GENOA-BLESSIN E GIAMPAOLO-SAMP: L’ITALIA SCOPRE GLI ALLENATORI SALVA-VITA

Submitted by Anonymous on Fri, 01/21/2022 - 09:18
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Redazione
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Alexander Blessin e Marco Giampaolo sono gli ultimi due tecnici chiamati ad allenare in Serie A. Si siederanno rispettivamente sulle panchine di Genoa e Sampdoria e mentre il tedesco debutterà nel nostro campionato, per l’abruzzese si tratta di un ritorno dopo l’amara esperienza al Torino. Fin qui i fatti nudi e crudi. Poi possiamo leggere tra le righe di queste scelte apparentemente contrastanti, unite da un sottile filo conduttore: “Giochiamocela”.

BLESSIN-GENOA E GIAMPAOLO-SAMPDORIA: PERCHÉ?

Alexander Blessin è un nome pressoché sconosciuto anche ai grandi appassionati. Sappiamo che era il vice di Rangnick al Lipsia e che in Belgio, guidando il piccolo Ostenda, ha vinto il premio di miglior allenatore del 2021. Ma perché il Genoa, che aveva già esonerato Ballardini chiamando Shevchenko, ha deciso di puntare su un tecnico che conosce ancor meno la Serie A? La nuova proprietà americana stavolta non si è accontentata semplicemente di un profilo internazionale, ha preteso una svolta: ha scommesso sulle idee. E la Sampdoria, tutto sommato, ha fatto lo stesso, con l’unica differenza che quelle idee già le conoscono tutti, perché Giampaolo ha allenato i blucerchiati dal 2016 al 2019 ed è proprio lì che ha conquistato il soprannome di “Maestro”, purtroppo non riuscendo ad onorarlo successivamente né al Milan, né al Torino, dove ha rimediato due esoneri.

LA SERIE A STA CAMBIANDO PELLE

La Serie A è immersa in un percorso inverso a quello dei nobili di Salina ne “Il Gattopardo”: loro erano convinti che fosse necessario cambiare tutto affinché tutto restasse così com’era; il calcio italiano, apparentemente fermo nel suo immobilismo, con la difficoltà di raggiungere i ricavi della Premier League e di reallizzare i nuovi stadi, è proteso verso una trasformazione tecnica partita dalla Nazionale, che dovrebbe essere lo specchio di un movimento, e invece potrebbe rappresentarne il trampolino di lancio con il suo sorprendente trionfo all’Europeo ottenuto soprattutto grazie al lavoro di Mancini. E le idee, come detto, sono alla base di questa trasformazione. I giocatori più forti non possono arrivare perché manca il denaro per pagare i loro ingaggi e le consulenze degli agenti, così l’allenatore diventa il “salva-vita” necessario con un doppio compito: ottenere risultati, valorizzare i calciatori. È per questo motivo che il Genoa ha scelto Blessin, correndo il rischio di un clamoroso flop per la difficoltà ad ambientarsi e per la scarsa conoscenza del campionato. È per questo motivo che la Sampdoria ha scelto Giampaolo correndo il rischio di una minestra riscaldata, di un allenatore che forse non ha gli uomini adatti al suo rombo, dove la stella della squadra, Antonio Candreva, potrebbe essere costretto a riciclarsi da esterno a trequartista.

SERIE A, L’ALLENATORE CAMBIA RUOLO

Ottenere risultati, valorizzare i calciatori. Il mantra è esattamente questo e quando non lo è il concetto è (quasi) sempre lo stesso: l’allenatore più bravo non è più quello che fa meno danni con il materiale che ha a disposizione, ma il valore aggiunto. Gasperini è l’esempio perfetto di chi fa rendere la propria rosa oltre i limiti della stessa, Inzaghi, Pioli e Spalletti, i primi tre della classifica, vincono puntando sul bel gioco, Sarri non ci è ancora riuscito alla Lazio, ma l’intenzione sarebbe quella, Juric, Tudor, Dionisi, Italiano e Andreazzoli guidano il gruppetto di outsider che stanno rendendo meraviglioso il nostro campionato e lo stesso Mihajlovic si è rinnovato col tempo. Le note dolenti, in questo panorama, sarebbero Allegri e Mourinho, che pure sono i più pagati, ma proprio per questo si torna al punto di partenza: le società hanno preferito loro a un grande campione, convinti che, con la loro esperienza, potessero risolvere i problemi avuti da Juventus e Roma nella scorsa stagione, con altri timonieri. Se guardiamo più in basso, scopriamo che la Serie A resta mangia-allenatori come lo è sempre stata perché delle ultime sette solo Venezia e Spezia hanno confermato Zanetti e Thiago Motta, altri due “giochisti”, uno capace di ridare vita ad Aramu, l’altro di trasformare Simone Bastoni da terzino a mezzala. Gli altri hanno cambiato e se è ancora difficile inquadrare l’esordiente Cioffi all’Udinese, Cagliari e Salernitana sono in controtendenza, con Mazzarri e Colantuono più tradizionali e meno innovativi. Anche la loro speranza è che tutto cambi, perché se tutto dovesse restare così com’è, le loro squadre sarebbero retrocesse in Serie B.

(Credits: Getty Image)

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