MONDIALI QATAR 2022, L'ITALIA VERSO IL PLAY OFF: VIETATO FALLIRE

Submitted by Anonymous on Mon, 03/21/2022 - 18:37
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Redazione
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Per quattro mesi le notti degli italiani sono state funestate da due calci di rigore. Amaro dejavù: quello che negli anni ’90 era una sorta di incubo ricorrente, ben simboleggiato dai tre mondiali sfumati proprio dagli undici metri, di colpo è tornato a rendere meno solido il terreno sotto ai piedi di milioni di tifosi. Gli stessi che lo scorso luglio hanno esultato e fatto festa grazie ai tiri dal dischetto, che pure di colpo si sono ritorti contro nel cammino che conduceva a Qatar 2022. Gli errori di Jorginho contro la Svizzera hanno detto una cosa: la prima è che il calcio non è una scienza esatta, e che si può sbagliare al momento meno opportuno dopo aver segnato senza sosta per anni.

La seconda è che prendersi i mondiali in Medio Oriente bisogna per forza di cose passare per un play-off rischiosissimo, ancora più di quanto non lo fosse quello del 2017 con la Svezia. Sulla carta un atterraggio morbido rappresentato dalla semifinale con la Macedonia del Nord, preludio (in caso di successo) alla resa dei conti in casa di Turchia o Portogallo.

Due campi ostici, due avversarie temibili per i più disparati motivi: ambientali e caratteriali i turchi, seppur già battuti senza apparente difficoltà lo scorso giugno (ma anche la Svizzera era stata spazzata via senza grossi grattacapi…), qualitativi e di esperienza i lusitani, con il solito Ronaldo deciso a garantirsi l’ultima card mondiale della sua carriera. Mancini ha detto che non c’era tempo di sperimentare: ne ha convocati 33, e non senza qualche problema dell’ultimo minuto. Giusto per rendere l’aria più frizzantina.

BONUCCI E CHIELLINI, È QUI L’ENIGMA

Il forfait della vigilia del raduno ha riguardato Di Lorenzo, ormai titolare della fascia destra di difesa, al cui posto è arrivato De Sciglio, preferito a Calabria. In difesa i dubbi si legano soprattutto alle condizioni di Bonucci e Chiellini: con loro al 100% il Mancio non ha nulla da temere, ma visto il recente passato che ha visto entrambi ai box la loro presenza al momento è fortemente in dubbio, almeno per la sfida del “Barbera” di giovedì 24 marzo.

Se proprio uno dei due dovesse farcela, probabile che sia più Chiellini, col quale il commissario tecnico si riserverà di parlare nelle prossime ore. Out anche Toloi, altro reduce da Euro 2020, così come Spinazzola (sempre tanto rimpianta la sua assenza), le carte si assottigliano in fretta: davanti a Donnarumma, reduce da un paio di settimane nerissime dopo le critiche piovutegli addosso per i ko del PSG contro Real Madrid e Monaco, il varo della giovane coppia Mancini-Bastoni è quello più probabile, con Acerbi eventuale alternativa d’esperienza.

Sulle fasce tornerà a destra Florenzi, che era titolare indiscusso prima di infortunarsi nel debutto europeo dello scorso giugno, mentre a sinistra Emerson rimane la prima scelta (seppur arrivato in ritiro solo lunedì in tarda mattinata), ipotizzando De Sciglio più di Biraghi come possibile variabile da utilizzare a partita in corso. Difficile prevedere spazio per Luiz Felipe, alla prima chiamata assoluta.

MEDIANA TITOLARE E ALTERNATIVE IN ABBONDANZA

In mezzo al campo la linea titolare non si tocca: Barella, Jorginho e Verratti è il trio che ha condotto l’Italia a prendersi l’europeo la scorsa estate e, salvo complicazioni, toccherà a loro tre prendere posto anche nelle due partite che dovranno spedire gli Azzurri in Qatar. Se l’interista è apparso un po’ scarico nelle ultime giornate, pagando un po’ dazio alla fatica e al momento così così dell’Inter, Jorginho è arrivato più riposato (Tuchel l’ha risparmiato nel match di FA a Middlesbrough), mentre Verratti sta bene ed è pronto a farsi carico delle proprie responsabilità.

La mediana è forse il reparto che oggi offre più garanzie: con Lorenzo Pellegrini prima alternativa ci sono anche Cristante (fedelissimo del Mancio, l’uomo della ripresa), il rientrante Sensi, l’emergente Tonali e il fidato Pessina. E poi ci sarebbe Locatelli, che pure è positivo e attende di negativizzarsi per poter raggiungere i compagni e rendersi semmai disponibile per l’eventuale seconda partita. All’occorrenza poi c’è pure Zaniolo adattabile a fare la mezzala, ma la coperta appare già abbastanza lunga.

ATTACCO CON CIRO, E OCCHIO AI SASSUOLO BOYS

Finito sul banco degli imputati per la scarsa propensione al gol, l’attacco azzurro è più che mai sotto i riflettori. Stavolta non si potrà prescindere dalle reti degli attaccanti: Ciro Immobile con la Lazio ha ritrovato il sorriso: nel 2022 ha segnato 10 reti in 13 gare e si candida a quel ruolo di condottiero al quale tante volte non ha saputo rispondere nei fatti.

Improbabile che il Mancio se ne privi proprio adesso, benché Scamacca abbia dimostrato di essere in linea con le performance del capitano biancoceleste (8 reti in 11 gare), peraltro in gol da tre domeniche consecutive in A. Anche Belotti s’è destato proprio a ridosso del play-off, ma ad oggi il Gallo sembrerebbe essere retrocesso a terza scelta. Sugli esterni tutto ruota attorno a Lorenzo Insigne, che col Napoli sta stringendo i denti tra un problema muscolare e un altro, ma che mai come adesso sente il peso della responsabilità di guidare la nazionale a riprendersi il pass per il mondiale.

La chiamata di Zaniolo offre a Mancini un’alternativa importante a sinistra, a meno che il CT non si decida a calare il jolly Joao Pedro, convocato al posto di Balotelli in virtù di caratteristiche tattiche che consentono al capitano del Cagliari di poter fare sia la seconda punta che l’esterno d’attacco. A destra invece il titolare oggi ha un nome e un cognome ben precisi: Domenico Berardi, fresco di 100esimo gol in A con la maglia del Sassuolo, sta vivendo una stagione super in Emilia, che profuma di consacrazione dopo l’ottimo europeo della scorsa estate.

Orfano di Chiesa, il Mancio non può che affidarsi a Mimmo per cercare quella vivacità e quella verve necessarie per mettere a ferro e fuoco le difese rivali. La prima alternativa potrebbe essere rappresentata da redivivo Politano delle ultime settimane, oppure da Zaccagni o dal jolly per eccellenza della giovane Italia di Mancini, vale a dire Jack Raspadori.

LA FIDUCIA DEL MANCIO: “ANDREMO IN QATAR PER VINCERE”

Nella conferenza stampa di inizio raduno, il CT ha fatto capire di non voler neppure prendere in esame l’ipotesi di una mancata qualificazione.

Voglio essere positivo e non pensare ad altri scenari. Questa squadra parte da lontano, ha costruito una propria identità e un suo modo di giocare a calcio e deve mantenersi fedele a se stessa. Ho cercato di portare chi poteva essere più utile, senza fare esperimenti perché di tempo non ce n’è: avremo due giorni e mezzo per preparare la prima partita e quattro per la seconda, con dentro mezzo vero allenamento martedì e uno intero il sabato.

L’analisi di Mancini è figlia delle certezze acquisite nel tempo:

Nessuno dava credito a questo gruppo prima di Euro 2020, eppure tutti sanno come sono andate le cose. Avremmo evitato di affrontare queste due gare, ma le giocheremo con l’attenzione che richiedono. Non sottovalutiamo la Macedonia del Nord che è una buona squadra: non avremo Bonucci, con Chiellini dovrà parlare, ma ci faremo trovare pronti. Insigne forse non è nelle condizioni dello scorso giugno, ma rimane un elemento chiave per noi. E tra mediana e attacco ho tante buone soluzioni e una coperta piuttosto lunga che mi fanno stare tranquillo.

La determinazione non manca, così come il messaggio da far recapitare alla gente:

Vincendo l’europeo lo scorso anno abbiamo dato il là a un periodo meraviglioso per lo sport italiano, e i successi del fine settimana della Ferrari e di Jacobs ci hanno ricordato quanto è bello essere italiani. Ora tocca a noi riprendere il filo, consapevoli che il meglio verrà a novembre e dicembre quando andremo in Qatar per vincere il mondiale.

(Credits: Getty Image)

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