Alzare l’asticella, provare a dare ulteriore spinta alle ambizioni europee, violare uno dei catini più caldi del basket continentale. Sono i propositi che l’Olimpia Milano ha appuntato sul taccuino di viaggio nel percorso che l’ha portata a Belgrado, dove stasera contro la Stella Rossa (palla a due alle 19, diretta su Sky Sport 1 ed Eleven Sports) i ragazzi di Messina proveranno a centrare la quinta vittoria di fila, buona per consolidare una volta di più la terza piazza in classifica.
Ma nella tana del gigante Nikola Kalinic la vita è dura per tutti: l’ex Fenerbahce, compagno di squadra in Turchia tra gli altri di Gigi Datome e Nick Melli, sarà giocoforza l’osservato speciale della formazione meneghina, la quale dovrà cercarlo di limitare il più possibile per impedirgli di dettare legge in post basso, e mettere in ritmo una squadra che pur se con un record stagionale negativo (8-12) ha dimostrato di avere la qualità per dire la sua contro qualunque avversario. Del resto, senza qualità non si andrebbe mai e poi mai a casa Olympiakos a dettare legge.
IL CALORE DEL PUBBLICO, FATTORE CHIAVE
Messina conosce bene l’atmosfera che si respira all’interno dell’Aleksandar Nikolic Hall, che pure agli italiani rimanda a piacevoli ricordi, pensando al golpe dello scorso luglio nel torneo preolimpico.
Giocare a Belgrado è dura per chiunque, soprattutto perché l’impatto del pubblico può diventare un fattore in certi momenti della gara. Troveremo un palazzetto pieno e molto caldo, e paradossalmente per noi questa è un tipo di situazione alla quale non siamo più molto abituati. Sarà una partita complessa sotto molti punti di vista: la difesa è senza dubbio il punto di forza della Stella Rossa, che può fare della fisicità la sua arma migliore. Le armi per provare a portare la contesa dalla nostra parte saranno sostanzialmente la circolazione di palla e la capacità di resistere in difesa e sotto canestro.
L’assenza perdurante di Mitoglu toglie una cartuccia importante sotto i tabelloni, e va a sommarsi a quelle già note di Shields e Grant (che si è negativizzato, ma ha bisogno di un secondo tampone negativo per poter rientrare) e a quella di Trey Kell, infortunatosi nella gara di campionato contro la Fortitudo (conta però di esserci giovedì contro il Fenerbahce).
Una pedina chiave potrebbe essere allora Pippo Ricci, chiamato a compiti difensivi notevoli con tanti cambi sui blocchi e la necessità di non farsi portare troppo fuori dai tagli di Kalinic. Facile a dirsi, un po’ meno da mettere in pratica.
LA COOPERATIVA SETLLA ROSSA: KALINIC, MA NON SOLO
La Stella Rossa viaggia a una media di 32.5 rimbalzi a partita ed è una delle squadre più letali nel pitturato. È abbastanza plausibile, insomma, che la gara si possa decidere soprattutto in quella zona di campo: se la difesa di Milano saprà reggere l’urto (è pur sempre la prima per punti concessi dell’Eurolega, nonché la quarta migliore in area), allora ai serbi verrebbe meno un’arma capitale, tale da costringerli a snaturare un po’ le loro caratteristiche.
Coach Radonjic nell’occasione recupera Kuzmic, che pure non è al meglio (fondamentale sotto canestro: viaggia a 6 rimbalzi a partita), mentre dovrà rinunciare a Simonovic. La preoccupazione maggiore per i serbi sarà quella di cercare di tenere basso il ritmo e concedere poca possibilità di tiro dall’arco all’Olimpia, tenuto contro che Troy Daniels nelle ultime giornate ha incrementato sensibilmente le sue percentuali, allineandosi a quelle di Rodriguez (che in serate come queste di solito diventa immarcabile: Messina non potrebbe chiedere di meglio).
Detto di Kalinic, fari puntati anche sul play statunitense Nate Wolters, il solo assieme a Kalinic a scollinare oltre i 10 punti a partita. Ma la Stella Rossa è un po’ una cooperativa del gioco: sono ben 10 i giocatori che trovano almeno 16’ sul parquet, a riprova del fatto che Radonjic preferisce guardare al collettivo, piuttosto che ai singoli, facendo leva sull’esperienza di elementi come Mitrovic, Dobric, Ivanovic, Lazic e Markovic, l’ultimo arrivato alla corte biancorossa.
Tre mesi al Forum vinse Milan, e pure bene (79-62), complice però un primo quarto disastroso al tiro dei serbi, chiuso sul 24-6, e percentuali orribili dall’arco (4/21). Dominò Shields con 18 punti, ma stasera Devon resterà a guardare. E la Stella Rossa da allora pare aver ritrovato la strada maestra.
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