INDIAN WELLS ZVEREV E LA DOPPIA TRAPPOLA: PAUL E IL SENSO DI COLPA

Submitted by Anonymous on Mon, 03/14/2022 - 00:05
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Redazione
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Lo spettro che si aggira nell’animo di Alexander Zverev rischia di rivelarsi una trappola più difficile da disinnescare rispetto a Tommy Paul, che pure è un avversario tutt’altro che abbordabile. Domani a Indian Wells è in programma il match valido per il secondo turno e per il tedesco si tratta della prima partita di un torneo individuale dopo la squalifica di otto settimane comminatagli dall’Atp per la racchetta scagliata sulla sedia dell’arbitro ad Acapulco, dopo la sconfitta in doppio. Squalifica che, com’è noto, in realtà non è mai scattata, perché accompagnata dalla sospensiva: Zverev dovrà effettivamente fermarsi solo se avrà altri comportamenti fuori dalle righe. Ma il senso di colpa, come si evince dalle parole pronunciate alla vigilia, rischia di giocare brutti scherzi.

INDIAN WELLS, ZVEREV E L’INCUBO DEL MANCATO PERDONO

All’indomani dell’episodio di Acapulco, con gli insulti all’arbitro italiano Alessandro Germani e la sedia colpita con la racchetta, Alexander Zverev si era subito fatto avanti: “Non ho scuse – disse - Chiedo scusa ai miei tifosi, al torneo e a questo sport che amo. Come sapete do tutto in campo. Questa volta ho dato troppo”. Ma con il passare dei giorni, nel corso dei quali è anche tornato in campo vincendo i due singolari di Coppa Davis contro i brasiliani Seyboth Wild e Monteiro, ha capito sempre più di averla fatta grossa, fino allo sfogo di venerdì, a Indian Wells: “Girare per lo spogliatoio ora non è una bella sensazione – ha spiegato - . Tutti commettiamo errori, e spero che le persone possano perdonarmi. Sono un essere umano e posso garantirvi che non agirò più in questo modo in vita mia”. Sembra che al momento il tedesco viva con l’incubo del mancato perdono da parte dei suoi avversari.

INDIAN WELLS, PAUL HA GIÀ BATTUTO ZVEREV

Acapulco, tra l’altro, evoca anche un altro brutto ricordo a Zverev alla vigilia del suo esordio a Indian Wells. Fu proprio in Messico, infatti, che Tommy Paul nel 2020 rifilò una lezione al tedesco battendolo in due set agli ottavi con il punteggio di 6-3 6-4, grazie soprattutto all’altissima percentuale di punti sulla prima di servizio (34 su 45). È l’unico precedente ta i due atleti e il fatto che, rispetto ad allora, oggi lo statunitense ha il suo best ranking (numero 39) e anche un titolo in bacheca (Stoccolma 2021) non può che preoccupare ancora di più il campione olimpico.

INDIAN WELLS, ZVEREV E GLI STOP DOPO LE ATP FINALS

Il 2022 di Alexander Zverev, arrivato dopo le trionfali ATP Finals di Torino, è stato tutt’altro che perfetto. All’Atp Cup la sua sconfitta contro Auger-Aliassime è costata l’eliminazione alla Germania, agli Australian Open si è fermato agli ottavi contro Shapovalov perdendo in tre set, a Montpellier è arrivato in finale, ma si è arreso al kazako Bublik, al suo primo titolo in carriera, infine ad Acapulco, prima del fattaccio, ha superato a fatica lo statunitense Brooksby dopo una maratona durata fino alle cinque del mattino locali. Dall’altro lato Tommy Paul arriva a Indian Wells in buona condizione, senza aver fatto nulla di trascendentale, ma proseguendo nel suo percorso di crescita: ad Adelaide, in entrambi i tornei, è stato eliminato ai quarti, a Delray Beach in semifinale, ad Acapulco di nuovo ai quarti e i suoi “giustizieri” sono stati Gael Monfils, Marin Cilic, Cameron Norrie e Rafa Nadal. Impossibile, insomma, imputargli cali di tensione. Così Zverev farà bene a restare concentrato domani o corre il rischio di una pesante debacle in un torneo che altre volte lo ha visto uscire presto. Ma non era il numero 3 al mondo e testa di serie numero 2 come oggi.

(Credits: Getty Image)

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