NADAL, ENNESIMA RINASCITA: AD ACAPULCO IL TERZO TRIONFO NEL 2022

Submitted by Anonymous on Sun, 02/27/2022 - 23:05
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Redazione
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C’è un tennista che non è solamente un atleta, ma forse è da considerare ormai un marziano. Uno che è risorto più volte di un’Araba Fenice, perché s’è perso il conto ormai di quante resurrezioni abbiano costellato la vita sportiva di Rafael Nadal. Che solo un paio di mesi fa pareva essere ormai definitivamente lanciato verso quel sunset boulevard (il viale del tramonto, per dirla al modo americano) che in una certa misura ha già abbracciato da un paio d’anni Roger Federer, il grande rivale di sempre, più di quanto non lo sia stato Djokovic, che pure con Rafa condivide l’età anagrafica, essendo nati a pochi mesi di distanza (Federer in teoria è della generazione precedente, seppur a soli 5 anni di distanza).

Basta tornare sui social e leggere quel che si diceva a fine dicembre: il meglio è alle spalle, l’avvenire del maiorchino non potrà che essere tendente a un’inesorabile corsa verso la fine della sua avventura nel circuito professionistico. Tutta colpa della sindrome di Mueller-Weiss, tornata a farsi minacciosa e a colpire il piede sinistro dell’ex numero 1 al mondo, chiedendo il conto dopo anni di sacrifici e sforzi spesso oltre i limiti dell’umana comprensione. Eppure già in passato scommettere “contro” Nadal s’era rivelato controproducente. E non è solo una questione di “cuore”, se è vero che quello dei campioni (quando serve) batte più forte. È una storia di talento, di costanza, di determinazione e fiducia incrollabile nei propri mezzi. È la riprova che la testa comanda più del corpo, anche quando questo non risponde sempre come dovrebbe. O è forse semplicemente l’idea di sentirci ancora giovani, sapendo che c’è un Rafa che continua a mietere successi in giro per il mondo.

SOLO VITTORIE PER UN DOMINIO “SORPRENDENTE”

Il 2022 doveva essere il canto del cigno di Nadal, ma sin qui s’è rivelato essere un trionfo: da quando ha rimesso piede nel circuito, in sole 7 settimane e mezzo (52 giorni) il campione di Manacor ha disputato 14 incontri, prendendo parte a tre tornei (l’ATP 250 di Melbourne, gli Austrralian Open e l’ATP 500 di Acapulco) e mettendoli puntualmente tutti e tre in bacheca. In totale ha giocato 45 set, vincendone 39 e perdendone appena di 6, peraltro tutti durante lo slam australiano (uno contro Khachanov, un altro contro Berrettini, due a testa contro Shapovalov e Medvedev).

Nei due tornei “periferici”, dove ha beneficiato anche di un bye nei quarti di finale di Melbourne per via del forfait dell’olandese Griekspoor nei quarti di finale, su un totale di 8 incontri non ha lasciato neppure un set agli avversari, peraltro disputando appena due tiebreak (uno contro Cressy in finale a Melbourne, uno ai quarti ad Acapulco contro Paul). Un dominio sorprendente, pensando alle premesse: poco prima di Natale, dopo i due incontri di esibizione al Mubadala Open (entrambi persi contro Harris e Shapovalov), Rafa non era sembrato affatto così ottimista sulle sue possibilità di recuperare la forma migliore in tempi brevi:

Se devo essere onesto, non posso garantire che giocherò in Australia. Ne dovrò parlare con il mio team. Cinque mesi lontano dai campi non sono pochi: ho bisogno di giocare e allenarmi, ma non posso pensare di tornare subito competitivo.

E per non farsi mancare nulla, pochi giorni dopo arrivò persino il Covid a complicare le cose, costringendolo a letto per alcuni giorni, proprio nel cuore delle feste natalizie. Dubbi su dubbi che andavano ad accavallarsi l’uno sull’altro.

IL PROSSIMO OBIETTIVO: RIPRENDERSI LA NUMERO 1

Se non fosse Nadal, nessuno avrebbe immaginato di ritrovarlo festante con un sombrero in testa ad Acapulco, fresco di successo in finale su Cameron Norrie in due set (6-4 6-4) e con il terzo trofeo stagionale da mettere in bacheca.

Non potrei essere più felice, qui c’è un’atmosfera sempre speciale e questa è una vittoria davvero importante per me

ha commentato a caldo. Con quello conquistato in Messico fanno 91 in carriera: la tripla cifra non è distante, e se pensare di conquistarla nell’anno in corso è forse un po’ troppo ottimistico (ma di spazio ce ne sarebbe, visto com’è cominciato il 2022), di sicuro è un altro traguardo che in un modo o nell’altro Rafa metterà sensibilmente nel mirino.

Nel giorno in cui il tennis mondiale assiste dopo oltre due anni al cambio della guardia in vetta al ranking ATP, come Medvedev nuovo numero 1 al mondo, la gente già si va interrogando su quanto tempo trascorrerà prima che quella posizione torni di proprietà di Nadal, che potrà approfittare da giugno in poi di una serie di “bonus” di cui né il russo e tantomeno Djokovic potranno usufruire, in quanto l’assenza dello spagnolo dai tornei disputati nella seconda parte del 2021 non comporterà per lui alcuno scarto di punti (in pratica tutti quelli che conquisterà da giugno in poi saranno punti guadagnati in classifica). Un altro passo verso la leggenda: non male per chi solo un paio di mesi fa veniva dato per finito. Ma scommettere contro Nadal, come la storia insegna, non è mai una buona idea.

(Credits: Getty Image)

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