I 55 ANNI DI ZAMORANO: "RICORDATEMI COME UN GUERRIERO"

Submitted by Anonymous on Tue, 01/18/2022 - 17:51
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Redazione
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Oggi spegne 55 candeline l’ex bomber di Inter e Cile, Ivan Luis Zamorano Zamora. Soprannominato El Terible o Bam-Bam, era un attaccante combattivo che aveva nel colpo di testa la sua maggiore prerogativa, grazie a una notevole elevazione e a un ottimo tempismo. Lo stesso Zamorano ha dichiarato di aver affinato questa sua specialità sin da bambino, allenandosi a colpire un lampadario nel corridoio di casa. In carriera ha giocato 636 partite, segnando 314 gol tra Cile, Svizzera, Spagna, Italia e Messico. La carriera del cileno decolla nel 1990 quando, dopo l'esperienza in Svizzera, al San Gallo, firma col Real Madrid. Nel 1996 il passaggio all'Inter di Ronaldo il Fenomeno, con cui vincerà una Coppa UEFA. La terza stagione di Zamorano con l’Inter, è segnata dall’aneddoto che forse più di ogni altro ha contraddistinto l’attaccante cileno nella sua carriera. Ronaldo ha appena vinto il Pallone d’Oro e, anche per ragioni di sponsorizzazioni, è arrivato il momento di cedere la maglia numero 9 proprio al Fenomeno brasiliano. Zamorano è un po’ rammaricato, ma arriva l’idea di Sandro Mazzola, che Bam-Bam raccoglie senza pensarci un secondo.

Decisi di lasciare il mio numero a Ronaldo e Sandro Mazzola mi fece: ‘Dai Ivan, puoi sempre optare per una somma. Il 18, il 27, vedi un po’ tu’. La somma… Quella parola mi rimase impressa. ‘Posso farla per davvero’, pensai. Andai a chiedere a Moratti se fosse possibile mettere un ‘+’ tra i due numeri. Una volta ottenuto il permesso anche della Lega, affidai questo compito a Paolo e Claudio, i magazzinieri. Dopo qualche giornata di campionato con il nastro adesivo incollato sulla schiena tra i due numeri, la mia maglietta diventò la più richiesta nei negozi. A quel punto, la Nike cominciò a produrle con il + già stampato.

Una storia pazzesca, che ancora oggi è impressa non solo nella mente dei tifosi dell’Inter, ma in quella di tutti gli appassionati di calcio in giro per il mondo. Il 1998 fu un grande anno per lui, culminato con la candidatura al Pallone d’Oro e con il Mondiale 1998 disputato con il suo Cile. Erano gli anni della coppia magica formata con l’altro ‘italiano’ Marcelo Salas. Al torneo di Francia il Cile si arrese agli ottavi di finale soltanto di fronte al Brasile, proprio di Ronaldo. Lascerà l’Inter nel 2001 e andrà a giocare in Messico, con lo storico Club America. Chiude la carriera, come aveva già annunciato da tempo, in patria al Colo-Colo, anche se tra alti e bassi, per coronare il sogno di suo padre:

Giocai 6 mesi gratis perché il club era in bancarotta solamente per realizzare il sogno di mio papà. Ho pianto durante la presentazione perché per me, realizzare il mio sogno di giocare nel Colo-Colo e il sogno di mio padre di vedermi con quei colori prima di morire, era il massimo. In quei sei mesi che ho giocato con il Colo-Colo sapevo che nel box di tutti gli stadi in cui ho giocato in Cile, il mio vecchio era lì.

Nel 2003 appende gli scarpini al chiodo. Zamorano si congedò dal calcio giocato con queste parole:

Per me è difficile abbandonare il calcio, che mi ha dato tanto. Spero di essere ricordato come un lottatore, un guerriero e anche come una buona persona, oltre che un buon giocatore.

Oggi è un procuratore sportivo, ha un’agenzia in compagnia di Hugo Rubio (altro ex calciatore cileno). Si occupa prevalentemente di calciatori connazionali e ogni tanto consiglia anche qualche talento all’Inter in qualità di scout. Ma non solo. Nel 2007 ha realizzato un centro sportivo nel suo paese, a Santiago del Cile, denominato Ciudad Deportiva Iván Zamorano, con campi da calcio, palestre, piste olimpiche e un centro medico, oltre a un centro studi per discipline sportive. E’ stato il padrino della figlia di Javier Zanetti. Ha prodotto anche una bottiglia di vino: si chiama “El Capitàn”. Ma per i suoi tifosi sarà sempre e solo BAM-BAM.

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