ITALIA, LO STAGE DI MANCINI: IMPARIAMO AD ANDARE AL MONDIALE

Submitted by Anonymous on Thu, 01/27/2022 - 14:40
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Redazione
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Lo stage – definizione Treccani – è un periodo di addestramento per lo svolgimento di una determinata attività o professione, ma anche un corso brevo e intensivo. Per capire cosa stanno facendo in questo momento 34 giocatori della Nazionale italiana, numero spesso soggetto a cambiamenti per pericolosi stati febbricitanti, forse è utile unire i due significati: diciamo, allora, che il c.t. Roberto Mancini sta tenendo un corso breve e intensivo nel quale, più che insegnare ad atleti già professionisti come esercitare il loro mestiere, spiega loro come si fa a qualificarsi a un Mondiale, visto che in tanti non ci sono mai riusciti.

NAZIONALE, A COSA SERVE LO STAGE

L’inconsueta sosta invernale per le nazionali è dovuta al sovraffollamento del calendario sudamericano, perché le europee non hanno impegni ufficiali. Essendo fermi i campionati, però, Roberto Mancini ne ha approfittato per preparare gli spareggi mondiali di marzo: giovedì 24 alle 20.45 a Palermo ci sarà la semifinale con la Macedonia e se dovessimo passare il turno ci attende la gara decisiva lunedì 28 in Portogallo o in Turchia. Mancano due mesi e il c.t. ha voluto vedere il proprio gruppo, decisamente allargato, per capire come vincere quelle due partite.

NAZIONALE, LE VARIANTI TATTICHE: DAL 4-3-3 AL 4-4-2

In conferenza stampa Roberto Mancini ha ricordato che Garrincha effettuava sempre la stessa finta, eppure funzionava: un esempio, per dire che la sua Nazionale non ha bisogno necessariamente di rinnovarsi dopo il trionfo all’Europeo solo perché il girone di qualificazioni mondiali non è andato come tutti speravano. Eppure è proprio quello che il c.t. sta cercando di fare in questo stage: cercare delle varianti. Innanzitutto tattiche. Il 4-3-3 resta il sistema base, perché è quello che più si adatta alla maggior parte dei calciatori, con tante ali a disposizione, e perché è quello in cui crede l’allenatore, per tenere il possesso palla e occupare gli spazi con gli inserimenti delle mezzali. Ma a Coverciano Mancini sta provando anche il 4-4-2 e un 3-5-2 d’emergenza: il primo per dare a Immobile (o a Scamacca) un partner in attacco, il secondo, con le ali del 4-3-3 trasformate in esterni a tutto campo, nel caso in cui, soprattutto contro una Macedonia prevedibilmente votata al “catenaccio”, ci sia bisogno di più giocatori in fase offensiva.

NAZIONALE, LE VARIANTI INDIVIDUALI: DA ZANIOLO A BALOTELLI

Mancini sa già che a marzo non avrà Chiesa, cioè l’uomo migliore tra i giocatori di movimento all’Europeo, e neppure Spinazzola, che prima dell’infortunio si era rivelato decisivo e non a caso, senza di lui, abbiamo battuto solo ai rigori sia Spagna che Inghilterra e da settembre in poi non siamo più stati gli stessi. Servono delle varianti, allora, non solo allo scacchiere tattico, ma anche negli uomini. I fari, in questa settimana di stage a Coverciano, sono puntati soprattuto su tre nomi: Nicolò Zaniolo, Joao Pedro e Mario Balotelli.

Il romanista fa già parte del giro e Mancini lo vede soprattutto come mezzala: potrà tornare a farla se sarà in condizione, altrimenti può giocare esterno, dove in realtà non ha mai convinto del tutto, falso nove (con un impatto ancor meno evidente) o, come di recente in giallorosso, seconda punta accanto al centravanti. Per Joao Pedro e Balotelli il discorso è diverso: il primo è una new entry assoluta, il secondo era fuori dal giro dal 2018. Sono entrambi attaccanti e potrebbe essere rischioso, in gare decisive, buttarli subito nella mischia, anche solo nei minuti finali come carta della disperazione. L’impressione è che, soprattutto se Scamacca e Immobile continueranno a far bene nei rispettivi club, uno dei due magari possa essere convocato come possibile alternativa, ma non è detto che poi andranno effettivamente in campo.

NAZIONALE, IMPARA COME SI VA AL MONDIALE

Roberto Mancini non giocò neppure un minuto al Mondiale del 1990, l’unico per il quale è stato convocato. Dei suoi calciatori all’Europeo solo Sirugu, Bonucci, Chiellini, Verratti, Immobile e Insigne avevano partecipato alla spedizione fallimentare di Brasile 2014 e tanti, invece, avevano fallito la qualificazione a Russia 2018. La seconda esclusione consecutiva, ovviamente, sarebbe drammatica oltre che storica, ecco perché il c.t. rifiuta categoricamente una simile eventualità. Mario Balotelli, a differenza di tutti gli altri, ha segnato anche un gol ai Mondiali ma siccome poi finirono male, adesso non vede l’ora di riprovarci. Forse non dipenderà da lui, poi magari in Qatar potrà dare il proprio contributo. Prima, però, potrà dare una mano in questo stage e aiutare Mancini a insegnare al suo gruppo come si fa ad andare a un Mondiale.

(Credits: Getty Image)

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