TENNIS INDIAN WELLS, NADAL-ALCARAZ PROMETTE SPETTACOLO

Submitted by Anonymous on Sat, 03/19/2022 - 14:04
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Redazione
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Tutti aspettavano il derby e il derby è arrivato. Col suo carico di attese e di speranze, perché per quanto racconta l’attualità del tennis di questo primo scorcio di stagione la sfida tra Rafael Nadal e Carlos Alcaraz è molto più di un confronto generazionale. Rafa è indiscutibilmente il numero uno al mondo da tre mesi a questa parte: da gennaio ha conosciuto solo vittorie (19) e ha già programmato di riposarsi un po’ dopo la fine del torneo di Indian Wells, saltando Miami e dando appuntamento al primo torneo sulla terra rossa nell’amata Montecarlo. Alcaraz è però quanto di più insidioso possa esserci, almeno stando a quel che ha fatto vedere nelle ultime settimane: in California ha impressionato per solidità, concentrazione e condizione fisica. Una variabile, questa, solitamente appannaggio del suo grande idolo, quello al quale ha detto di ispirarsi sin dal primo giorno in cui ha impugnato la racchetta. Ma che stavolta potrebbe ritorcersi contro il mancino di Manacor, che qualche problemino l’ha accusato nel corso del torneo, non ultimo quello al piede sinistro (affetto dalla sindrome di Mueller-Weiss) che dopo due mesi e mezzo di partite sul duro sta cominciando a presentargli il conto.

ALCARAZ AL PRIMO VERO ESAME DI MATURITÀ

Alcaraz favorito? Beh, a voler essere pignoli, l’azzardo non sarebbe neppure così… azzardato. Perché Carlos è in gran spolvero e lo ha dimostrato infilando una striscia di 4 vittorie senza cedere nemmeno un set, soffrendo un po’ solo al servizio dove ancora fatica a entrare in campo con la prima. Si spiegano così i quattro break concessi a Norrie nel match dei quarti di finale, pratica risolta grazie all’efficacia della risposta che gli ha fruttato ben 6 break in una sfida dove paradossalmente chi andava a servire finiva per rischiare di mettersi nei guai. Considerando il percorso netto al Rio Open e la vittoria in Coppa Davis, Alcaraz è in serie aperta da 10 partite e punta dichiaratamente a mettere le mani sul primo Masters 1000 in carriera dopo aver fatto suo il primo ATP 500 in Brasile (il primo 250 è arrivato a Umago la scorsa estate). E sebbene Nadal resti sempre Nadal, specialmente quello visto in questo primo scorcio di 2022, la fatica accumulata dal maiorchino nell’ultima settimana potrebbe rivelarsi un fattore determinante e consegnare al giovane erede la più ghiotta delle chance per prendersi la finale.

NADAL IN CORSIA DI SORPASSO SU ZVEREV

Non inganni l’unico precedente tra i due spagnoli: la scorsa primavera sulla terra di Madrid non ci fu storia, con Rafa lesto a imporsi per 6-1 6-2 su un Alcaraz ancora troppo acerbo per poter opporre resistenza al suo idolo. Stavolta sarà diverso, e non soltanto per via della superficie che ben si addice alle caratteristiche del giovane murciano, che ha dimostrato di sapersi destreggiare bene sulla terra ma che ha confessato candidamente di gradire di più il cemento. Chiaro che per Carlos questa sarà una prova di maturità importante, una sorta di esame per entrare definitivamente nell’elite del tennis mondiale: vincendo potrebbe interrompere la striscia vincente di Nadal e presentarsi una volta di più come la mina vagante del circuito, per giunta in una fase dove l’assenza di Djokovic e la discontinuità dei vari Medvedev, Zverev e Tsitsipas rischia di rimescolare in fretta le carte anche nei piani alti della top ten. Di più: mal che vada lunedì Alcaraz farà registrare il suo best ranking, che dovesse perdere stasera (diretta dopo le 22 su Sky Sport Arena) oppure in finale lo vedrebbe balzare al numero 15, mentre in caso di vittoria salirebbe al numero 13 scavalcando anche Schwartzmann, l’argentino che ha sconfitto in finale a Rio qualche settimana fa. Anche Nadal, accedendo in finale, guadagnerebbe una posizione, risalendo alla numero 3 in luogo di Zverev e avvicinando sensibilmente la coppia composta da Djokovic e Medvedev, a quel punto distante un migliaio di punti appena.

L’ESPERIENZA DI RAFA CONTRO I MUSCOLI DI CARLOS

Tatticamente la sfida verterà molto sulla ritrovata efficacia al servizio di Nadal e sulla sua capacità di cambiare il piano partita in corso d’opera, come fatto egregiamente con Monfils nel terzo set, quando cioè ha alzato sensibilmente il livello della propria risposta, obbligando il francese a colpire la palla in modo meno potente. L’esperienza di Rafa è un valore aggiunto di cui Alcaraz non può far sfoggio, oltre al fatto che senza un’adeguata percentuale di prime il rischio è quello di doversi affidare unicamente alla risposta da fondocampo, quindi cercando di prolungare gli scambi e letteralmente vedere chi ne ha di più. Un rischio contro Nadal, che di questo fondamentale è autentico maestro, ma anche una necessità per provare a disinnescarne quella fiducia che nei momenti più delicati gli ha sempre permesso di ribaltare l’inerzia degli incontri. Di sicuro non ci sarà da annoiarsi: in Spagna non vedono l’ora di godersi la festa, ben sapendo che comunque vada ci sarà qualcosa per cui varrà la pena essere contenti.

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