MILANO-SANREMO 2022: LA CLASSICISSIMA TORNA ALL’ANTICO E PROMETTE SPETTACOLO

Submitted by marco.dimilia on Fri, 03/18/2022 - 15:46
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Tutti la vogliono, solo una la piglia. Un adagio sempre buono per il mondo del pedale: la Milano-Sanremo è un vero e proprio “mondiale di primavera”, ma metterla in bacheca è una delle cose più complicate che esistano al mondo.

Pensate a Peter Sagan, uno che con quelle caratteristiche e quel curriculum la classicissima se la sarebbe potuta mangiare a colazione: l’ha chiusa due volte al secondo posto, nel 2013 dietro il tedesco Ciolek e nel 2017 alle spalle del polacco Kwiatkowski, bravo a bruciarlo di un millimetro o anche qualcosa meno sul traguardo di via Roma. In altre cinque occasioni ha chiuso quarto, sempre ai piedi del podio, sempre in una volata che avrebbe dovuto esaltarne le caratteristiche, ma che all’atto pratico gli si è ritorta contro.

Perché la Sanremo sarà pure una delle corse più adatte ai velocisti nel panorama delle classiche monumento, ma arrivare a sprintare dopo quasi 300 chilometri, per giunta con appena un mese di gare nelle gambe, non è come farlo dopo una tappa di trasferimento inferiore a 200 chilometri. Materiale buono per un altro adagio: dopo 250 chilometri i valori si equivalgono, e più delle qualità contano le gambe.

Specie dopo aver scalato Turchino, Capo Mele, Capo Cerva, Capo Berta, Cipressa e Poggio, cioè le asperità del percorso “originale”, quello maggiormente battuto in oltre 100 anni di storia, quello che RCS ha voluto riproporre a due anni esatti dall’ultima volta. Anche se una novità ci sarà in occasione dell’edizione 113: la partenza dal velodromo Vigorelli, quello reso celebre dal record dell’ora di Fausto Coppi del 7 novembre 1942.

POGACAR CONTRO TUTTI, QUESTO È IL COPIONE

Di abbattere il record dell’ora per ora non ha espresso desiderio, ma di record Tadej Pogacar nella sua giovane carriera a pedali ne ha già infranti parecchi. E la marcia d’avvicinamento alla classicissima di primavera lascia presagire un sabato col botto: lo sloveno ha dominato la Tirreno-Adriatico, mostrando una condizione eccelsa e in generale un’attitudine a vincere disarmante per qualsiasi rivale.

Dopo aver messo le mani sull’UAE Tour e sulla Strade Bianche, dopo aver bissato alla T/A il successo del 2021, è inevitabile parlare di lui come il grande favorito della prima classica monumento della stagione: potrebbe vincerla in una volata ristretta, potrebbe farlo con un’azione da lontano, magari sulla Cipressa o (come più spesso accade) sul Poggio, il punto dopo quattro anni fa Vincenzo Nibali salutò la compagnia e s’involò trionfante verso il traguardo.

Il siciliano avrebbe dovuto correre sulle strade della Liguria per l’ultima volta in carriera, ma il Covid c’ha messo lo zampino e l’ha obbligato a rivedere tutti i piani di inizio stagione: è tornato in gara mercoledì scorso nella Milano-Torino, ma ha fatto capire a chiare lettere che una Sanremo non s’improvvisa da un giorno all’altro e di non sentirsi competitivo né per sé, né per i compagni.

Che poi, a leggere bene la start list, l’UAE è davvero una squadra al servizio del proprio capitano: Alessandro Covi, Davide Formolo e Diego Ulissi avrebbero potuto fare i capitani in qualunque squadra, invece saranno al servizio dello sloveno. Avrebbe dovuto esserci anche Matteo Trentin, ma sarà costretto a dare forfait per i postumi della caduta alla Parigi-Nizza.

EWAN E VAN AERT, I GRANDI ANTAGONISTI

Insomma, cercasi disperatamente antagonisti. Va beh, un nome ci sarebbe, e non necessita di alcuna presentazione: Wout van Aert la Sanremo l’ha vinta già una volta, nell’agosto del 2020, e parte con l’idea in testa di concedere il bis. Alla Parigi-Nizza ha fatto faville, lavorando di brutto per Roglic e mostrando una condizione al top.

Chiaro che dovrà guardare a vista Pogacar, e lo sloveno dovrà fare altrettanto. Posso partire entrambi in salita, oppure sprintare in una volta ristretta dopo essersi portati via un gruppetto di corridori. Possono tutto e il contrario di tutto, e allora tanto vale sedersi sul divano e godersi lo spettacolo. Qualora dovessero giocare ad annullarsi l’un altro, allora magari potrebbero spuntar fuori i velocisti e nessuno sin qui ha mostrato una condizione migliore di Caleb Ewan: già tre vittorie in stagione, la più prestigiosa delle quali a Terni nella terza tappa della T/A, e un’investitura arrivata da più parti come velocista di riferimento per un’eventuale volata di gruppo.

A pensarci bene il compito più ostico di Ewan e della Lotto Soudal (che schiera al via anche Philippe Gilbert: la Sanremo è l’unica corsa che manca nel suo palmares delle classiche monumento e la correrà per l’ultima volta in appoggio del suo capitano) sarà quello di provare a tenere calma la corsa su Cipressa e Poggio, cioè evitando di spaccare il gruppo e rendere il ritmo sostenibile per i velocisti.

L’australiano vanta due piazzamenti in via Roma, secondo nel 2018 (quando vinse la volata di gruppo, ma un secondo dopo il transito di Nibali) e lo scorso anno, battuto da Jasper Stuyven. Che per giunta sabato non sarà neppure al via: lo ha comunicato a meno di 48 dalla corsa, fermato da un malanno di stagione. Al suo posto correrà Mads Pedersen, colui il quale nel 2019 tolse di dosso a Trentin una maglia iridata che pareva già vinta.

OUTSIDER, ITALIANI E… CIAO CIAO

Seppur fuori dall’emergenza Covid, benché in calendario in un periodo nel quale i contagi stanno risalendo ovunque, la Sanremo qualche rinuncia eccellente e dolorosa la dovrà pur sopportare: Julian Alaphilippe l’ha vinta nel 2019 e si presentava come il terzo incomodo nella lotta tra Pogacar e van Aert, ma una fastidiosa bronchite gli impedirà di farne parte.

Filippo Ganna aveva puntato forte sulla classicissima di primavera, ma in attesa di sciogliere la riserva o meno sulla sua partecipazione (la febbre l’ha debilitato a inizio settimana, e come lui anche a Elia Viviani) la sensazione è che il proposito di puntare al successo dovrà essere rimandato ad altro anno.

Di finisseur, comunque, ne è piena la terra: Michael Matthews, Alexander Kristoff (vincitore nel 2014), Arnaud Demare (2016) e Jasper Philipsen sono tutti uomini da tenere a mente. E poi ci sarebbe pure Primoz Roglic: ufficialmente lo sloveno correrà in appoggio a van Aert, ma qualora il belga dovesse rinunciare a giocarsi la vittoria finale, ecco che per la Jumbo-Visma la carta di riserva promette decisamente bene.

E gli italiani? Detto dell’assenza di Nibali, e detto delle precarie condizioni di Ganna e Viviani,un’altra freccia è venuta meno con la rinuncia forzata di Sonny Colbrelli, anch’egli per una fastidiosa bronchite. Resta Giacomo Nizzolo, che si presenterà al via con un casco che è tutto un programma: quello disegnato per l’occasione da TRC Design ha impresso il Duomo di Milano, i fiori (simbolo di Sanremo) e le parole del ritornello della canzone “Ciao Ciao” de La Rappresentante di Lista, quella portata in gara all’ultimo festival, attualmente leader indiscussa nei passaggi radiofonici. “La canticchiavo in allenamento e mi sono reso conto che parlava di tutti i requisiti che servono per poter vincere una corsa come questa: una mente forte, un cuore grande, buone gambe e un po’ di fortuna”. Buonanotte, bonne nuit e ciao ciao. Arrivederci a via Roma.

(Credits: Getty Image)


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