SANREMO E LO SPORT: LA JUVENTUS AL FESTIVAL 2003

Submitted by Anonymous on Wed, 01/26/2022 - 09:11
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Redazione
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Non era un mercoledì di coppa, e nemmeno un giovedì di Europa League. Anche perché nel 2003 la Juventus giocava la Champions, e una sera di inizio marzo decise che il suo palcoscenico prediletto non dovesse essere il solito rettangolo verde, quanto piuttosto il palco dell’Ariston di Sanremo, tempio della musica italiana.

Dove pure il bianconero calzava a pennello, e si faceva persino sentire: nell’ambito di un’iniziativa benefica legata all’Ospedale Pediatrico “Giannina Gaslini” di Genova, la compagine allenata da Marcello Lippi al gran completo prese il microfono e cominciò a far sentire la propria voce. Magari con risultati meno lusinghieri rispetto a quelli ottenuti all’epoca sul campo, ma facendo comunque centro. Era la prima squadra italiana a esibirsi nel festival per eccellenza della canzone italiana. E a suo modo fece storia.

“UNA SQUADRA PER AMICO” PER IL “GASLINI”

C’era già stato un antipasto di quel che giovedì 6 marzo 2003 andò in scena all’Ariston: il 29 gennaio, al teatro comunale di Gubbio, la Juventus portò sul palco lo spettacolo dal titolo “Una squadra per amico”, allo scopo di raccogliere fondi da destinare alla realizzazione di un padiglione che sarebbe sorto accanto alla struttura ospedaliera, utilizzando lo spazio dell’abbazia di San Gerolamo di Quarto come alloggio per le famiglie dei bambini ricoverati al “Gaslini”.

Quella sera l’Italia intera scoprì le doti canore della formazione bianconera, che pochi giorni prima aveva inciso un album dal titolo “Il mio canto libero”, naturalmente ispirato proprio al celebre brano di Lucio Battisti. Lo stesso che i calciatori cantarono all’Ariston quando vennero ospitati dal festival, che nel 2003 era condotto da Pippo Baudo con la presenza fissa di Serena Autieri e Claudia Gerini.

L’iniziativa bianconera ebbe peraltro un grosso successo: solo nella serata del 29 gennaio furono raccolti quasi un milione e mezzo di euro tra donazioni telefoniche (furono oltre 21.000 le telefonate arrivate al centralino Rai predisposto per l’occasione) e altre raccolte legate ad alcuni memorabilia, su tutti gli scarpini indossati da Diego Armando Maradona (li mise in vendita Ciro Ferrara) e svariate maglie autografate dai campioni juventini dell’epoca. L’album peraltro nel primo mese raggiunse le 50.000 vendite, risultando disco d’oro e giustificando in tutto e per tutto la presenza della squadra a Sanremo.

FERRARA MATTATORE, DAVIDS E NEDVED… MENO

La curiosità degli sportivi italiani portò oltre 10 milioni di telespettatori davanti la tv per seguire la performance dei vari Del Piero, Conte, Ferrara, Trezeguet, Ferrara (a detta di tutti, il vero trascinatore a livello canoro), Pessotto, Buffon, Zambrotta, Camoranesi, Montero e via dicendo.

Tra coloro che salirono sul palco, anche due calciatori stranieri che pure la telecamera scoprì cantare decisamente… in playback: Edgar Davids (che a gennaio mise all’asta anche un paio dei suoi famosi occhiali con i quali scendeva in campo) e Pavel Nedved fecero sostanzialmente presenza, quasi senza nemmeno muovere le labbra. Ma fu comunque un’iniziativa mediatica di successo, anche perché riuscì a contribuire alle spese per la realizzazione del progetto pensato all’epoca dalla dirigenza ospedaliera del “Gaslini”.

Quanto alla Juventus in versione canora, quella rimase una sorta di unicum nella storia bianconera, anche se in fondo nessun’altra squadra di calcio è più salita sul palco dell’Ariston nel corso dei successivi decenni. E quel 2003 alla fine si rivelò piuttosto fortunato per i bianconeri, non solo in ambito discografico: a primavera sarebbe arrivato il 27esimo scudetto, anche se il 28 maggio a Manchester nella prima (e unica) finale di Champions League tutta italiana a far festa fu il Milan, vincitore ai rigori dopo 120’ di grande equilibrio.

(Credits: Getty Image)

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