IL SUPER BOWL DI TAYLOR E McVAY, I DUE HEAD COACH PIÙ GIOVANI DI SEMPRE

Submitted by Anonymous on Wed, 02/09/2022 - 19:26
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Redazione
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Dici Super Bowl e pensi subito a qualche istrione pronto a prendersi la scena. Poi però ti accorgi che il 56esimo della storia (rigorosamente scritto in numeri romani: quindi LVI) vede tra i probabili protagonisti gente che a quell’atto finale non c’è mai arrivata prima, e che ad eccezione del quarterback dei Rams, che va per le 34 primavera (Matthew Stafford ha buttato via buona parte della carriera a Detroit, predicando nel deserto in un gruppo qualitativamente assai rivedibile e poco consistente), contempla solo giocatori a inizio carriera o comunque ancora destinati a far parlare di sé a lungo.

Ma non bastasse la freschezza di un Joe Burrow, di un Ja’Marr Chase o di un Cooper Kupp, a sfidarsi a colpi di carta d’identità verde saranno piuttosto i due head coach, che in due fanno appena 74 anni. A voler essere proprio pignoli, 74 anni e 8 mesi, perché a maggio Zac Taylor compirà 39 anni, mentre Sean McVay ne ha già compiuti 36 un paio di settimane fa. Tanto per rendere meglio l’idea di ciò di cui si sta parlando, basti pensare che lo scorso anno al Super Bowl i due head coach avevano rispettivamente 68 anni (Bruce Arians, vincitore con Tampa Bay) e 63 anni (Andy Reid di Kansas City). Dodici mesi dopo, la beata gioventù ha completamente rovesciato antiche e consolidate abitudini.

I SEGRETI CHE POSSONO FAR COMODO AI BENGALS

Il bello poi è che Taylor e McVay sono anche grandi amici. Non capita tanto spesso, specie in una lega tanto competitiva come l’NFL: è stato proprio grazie a McVay, attuale head coach dei Rams, che Taylor ha mosso in primi passi nel mondo del football professionistico. Dal 2017 al 2019 ha fatto parte del suo coaching staff, apprendendo i primi rudimenti necessari per poter poi accettare nella primavera del 2019 la panchina di Cincinnati Bengals.

Seppur sia di tre anni più “anziano”, Taylor deve comunque tanto all’amico e collega Sean, quantomeno per avergli dato l’opportunità di misurarsi in un mondo dal quale altrimenti non si sarebbe mai fatto conoscere. E domenica potrebbe sfruttare tutte queste conoscenze acquisite all’interno della sala riunioni dei Rams nel biennio di permanenza a Los Angeles per provarle a volgere a proprio favore.

Non a caso in America, che nella settimana che precede il Super Bowl si cerca qualunque cosa possa rivelarsi utile ai fini dello scoop giornalistico o di indagine sportiva applicata alla partita, in molti hanno sottolineato proprio questo aspetto: quando Taylor era nel coaching staff di McVay era quest’ultimo a dettare la linea, e pertanto l’attuale coach dei Bengals in qualche modo potrebbe aver appreso molte informazioni legate al tipo di scelte che il suo collega è solito fare in partita.

Non altrettanto può dire McVay, dal momento che non è mai stato alle “dipendenze” di Taylor, e come tale non può sapere come si è evoluto nel suo modo di fare il capo allenatore. È per questo che c’è chi è pronto a scommettere che alla fine i Rams finiranno vittima della loro stessa trappola, poiché quei due anni di lavoro a braccetto potrebbero aver fornito ai rivali le informazioni cruciali per poter vincere la partita.

È COMINCIATA GIÀ UNA NUOVA ERA

Naturalmente certe affermazioni, così come alcune opinioni, sono anche figlie della voglia di provare a romanzare qualunque cosa graviti attorno alla partita dell’anno. I due head coach sanno di avere davanti a loro un’opportunità unica, e forse irripetibile, specie nel caso di McVay, che ha una squadra di veterani pronta ad andare all in.

Di loro, però, la critica è concorde nell’affermare che, proprio a causa dell’inesperienza a certi livelli, spesso vadano a infilarsi in situazioni non proprio semplici, complicandosi la vita anche per il poco tempismo con il quale utilizzano time out o challenge. Facile però parlare da fuori, e in fondo il campo nelle 20 partite stagionali disputate da entrambe le formazioni ha dato loro ragione. Taylor contro McVay è una sfida che sa di futuro, non solo perché mette due capi allenatori giovani a confronto, ma perché sembra voler rompere una volta per tutte l’egemonia dei vecchi santoni del football, aprendo il campo a nuovi orizzonti.

Non un fatto casuale pensando agli addii di Brady e Roethlisberger, a quello possibile (probabile?) di Rodgers, alle novità che attendono formazioni come Chiefs, Patriots o Packers, tra salary cap da contenere e nuovi obiettivi da inseguire. Nell’unico precedente che li ha visti confrontarsi in campo, storia della stagione 2019-20, i Rams vinsero facilmente contro i Bengals, dove però ancora non c’erano né Burrow e tantomeno Chase, compagni di squadra a LSU, compagni di squadra oggi nella prima grande caccia al “Vince Lombardi Trophy” grazie alla felice intuizione di Taylor.

Che in tre anni è passato dalla cabina di regia di coach McVay al ruolo di sfidante ufficiale (e con minor pressione addosso) in un Super Bowl che promette sorprese, quantomeno perché tutta la campagna play-off 2022 ha vissuto sull’imprevedibilità e l’imponderabilità degli eventi. I Bengals hanno davanti a se un futuro luminoso, i Rams hanno (forse) questa sola cartuccia da sparare. E comunque vada al SoFi Stadium, prima o poi una birra assieme gli amici Zac e Sean se la berranno nuovamente.

(Credits: Getty Image)

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