LOTTA SCUDETTO DA BRIVIDI: INTER E MILAN IN POLE, IL NAPOLI NON MOLLA

Submitted by Anonymous on Mon, 02/14/2022 - 23:26
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Redazione
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Minuto 75 del derby tra Inter-Milan, sabato 5 febbraio: Giroud va a contrastare Sanchez e gli porta via il pallone, facendo rotolare a terra l’attaccante sudamericano (che ha una stazza decisamente inferiore) e dando il là all’azione che porta al pari dei rossoneri, alimentando qualche protesta da parte dei cugini che reclamano per il fallo non fischiato. Un istante prima del contatto, il campionato di Serie A pareva ormai una pratica già pronta per essere spedita in archivio: Inter 56 punti, Milan (con una gara in più) e Napoli 49 punti.

L’ennesima stoccata dei ragazzi di Inzaghi, intenti a cucire una volta di più il tricolore sul petto della loro maglia nerazzurra (quest’anno per niente nera e molto blu e azzurra), con tanti saluti per l’amabile concorrenza. Ma quel gol di Giroud, che tre minuti dopo deciderà di bissare il tutto (con la complicità di Handanovic), in pochi giri di lancette riscrive completamente la storia del campionato.

Tanto che 105’ più tardi in vetta non c’è più l’Inter ma il Milan, con un punto di vantaggio sui cugini e due sul Napoli. E più staccata, ma ancora non così tanto dal poter essere considerata fuori dai giochi (anche se a parole Allegri ha già messo furbescamente le mani avanti), c’è la Juve, con l’Atalanta a portata di sorpasso per via del recupero contro il Torino. Per una lotta che pareva già conclusa con 14 giornate d’anticipo, decisamente un bel modo di rimescolare le carte.

L’INTER HA IL FIATONE, MA RIMANE LA FAVORITA

La classifica al momento vede il Milan davanti, ma è giusto considerare l’Inter come la capolista in pectore. Perché se dovesse vincere a Bologna, che sia in campo o a tavolino (oggi è atteso l’esito del ricorso presentato dai nerazzurri, che chiedono lo 0-3 a tavolino), automaticamente si rimetterebbe due lunghezze avanti ai cugini. È chiaro però che per la regolarità del campionato tutti fanno il tifo affinché al “Dall’Ara” si scenda in campo, probabilmente non prima di aprile (dipenderà da quanta strada farà l’Inter in Champions), cosa che già in una certa misura finisce comunque per condizionare le prossime giornate, con i ragazzi di Inzaghi che avranno sempre dalla loro il “vantaggio psicologico” di sapere di avere un jolly da sfruttare a ridosso della fine del torneo.

L’Inter che ha raccolto un punto nelle due gare contro Milan e Napoli è apparsa un po’ stanca, meno solida di quanto fosse stata precedentemente, un po’ condizionata dai tanti impegni (Supercoppa inclusa) che le hanno tolto energie preziose. Già col Venezia si era visto che qualcosa non andava, con Dzeko a porre rimedio allo scadere a una situazione che s’era fatta complicata.

Il bosniaco è la certezza del presente, a segno in 3 delle ultime 4 partite tra campionato e coppa, ma preoccupano gli errori difensivi (Handa, ma non solo: De Vrij ha perso smalto e l’infortunio di Bastoni non aiuta) e in generale la difficoltà a tenere alta l’attenzione per tutti i 90’. Adesso che arriva anche l’impegno di Champions col Liverpool, e in attesa della semifinale di Coppa Italia con il Milan, il rischio è di non riuscire a respirare come il momento richiederebbe. Il calendario di A propone un ultimo grande scontro diretto a Torino con la Juventus, più due sfide a San Siro con Fiorentina e Roma da non sbagliare. Resta la favorita, ma l’attende un mese complicato.

PIOLI IN ON FIRE, ORA IL MILAN FA DI NUOVO PAURA

Il Milan, a differenza dei cugini, il momento delicato sembra averlo già affrontato a gennaio, quando tra Covid e infortuni la coperta di Pioli s’era fatta cortissima e l’inciampo casalingo con lo Spezia (al di là dell’errore dell’arbitro Serra) era parso quasi un segnale di resa nella rincorsa al primo posto. In realtà la sosta ha dato una mano ai rossoneri, che hanno recuperato munizioni (Bennacer e Kessie dalla Coppa d’Africa, Romagnoli, Calabria, Rebic e Giroud dai rispettivi problemi fisici: in pratica resta fuori solo Ibra, oltre a Kjaer) e sfruttato la rimonta nel derby per rilanciare la propria volata scudetto.

Fisicamente la squadra sta bene e senza l’assillo delle coppe europee potrebbe in qualche modo trarre un profitto rispetto alla concorrenza. Qualcosa di più lo dirà la trasferta di Napoli del 6 marzo (prima ci sono Salernitana e Udinese), destinata a fare giurisprudenza per gli affari legati al primato in classifica. Poi il calendario proporrà come insidie maggiori la trasferta dell’Olimpico contro la Lazio e la gara casalinga con l’Atalanta alla penultima, che potrebbe valere tanto per entrambe (la Dea è in lotta per il quarto posto) oppure solo per i rossoneri.

Di sicuro chi aveva dato il Milan per morto s’è dovuto ricredere: Leao è probabilmente il crack del momento, capace di spaccare in due difese e partite come nessun altro giocatore di qualunque altra squadra di A. E Pioli, memore dei cali fisici dell’anno passato, avrà certamente lavorato in funzione di una primavera diversa nella forma e nella sostanza.

LA VERSIONE 2022 DEL NAPOLI È QUELLA MIGLIORE

A Natale il Napoli aveva un piede e mezzo fuori dalla lotta scudetto. La sconfitta casalinga con lo Spezia aveva contribuito non solo a rovinare le feste, ma anche a gettare più di un’ombra sul cammino dei partenopei. Di lì a poco sarebbe arrivata anche la notizia dell’addio a fine stagione di Insigne, oltre al fatto che la Coppa d’Africa avrebbe sottratto energie importanti (su tutti Koulibaly e Anguissa) e che nel frattempo già da un mese Osimhen era ai box per via della frattura allo zigomo.

La “nuttata” in casa azzurra è passata a fatica, ben testimoniata da un dicembre nero (ko. casalinghi con Atalanta, Empoli e appunto Spezia) cui però ha fatto da contraltare un gennaio di ritrovata vena, iniziato col convincente pari dello Stadium contro la Juve e proseguito con 4 vittorie prima del pari con l’Inter. Insomma, il Napoli è vivo e il calendario potrebbe pure dargli una mano: oltre allo scontro casalingo col Milan se la vedrà in trasferta contro Roma, Lazio e Atalanta, ma è proprio lontano dal “Maradona” che la banda Spalletti s’è dimostrata più performante in stagione (27 punti in 12 gare: in casa ne ha collezionati 26 in 13 uscite).

E in trasferta giocherà contro Cagliari e Lazio prima di ricevere il Milan. L’unico punto di domanda è rappresentato dagli impegni di Europa League: dovesse superare lo scoglio degli ottavi col Barcellona, al momento tutt’altro che imbattibile, allora Spalletti dovrà fronteggiare impegni probanti aggiuntivi che finirebbero per togliere energie preziose dalla lotta scudetto, dove comunque le favorite sono le due milanesi. E non solo perché hanno qualche punto in più in classifica.

JUVE E ATALANTA, UNA RIMONTA (QUASI) IMPOSSIBILE

È difficile quantificare il ritardo reale dalla vetta di Juventus e Atalanta. Potrebbero essere 11 come 9 punti, o addirittura 8 nel caso della Dea, che deve recuperare ancora il match col Torino saltato per Covid a inizio gennaio. Ha senso considerare le due antagoniste per il quarto posto ancora in gioco per lo scudetto? Pensando al fatto che una delle due è la Juventus, forse a ragione veduta si dovrebbe affermare di si.

Il problema di Allegri sin qui è stato uno soltanto: nelle 7 sfide sin qui disputate contro le 4 rivali d’alta classifica sono arrivati 5 pareggi e due sconfitte. Manca all’appello solo la gara casalinga con l’Inter, ultima chiamata per sperare in un rientro last minute nel vagone che conduce al tricolore. Con Vlahovic al centro dell’attacco qualche ambizioni in più è legittima, ma anche vincendo le ultime 13 gare non è detto che possano bastare per la rimonta.

L’Atalanta, al contrario, è sul punto di implodere: ha perso Zapata fino a fine stagione, e pur se fuori da tutte le coppe, nelle ultime settimane ha premuto forte sul freno (3 punti in 4 giornate) ed è attesa da un calendario tosto nell’immediato, con la trasferta di Firenze (rivincita di coppa), la gara casalinga con la Samp e la trasferta di Roma. Poi dovrà ricevere il Napoli e andare a San Siro contro il Milan alla penultima. È in lizza per la matematica, ma rischia di faticare anche a spuntarla nella lotta per il quarto posto. Avesse evitato di farsi rimontare dalla Juve al 92’, già l’orizzonte sarebbe diverso.

(Credits: Getty Image)

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