NETS, SERVE UNA SCOSSA. A DALLAS ARRIVA EMBIID

Submitted by Anonymous on Fri, 02/04/2022 - 15:12
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Redazione
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Dieci partite, un bel piatto ricco, seppur orfano delle due formazioni che sino a questo momento viaggiano con il miglior record della lega (leggi Phoenix e Golden State). Ma l’NBA si avvicina a una data cardine della stagione: tra poco meno di una settimana si chiude la sessione di mercato dedicata alle trade, cioè agli scambi tra giocatori che arrivano spesso a coinvolgere più di una franchigia, e allora è inevitabile fare i conti con umori e cambiamenti che impiegano poco a manifestarsi.

Insomma, quello che vale oggi potrebbe non valere più domani, per la disperazione dei coaching staff che si ritrovano (come i giocatori stessi) nel mare in piena tempesta. Intanto nella notte italiana torneranno sul parquet i Chicago Bulls, che vogliono mantenere il controllo dell’Est. E pure i Brooklyn Nets, ai quali la stagione si sia ritorcendo contro da quando Durant s’è fatto male, con Harden che va a sprazzi e Irving che chiaramente, potendo giocare solo in trasferta, non riesce a incidere come sa e come vorrebbe. Volete una buona scusa per restare svegli? Doncic contro Embiid. Giganti a confronto.

CHARLOTTE S’AFFIDA A BALL E METTE CLEVELAND NEL MIRINO

Hornets-Cavaliers è sfida insolitamente che vale a Est, anche se entrambe sono reduci da un periodo un po’ in chiaroscuro. Charlotte, dopo aver banchettato quasi sulla sirena contro i Lakers (è già storia l’immagine del patron della franchigia Micheal Jordan che abbandona la sua postazione in tribuna nei secondi finali, temendo una clamorosa rimonta ospite), ha perso le successive due gare contro Clippers (e di brutto) e Celtics, serata nella quale LaMelo Ball ha fatto comunque faville, tanto da dire a fine partita di essere quasi sorpreso del suo rendimento attuale.

I calabroni al momento dovrebbero disputare il play-in, ma approfittando dei guai dei Nets e di altre squadre che stanno sopra sperano di rientrare tra le prime 6. I Cavs sono una rivale diretta e sanno esaltarsi nelle gare che contano: hanno battuto di recente Bucks e Nets, ma hanno perso un po’ a sorpresa contro Pistons e Rockets, due squadre che pensano ormai solo (o quasi) a tankare, concedendo a entrambe 115 punti. Certo, le assenze di Garland, Markkanen e Stevens, in aggiunta a quelle già note di Rubio e Sexton, hanno presentato il conto e rischiano di pesare anche nei prossimi 48’, tanto che gli Hornets (che sperano di recuperare Hayward) vogliono sfruttare l’occasione per accorciare la forbice.

CHICAGO VUOL INFIERIRE SULLA DIFESA DEI PACERS

Sanno anche perdere, i Bulls: il ko. di Toronto, dove DeRozan da ex ha fatto vedere di che pasta è fatto, ma non è bastato per evitare il ko. all’overtime, ha impedito ai tori di prendere ulteriore slancio in chiave primato a Est. Un incidente di percorso cui i ragazzi di Thibodeau vogliono rimediare andando a far visita ai Pacers, che hanno appena confermato Lance Stephenson fino a fine stagione, ma che non hanno poi chissà quanto da chiedere a serate come queste.

Quella di Indiana è per distacco la peggior difesa della lega e pertanto contro i granatieri di Chicago sarà dura riuscire a spuntarla, a meno che l’attacco non giri a mille all’ora, con Caris LeVert (in odore di trade: lo segue mezza NBA) costretto agli straordinari. I Bulls vogliono vincere per arrivare belli pimpanti alle due sfide casalinghe contro Sixers e Suns che potrebbero farli letteralmente decollare: Vucevic sotto canestro può fare le prove generali in vista dei duelli contro Embiid e Ayton.

ATLANTA VA IN CANADA, MA OCCHIO ALLA FATICA

Toronto ha ritrovato gioia, energia e vittorie. E già una settimana fa ha fatto pelo e contropelo agli Hakws, interrompendo la loro serie aperta di 7 vittorie. L’ora della rivincita per Atlanta arriva presto, con la trasferta in territorio canadese che in qualche modo rappresenta un altro banco di prova sulla via che conduce a un piazzamento per il play-in (oggi sarebbe decima, cioè appena dentro).

Dopo i Warriors, però, i Raptors sono la squadra più calda della lega: 4 successi di fila, un quintetto che va in doppia cifra senza colpo ferire, tanti leader in tanti momenti della partita, con Siakam e VanVleet ben spalleggiati dai vari Trent, Anunoby e Boucher. E con il rientro di Achiuwa imminente, la coperta risolta ancora più lunga. Atlanta però stanotte ha mandato un segnale chiaro e inequivocabile abbattendo i Suns grazie a una maiuscola prova di squadra, anche se poi la parte del leone l’ha fatta Trae Young, autore di 43 punti e 5 assist (bene Gallinari in uscita dalla panchina: 12 punti e 6 rimbalzi). L’unico problema per i georgiani è rappresentato dalla stanchezza che certamente sarà un fattore, col rischio che qualche big possa riposare dopo il grande sforzo profuso al cospetto dei vice campioni in carica.

JAZZ-NETS, LA CRISI È AFFARE COMUNE

Brooklyn, abbiamo un problema. Anzi, ne abbiamo tanti, e in qualunque direzione. Davvero Steve Nash si dovrebbe preoccupare dopo le 6 (si, avete letto bene: 6) sconfitte di fila dei suoi Nets? A dire il vero, in molti sostengono da mesi che la classifica dei newyorchesi sia un po’ bugiarda, perché i problemi ci sono sempre stati e solo un monumentale Durant ha contribuito a mascherarli.

Adesso che KD è fuori (e ne avrà ancora per qualche settimana) i guai vengono a galla. Anche Harden ormai è finito sotto la lente d’ingrandimento: un rendimento incostante, l’incapacità di farsi carico della squadra quando più conta e una condizione fisica rivedibile sono il segnale che la luce in fondo al tunnel potrebbe essere molto più lontana del previsto. Con 22 punti a partita e 41% dal campo (mai così male dall’annata da rookie), chiaro che il “Barba” non è più un fattore positivo, specie se come successo contro i Kings nell’ultima partita disputata i punti a referto diventano appena 4.

Irving sta pagando dazio al suo andirivieni tra gare giocate (in trasferta) e gare saltate (in casa), e allora la situazione rischia di farsi esplosiva. Per giunta la trasferta a Salt Lake City non è scevra di preoccupazioni: anche Utah è in crisi, battendo Denver ha interrotto una serie di 5 sconfitte, ma ha perso contatto dalle prime tre a Ovest e ora deve guardarsi le spalle. Soprattutto non sembra aver trovato una soluzione all’assenza di Donovan Mitchell, che ne avrà ancora un po’ prima di rientrare. Sapranno approfittare i Jazz dei guai dei Nets? Sulla carta, più si che no.

PER IL DUELLO DONCIC-EMBIID VALE LA PENA ALZARSI PRESTO

La sconfitta a fil di sirena contro Washington ha interrotto la serie aperta di vittorie di Phila, che con 5 successi aveva ridotto a una sola gara il ritardo dalla vetta dell’Est. Ma col ritorno di Embiid a pieno regime e la crescita dei vari Harris (che non sembra più avere la valigia pronta), Maxey e (quando gioca) di Drummond, di colpo si sono dissolti anche i pensieri rivolti a Ben Simmons, che ha già perso 19 milioni di dollari per continuare a vivere da separato in casa, aspettando una trade che non arriva.

La trasferta di Dallas è un bel banco di prova: intanto perché Doncic è arrabbiato, benché lucidissimo nel prendersi le proprie colpe quando c’è stato da spiegare come sia stato possibile per i Mavs perdere prima a Orlando e poi in casa contro OKC (lo sloveno ne ha messi a referto 40, ma ha ammesso che nei possessi decisivi ha difeso male e perso banalmente due palloni). E poi perché Dallas è una squadra che va a fiammate, e se becca la serata giusta può far vedere i sorci verdi a chiunque. Ad ogni modo, il duello Doncic-Embiid vale da solo il prezzo del biglietto e alle 4 italiane varrà la pena alzarsi per gustarselo davanti alla tv o al pc. Non sono ancora play-off, ma queste gare cominciano già a contare tanto.

(Credits: Getty Image)

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