FINAL EIGHT COPPA ITALIA FRECCIAROSSA 2022: OLIMPIA E VIRTUS, OCCHIO ALLE IMBOSCATE

Submitted by Anonymous on Tue, 02/15/2022 - 22:30
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Redazione
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Milano e Bologna, sotto a chi tocca. Perché ci sarebbe da strabuzzare gli occhi se domenica sera, al centro del campo piazzato alla Vitifrigo Arena di Pesaro, non ci fosse una maglia rossa o una delle V nere ad alzare al cielo la Coppa Italia 2022.

Milano e Bologna viaggiano praticamente a braccetto in campionato (l’Olimpia è avanti di un’incollatura) e sanno di essere le favorite per arrivare a giocarsi anche l’atto conclusivo di una competizione che dopo due anni torna in territorio marchigiano, dove un po’ a sorpresa nel 2020 la spuntò Venezia, che batté prima la Virtus e poi Milano (oltre a Brindisi in finale) in quella che sarebbe passata alla storia anche come la prima grande manifestazione italiana nel quale il Covid fece il suo ingresso sulla scena (allora non lo sapeva nessuno, ma un paio di settimane dopo il focolaio di Pesaro ne fu una spiacevole conseguenza).

Logico che tutto sia stato apparecchiato per assistere alla finale che tutti vorrebbero vedere, rivincita sia della serie scudetto dell’anno passato (e lì Bologna non fece prigionieri, imponendosi per 4-0), sia della Supercoppa dello scorso settembre, a sua volta appannaggio delle V nere. Ma l’Olimpia da allora ha cambiato marcia, in Italia come in Europa. E non è detto che Teodosic sarà della contesa, ancora alle prese con l’infortunio subito proprio nello scontro diretto di campionato.

MILANO-SASSARI, I SARDI SONO APPENA USCITI DALLA BOLLA

Quattro giorni di gare, con i quarti di finale spalmati su due giorni (mercoledì e giovedì alle 18 e alle 20,45), il venerdì deputato a giorno di riposo per tutti, le semifinali al sabato (18,15 e 21) e domenica la finalissima (ore 18). Semplice e immediata la formula: tabellone tennistico compilato attraverso le prime 8 posizioni al termine del girone d’andata del campionato, tale da incastrare quattro scontri diretti nei quali chi vince avanza e chi perde va a casa, senza via d’appello.

Per i quarti capienza ridotta al 35%, per semifinali e finali però la Lega Basket confida in una tolleranza maggiore, almeno fino al 60%. Ad aprire il programma, giovedì 16 alle 18, la sfida tra la testa di serie numero 1, cioè Milano, contro la testa di serie numero 8 che è Sassari, che a poche ore dal debutto ha fatto sapere di aver rinnovato il contratto a Piero Bucchi fino al 2025, ma che fino a poche ore dalla partenza per le Marche non sapeva ancora con chi avrebbe affrontato la rassegna, essendo appena riemersa dalle grinfie del Covid (i sardi non giocano da due settimane, e giocoforza neppure si sono allenati assieme in questo tempo).

L’Olimpia a Pesaro dovrà fare a meno ancora una volta di Shields e Mitoglu (oltre a Moraschini), già assenti da diverso tempo, ma potrà contare su elementi del calibro di Hall, Datome, Melli, Kell e Rodriguez, giusto per citarne alcuni, che sin qui hanno dimostrato di poter dettare legge tanto in Italia, quanto in Europa. La Dinamo deve fare i conti con l’incognita dello stop di inizio mese, ma almeno non avrà molto da perdere: Bucchi ha fatto capire che proprio la mancanza totale di pressione potrebbe consentire ai suoi ragazzi di tentare di ribaltare il pronostico, ma al di là della fatica dei tanti impegni ravvicinati Milano resta fuori portata. A meno che Gerald Robinson non s’inventa la partita dell’anno. Il palcoscenico sarebbe quello giusto.

TRENTO-BRESCIA, LA LEONESSA HA VOGLIA DI RUGGIRE

Il Covid non ha falcidiato solo Sassari: qualche settimana prima era toccato a Trento fare i conti con la pandemia, e i numeri fatti registrare a inizio 2022 (12 gare, 11 ko. e una sola vittoria tra campionato ed EuroCup) hanno fatto emergere il guaio in tutta la sua interezza.

Il roster di Lele Monin ha recuperato a fatica le munizioni, mentre sulla sponda opposta Brescia ha potuto trovare strada facendo quella fiducia che inizialmente l’era mancata, passando da un record di 4 vinte e 7 perse a una striscia aperta di 8 vittorie consecutive.

E il segreto di un’inversione così forte di tendenza è da ricercare soprattutto nel grande affiatamento della coppia composta da Amedeo Della Valle e Mitrou Long, che ha letteralmente preso per mano i compagni e consegnato a coach Alessandro Magro una parte centrale di stagione da favola, fino a spingere la Leonessa al terzo posto parziale.

L’Aquila però è arrivata a Pesaro con l’intento di invertire la rotta: si gioca molto, affidandosi una volta di più ai punti nelle mani di Flaccadori, scopertosi play e rivelatosi molto più di una semplice rivelazione. Pronostico favorevole a Brescia, ma sarà gara vera.

TRIESTE-DERTHONA, RAMONDINO SOGNA L’UPSET

Derthona (o Tortona, fate voi) è la sorpresa della stagione, imbucata al gran ballo della Final Eight e attesa alla stregua di una mina vagante. Anche perché Trieste ha perduto un po’ di quello smalto che ne aveva contraddistinto la prima parte di stagione, culminata prima di Natale con il clamoroso successo sull’Olimpia.

Coach Ciani però ha dato un’identità forte a un gruppo che ha saputo sopperire anche all’improvvisa partenza di capitan Fernandez, tornato in Argentina per motivi personali, anche se sarà fondamentale aggiungere qualche comprimario al lavoro che Adrian Banks smazzerà sin dalla palla a due, leader incontrastato a livello di punti e di assist.

Derthona non ha nulla da perdere: s’è presentata da neopromossa con la sfacciataggine di chi non ha paura di niente e sin qui ha avuto ragione, garantendosi un piazzamento stabile in zona play-off e pescando tutto sommato un buon accoppiamento ai quarti, perché la Trieste vista di recente non è certo imbattibile.

JP Macura ha già messo nel mirino la semifinale si sabato prossimo: la sua capacità di trasformare palloni sporchi in punti pesanti ha fatto le fortune di coach Ramondino, che può fare leva anche sull’esperienza a questi livelli di Ariel Filloy e alla versatilità di Bruno Mascolo in uscita dalla panchina. Derthona vorrà riscattare la brutta scoppola rimediata in campionato a fine ottobre, quando l’Allianz le rifilò 29 punti di scarto. Un motivo in più per aspettarsi battaglia vera.

BOLOGNA-BRINDISI, LA VIRTUS E L’INCUBO DEI QUARTI

La Virtus nell’ultimo anno è stata la bestia nera di Milano, ma la Coppa Italia in qualche modo è la bestia nera delle V nere. Che da due anni escono puntualmente ai quarti, sempre per mano di Venezia, che stavolta però ha marcato visita e ha reso più leggero l’animo di coach Scariolo (che non era presente alle ultime due campagne di coppa, dal momento che in panca c’era Djordjevic) e dei suoi ragazzi.

Il recupero di Belinelli è la notizia che il popolo bianconero aspettata: col Beli a pieno servizio, puntare al bersaglio grosso è certamente più facile. Non automatico, perché Brindisi ha cercato di correre ai ripari dopo la rottura con il play Josh Perkins, che da valore aggiunto era diventato zavorra su tutta la linea.

L’arrivo di Ale Gentile è il segnale che la società ha messo a disposizione di coach Vitucci un’arma importante per cercare di dare una svolta in positivo al proseguo della stagione, sin qui comunque sufficiente. Ci sarà anche Zanelli, fuori nelle ultime gare, e a Nick Perkins verrà chiesto di giganteggiare sotto le plance, tenuto conto anche del fatto che la Virtus, orfana di Udoh e Abass, sotto canestro non è sempre così irreprensibile. Dovesse rientrare Teodosic (più facile per l’eventuale semifinale), già sarebbe una buona notizia per Scariolo, che fa bene a non fidarsi dell’Happy, che magari avrà studiata dalla Reyer come si butta fuori al primo turno una candidata alla vittoria.

(Credits: Getty Image)

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