta rientrato quella maglia non era più al suo posto. Amaro dejavù: era accaduta una cosa simile due anni, altro Superbowl, altra vittoria, stavolta contro i Seahawks. A quanto pare l’FBI, quando ritrovò i cimeli, scoprì che li aveva la stessa persona, tale Mauricio Ortega, all’epoca dei fatti direttore de “La Prensa”, quotidiano sportivo messicano. Valore commerciale enorme, valore affettivo ancor più. Erano due capolavori, paragonabili a un Monet, a un Van Gogh, o quel che volete, semplicemente applicati allo sport a stelle e strisce. Brady era il pittore, colui che aveva reso possibile ciò che agli umani sembrava impossibile.

STRADA UN PO’ PIÙ AGEVOLE RISPETTO AL 2021

Chissà se tra un mese a Inglewood, in California, a due passi da casa, Tom dovrà escogitare ancora un modo per nascondere la maglia che nel frattempo lo avrà portato a conquistare l’ottavo Superbowl in carriera. Già oggi che è a quota 7, irraggiungibile per qualunque giocatore mai transitato sul pianeta NFL (Joe Montana è a 4, come Joe Greene), non avrebbe certo nulla da dimostrare al mondo che a 44 anni se lo gode e se lo coccola come una sorta di divinità terrestre. Dopo aver lasciato la comfort zone di Boston per andare a giocarsi le sue ultime carte a Tampa Bay, facendo strike al primo colpo, adesso ci riprova. La seconda campagna play-off in maglia Buccaneers, paradossalmente, appare persino più in discesa rispetto a quella della stagione precedente, quando partiva più indietro nel seeding (era la numero 5 della National Football Conference) e di conseguenza si vide obbligato a conquistare tutte le vittorie in trasferta. Stavolta avrà un calendario più agevole, e almeno nei primi due turni tra le mura amiche: Philadelphia è l’avversaria nel Wild Card Weekend, con calcio d’inizio alle 19 italiane di domenica 16 gennaio. In caso di vittoria (ma sarebbe clamoroso il contrario) nel Divisional Round l’avversario più probabile sarebbero i Dallas Cowboys, miglior attacco della stagione, ma sin qui accreditato di una regular season (sulla carta) un po’ più agevole. Probabile poi che nel Conference Championship ci sarà da andarsi a prendere la gloria in casa dei Green Bay Packers, che pur condividendo il medesimo ruolino di Tampa Bay in stagione regolare (13 vinte e 4 perse) s’è presa la testa di serie numero uno. Ma anche un anno fa la strada di Brady passò per il Wisconsin, e guarda a caso proprio nell’ultimo atto prima del Superbowl.

RISCRIVERE I RECORD, L’ABITUDINE DELLA CASA

Insomma, la tavola appare apparecchiata un’altra volta. Brady nel frattempo ha utilizzato le 17 gare stagionali per rimpinguare il proprio libro dei record: con 5.316 yards lanciate in stagione è diventato il secondo assoluto della storia con più di una stagione oltre le 5.000 yards. E i Buccaneers era dal 2007 che non vincevano la NFC South. Scommettere contro di loro è un azzardo, anche perché i 22 titolari (al netto di infortuni sempre in agguato e che già hanno condizionato scelte e prestazioni) sono gli stessi che nel febbraio dell’anno scorso hanno messo le mani sul Vince Lombardi Trophy. Scommettere contro Tom, poi, non è mai un buon affare, anche se di solito lui è abituato a vincere negli anni dispari, e questo non lo è (dei 7 anelli conquistati, solo quello del 2004 è arrivato in un anno pari). E nel 2018, nell’ultima finale giocata in un anno pari, arrivò la dolorosa sconfitta contro gli Eagles, nella notte magica dell’underdog Nick Foles (con tanto di fumble decisivo subito nell’ultima azione della partita). Ricordo balordo, ma Brady a 44 anni è ancora l’uomo da battere.

(Credits: Getty Image)

Template News
Post
Fonte della news
SN4P
Sport di Riferimento
Altri sport