CLIPPERS, UN CANESTRO DI TROPPO: GLI ARBITRI SBAGLIANO ANCHE IN NBA

Submitted by Anonymous on Thu, 01/27/2022 - 13:52
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Redazione
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Si parla tanto di mercato in NBA, anche perché l’approssimarsi della trade deadline è uno dei momenti chiave dell’intera stagione. Ma nelle ultime 24 ore si è parlato tanto, anzi tantissimo di una giocata che ha deciso un incontro, quello tra Washingtn Wizards e Los Angeles Clippers, che di fatto ha rappresentato un vero e proprio errore arbitrale. Prontamente ammesso peraltro nel consueto “Last 2 Minute Report”, ovvero lo spazio che gli arbitri utilizzano per spiegare a posteriori le scelte fatte durante le partite.

E stavolta c’è stato spazio per un mea culpa generale da parte dei tre fischietti impegnati sul campo, rei di aver mandato in lunetta Luke Kennard con un tiro libero supplementare dopo che questi aveva infilato una tripla e subito fallo da Breadley Beal. Tutto normale, con annesso gioco vittorioso da 4 punti, se non fosse che il replay ha dimostrato come il fallo di Beal cominciasse ben prima che il giocatore losangelino facesse il movimento per tirare. In parole povere, gli arbitri hanno ammesso che il gioco da 3+1 non era da assegnare, in quanto Kennard sarebbe dovuto andare semplicemente in lunetta con due tiri liberi.

Particolare non di poco conto: Washington era avanti di tre lunghezze, e con quel fallo avrebbe presumibilmente impedito ai Clippers di impattare, a meno che Kennard non avesse sbagliato intenzionalmente il secondo libero (dopo aver segnato il primo) e i ragazzi di Lue si fossero fatti trovare pronti a rimbalzo, con appena un secondo e 8 decimi per provare a segnare un nuovo canestro da due punti e prolungare il match all’overtime. La tripla convalidata a Kennard ha invece punito i Wizards, che si sono visti raggiunti prima del libero, poi puntualmente andato a segno per il definitivo sorpasso.

WASHINGTON, ERA MEGLIO NON CERCARE GUAI

Il regolamento NBA non prevede la ripetizione dell’incontro in caso di errore arbitrale. Eppure l’ammissione di colpa è già un passo avanti, abitudine ormai radicata nel mondo cestistico americano. Le scuse degli arbitri sono servite solo in parte a mitigare la delusione dei padroni di casa, che di tutti i modi che potevano scegliere per perdere la partita, almeno ne hanno trovato uno non a loro imputabile.

Ma è difficile prendersela con qualcun altro dopo che la squadra nella prima parte del match ha toccato addirittura i 35 punti di vantaggio, venendo letteralmente spazzata via nella ripresa dal ritorno dei Clippers, capaci di segnare 76 punti nel terzo e nel quarta quarto, più i 4 finali arrivati sull’errata chiamata arbitrale. Un ribaltone tremendo che ha certificato una volta di più la crisi della franchigia della capitale, che dopo un avvio di stagione promettente è scivolata ai margini della zona play-in, messa a rischio dal tentativo di rimonta di Knicks e Hawks, ed ha una striscia aperta di 4 sconfitte.

I Clippers invece stanno cercando di navigare a vista, orfani delle loro stelle più luminose (cioè degli infortunati Leonard e George): nonostante le difficoltà sono riusciti a rimettersi addirittura davanti ai cugini dei Lakers, a loro volta finiti in una spirale di tanti risultati negativi che li ha visti deragliare dai piani alti della Western Conference.

GUARDA CHI È TORNATO: CLEVELAND ADESSO FA PAURA

Se però volete trovare una sorpresa (e che sorpresa) nella stagione corrente, allora dovete giocoforza fare un salto in Ohio, destinazione Cleveland. Dove per la prima volta dopo i fasti dell’era LeBron i Cavaliers hanno preso a correre: il successo in rimonta sui Bucks (al completo) è stata l’ennesima dimostrazione di forza di una squadra che pur giocando in modo un po’ anacronistico per i tempi moderni, cioè con due centri (Mobley e Allen) e all’occorrenza con un’ala decisamente più alta della media (ovvero Markkanen, attualmente infortunato come Sexton e Rubio), sta dispensando grandi prestazioni e risultati oggettivamente difficili da pronosticar a inizio stagione.

Attualmente i Cavs sono terzi a Est, tanto che Antentokoumpo, dopo il ko. di ieri notte, ha detto chiaramente che

Cleveland è molto più forte di ciò che la gente pensa e dovremmo cominciare a rispettarla di più.

Anche perché di gente in uscita dalla panchina come Kevin Love in giro se ne vede poca: 25 punti e 9 rimbalzi anche nello scalpo ai campioni in carica, a riprova di una condizione finalmente ritrovata. E quando tutti pensavano che questa sarebbe stata l’ennesima annata di transizione, buona per recuperare asset e cedere qualche contratto pesante (vedi appunto quello di Love, che viaggia a 30 milioni all’anno), ci si è accorti che forse smobilitare adesso sarebbe un peccato. E che il futuro è già cominciato. Preparatevi insomma a riascoltare il motto “Defend the Land” ai play-off: questi cavalieri non sembrano proprio in vena di scherzare troppo.

(Credits: Getty Image)

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