CRISI LAKERS, MAGIC JOHNSON ATTACCA: “ATTEGGIAMENTO INACCETTABILE”

Submitted by Anonymous on Sun, 01/16/2022 - 17:16
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Redazione
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I panni sporchi, meglio lavarli in casa. E per quanto Earvin “Magic” Johnson ai Lakers non sia più di casa, non avendo più alcun ruolo ufficiale all’interno della franchigia (tolta un’investitura come consulente di mercato), quando apre bocca lo ascolta tutto il popolo purple and gold. E di solito, quando lo fa, è abituato a usare il bastone, anziché la carota. Il clamoroso tondo di Denver della notte scorsa (133-96) è stata l’occasione per gettare benzina sul fuoco.

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ha cinguettato su Twitter, lasciando intendere che la pazienza è giunta ormai agli sgoccioli. E i numeri in qualche modo gli danno ragione: i Lakers hanno perso 9 delle ultime 14 gare disputate, e quella contro i Nuggets è stata la terza consecutive dopo quella di Sacramento e soprattutto quella in casa contro Memphis. Il tutto nonostante un LeBron James tornato a dettare legge, che nella serata peggiore ha trovato 25 punti proprio sul parquet del Colorado (precedentemente non era mai sceso sotto i 34). Insomma, anche se il Re è tutto, fuorché in pantofole, la squadra gira male e fa arrabbiare i tifosi. Soprattutto uno, il più illustre e ascoltato della compagnia.

LEBRON, UNA BATOSTA DA FAR CALARE IL SILENZIO

Le parole di Magic hanno avuto vasta eco mediatica, e non avrebbe potuto essere altrimenti. Sulle prime ha provato a rispondergli a tono Russell Westbrook, a sua volta però finito sul patibolo dopo l’ennesima prestazione deludente di una prima metà di stagione al di sotto delle attese.

Johnson ha tutto il diritto di dire la sua idea, ma non è con noi tutti i giorni e non sa quello che succede all’interno della squadra. Stiamo cercando di capire come far funzionare le cose, e non è semplice tradurle subito in partita. Di sicuro sappiamo di dover alzare l’intensità in difesa, e non è una cosa che si allena, ma ce la devi avere e devi metterci tutta la buona volontà del mondo per far si che accada.

Un mea culpa, insomma, è arrivato, anche se i problemi dei losangelini vanno oltre l’aspetto toccato da Westbrook, cioè la scarsa capacità di contenere i danni in difesa (i Lakers hanno concesso 128 punti di media nelle ultime 3 gare, e più in generale nelle ultime 15 hanno visto gli avversari oltrepassare sempre i 100 punti). LeBron stesso è parso assai stanco e preoccupato: quella di Denver è stata la seconda sconfitta più pesante mai subita in una gara di regular season in 19 stagioni (la peggiore, sempre in maglia Lakers, nel 2019 a Indanapolis: 136-94), tanto che a fine gara ha preferito infilarsi sul pullman che ha riportato la squadra in aeroporto senza fermarsi a parlare con la stampa.

AGGRAPPATI ALLE TRADE: SIMMONS E GRANT NEL MIRINO

Con il mercato pronto a entrare nella sua fase clou (termine per gli scambi fissato al 10 febbraio), in casa Lakers si prepara l’ennesima rivoluzione. Sin qui i tanti cambi di roster effettuati l’estate scorsa non hanno pagato dividendi: l’infortunio di Davis ha tolto certezze a una squadra che continua a poggiare sulle spalle di LeBron, costretto a giocare persino da centro (e far sembrare il tutto la cosa più naturale che possa esistere al mondo). Westbrook non s’è rivelato l’innesto sperato: come terzo e poi come secondo violino ha deluso (18.8 punti di media, con 8 assist e 8 rimbalzi, ma soprattutto 5 palle perse a partita) e sul suo conto già girano voci di possibili trade. Una sarebbe stata proposta a Philadelphia, con uno scambio alla pari con Ben Simmons, separato in casa ai Sixers e pronto a rimettersi in gioco altrove (risposta: niet). Tra i nomi definiti papabili c’è quello di Jeremi Grant, ala piccola dei Pistons, che avrebbero chiesto come contropartita Kendrick Nunn e Talen Horton-Tucker (che invero piace anche ai Sixers), 21enne che assieme a Mailk Monk è una delle poche note liete della prima metà di stagione di casa Lakers. Restano ancora da piazzare Kent Bazemore e DeAndrea Jordan, fuori ormai dalle rotazioni di Vogel. Il quale a parole non rischia, ma è chiaramente sulla graticola. Anche perché il calendario non è troppo amico: le gare contro Jazz e Pacers saranno le ultime alla Crypto.com Arena prima del viaggio a Est, con ben 6 gare esterne consecutive. Se LeBron vuol essere in gioco per l’anello, urge muoversi adesso, e senza margini d’errore.

(Credits: Getty Image)

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