GENT-WEVELGEM 2022: TUTTI CONTRO VAN AERT NELLA PRIMA “CLASSICA” DEL NORD

Submitted by Anonymous on Sat, 03/26/2022 - 13:10
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Redazione
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Una volta era uno dei rari paradisi delle classiche del Nord deputato esclusivamente alle ruote veloci. Poi col tempo la Gent-Wevelgem è diventata corsa sempre più dura, adattati si ai velocisti ma non proprio quelli che attendono solo di essere pilotati nei metri finali di corsa dai compagni, piuttosto da quelli che tra una volata e l’altra in mezzo mettevano pure qualche arrivo da finisseur, o qualche ascesa non così semplice come l’altimetria vorrebbe far credere. Insomma, sempre meno paradiso e sempre più inferno, come d’altronde vuole il cerimoniale quando si parla di gare in territorio belga o fiammingo, ma l’edizione 2022 in un certo qual modo potrebbe tornare a strizzare l’occhio ai velocisti puri.

La corsa che apre ufficialmente la sequenza delle domeniche delle classiche del Nord (seguiranno Giro delle Fiandre, Parigi Roubaix e Liegi Bastogne Liegi, con in mezzo tante altre corse considerate per storia e blasone appena “minori” come Amstel Gold Race e Freccia Vallone) s’è rifatta il look, togliendo qualche muro e offrendo negli ultimi 33 chilometri un percorso pianeggiante che potrà dar modo alle squadre dei velocisti di programmare le volate dei rispettivi capitani. Sempre che non abbiamo perso troppo tempo prima, magari eccedendo con la fatica per rientrare dopo essersi fatti sfilare dagli attaccanti.

L’ULTIMO MURO A 33 CHILOMETRI DALL’ARRIVO

Dei 249 chilometri di corsa, quelli più interessanti dal punto di vista altimetrico coincideranno con i passaggi sui 4 muri selezionati dal comitato organizzatore: Scherpenberg, Baneberg, Monteberg e Kemmelberg verranno affrontati due volte ciascuno ad eccezione del Kemmelberg (tre volte), che sarà anche l’ultima asperità posta a poco più di 30 chilometri dall’arrivo.

E se qualcuno si chiede se non siano troppo pochi i muri dislocati lungo il percorso per ritenere di mettere fuorigioco tutti i velocisti più forti presenti in gara, di sicuro lo spazio per qualche tentativo da lontano non manca per intrepidi temerari decisi ad anticipare il gruppo. Ad ogni modo, che si parta da lontano o si arrivi in volata (poca cambia se ristretta o di gruppo), un favorito che spicca sopra ogni altro concorrente è d’obbligo e risponde al nome di Wout Van Aert, peraltro vincitore dell’ultima edizione: il belga della Jumbo-Visma ha le caratteristiche perfette per riuscire a volgere a proprio favore qualsiasi copione, determinato e sfrontato in volata, così come capace di fare il vuoto e concorrere a una fuga ristretta da lontano.

La condizione mostrata nelle ultime uscite è tale da lasciare presagire che ancora una volta l’uomo da battere sarà lui, nonché il sorvegliato speciale del gruppo. E potrebbe ripetersi quanto già visto alla Sanremo, cosa che ha fatto esclamare al belga che

io corro per vincere, mentre qualcuno s’accontenta di andare a podio.

IL BELGIO HA ANCHE LA CARTA MERLIER

Il riferimento di Van Aert erano legato soprattutto all’immobilismo di molti suoi colleghi che hanno preferito restare in marcatura su di lui anziché provare ad andare a riprendere Matej Mohoric, lo sloveno che a sorpresa (ma neanche troppo) s’è preso la classicissima di primavera con un incredibile scatto lungo la discesa del Poggio.

Mohoric che sarà di scena alla Gent-Wevelgem, anche se la morfologia del percorso non sembrerebbe addirsi completamente alle sue caratteristiche, essendo l’ultima asperità un po' troppo lontana dall’arrivo (ma potrebbe diventare pericoloso qualora dovesse finire in qualche drappello in fuga).

Il Belgio ha un’altra carta importante da calare: Tim Merlier ha cominciato il 2022 sotto una buona stella, conquistando una tappa alla T/A e aprendo la sua stagione del Nord con un successo tirato ma meritato nella Bruges-De Panne, battendo allo sprint i velocisti più forti tra cui Nacer Bouhanni e Dylan Groenewegen. In caso di arrivo di un gruppo ristretto, la volata potrebbe favorire il fiammingo, apparso in grandi condizioni.

RUOTE VELOCI: JAKOBSEN, PEDERSEN, PHILIPSEN E GROENEWEGEN

Fabio Jakobsen è la carta principale del Wolfpack, cioè del team Quick Steph-AlphaVinyl: in volata quest’anno ha raccolto meno rispetto a quanto seminato, ma è chiaro che in caso di arrivo in gruppo diventa l’uomo da battere. Il piano B dello squadrone belga rimanda a Kasper Asgreen, uomo particolarmente adatto ai fondi sterrati e al pavé delle classiche del Nord.

Tra i possibili protagonisti, occhio al vincitore del 2020, vale a dire l’ex iridato Mads Pedersen: alla Sanremo è stato chiamato a partecipare all’ultimo ma s’è fatto valere, arrivando con i migliori. E comunque in casa Trek-Segafredo c’è anche Jasper Stuyven, il vincitore della Sanremo 2021, che in una gara come questa potrebbe esaltarsi e risultare molto pericoloso per la concorrenza.

La Gent-Wevelgem rappresenta uno dei tanti obiettivi della sua primavera, questo preparato e pensato da tempo, e allora considerare il danese come uno dei grandi outsider è cosa buona e giusta. Altri nomi papabili: detto di Merlier, l’Alpecin-Fenix può dirottare le attenzioni alla bisogna anche su Jasper Philipsen, mentre l’UAE Team Emirates, oltre a Pascal Ackermann (che pure non è al meglio dopo la rovinosa caduta all’arrivo della Bruges-De Panne) si aspetta molto anche da Matteo Trentin, che lo scorso anno chiuse sul podio dietro Nizzolo e Van Aert, ma che sinora in stagione è stato condizionato da problemi fisici.

Infine, due nomi che vale sempre la pena spendere, anche perché a Wevelgem hanno già trionfato in passato: Peter Sagan (2013 e 2018), sfortunatissimo alla Sanremo quando è stato attardato da un problema meccanico all’inizio della Cipressa (ma la condizione aveva dimostrato di averla), e Alexander Kristoff (2019). Quanto agli italiani, non vinciamo dal 2015 con Luca Paolini, anche se negli occhi abbiamo ancora i tre trionfi di Mario Cipollini (1992, 1993 e 2002).

(Credits: Getty Image)

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