Roberto Mancini non se ne va: lo jesino ha annunciato la volontà di restare Ct della nazionale italiana dopo la debacle di settimana scorsa, coincisa con l'eliminazione dai play off di qualificazione al Mondiale 2022 in Qatar per mano di una modesta Macedonia del Nord. L'epilogo inatteso, e clamoroso, non ha spento la voglia del Ct di portare avanti il suo lavoro, finora contraddistinto dalla gioia più grande - la vittoria con merito di un Europeo in cui l'Italia non era certo tra le nazionali favorite - e dalla delusione più inimmaginabile, ovvero il mancato approdo in Qatar.
Per la seconda volta consecutiva gli Azzurri restano a guardare gli altri nella competizione più importante e puntano alla ricostruzione - o, quantomeno, alla rivisitazione - di un movimento che richiede sicuramente qualche ritocco. Non siamo al post Ventura, perché nel frattempo Mancini ha ridato alla nazionale una fisionomia riconoscibile e indicato la giusta via, ma restano da affinare percorsi migliorativi soprattutto in seno ai vivai, che sono - rispetto ad altri Paesi europei - una fucina minore di talenti nostrani.
Nessuno si è permesso di puntare il dito nei confronti del Ct - il meno responsabile di tutti per quanto accaduto - il quale, semmai, aveva autonomamente lasciato intendere che una delusione simile potesse avere dei contraccolpi nella volontà di proseguire il lavoro di commissario tecnico. Invece Mancini ha di fatto sciolto le riserve: non abbandona la nave, sta saldo al timone con l'obiettivo di riportare la nazionale ai fasti che le competono.
Parlando a Coverciano alla vigilia di Turchia-Italia, finalina dei play off Mondiali, ha parlato in prospettiva per i prossimi anni.
Ho parlato in questi giorni con il presidente Gravina, siamo allineati su tutto. Ne riparleremo poi con calma, vedremo cosa migliorare. Penso di poter restare? Sì,sono giovane, e con questi ragazzi penso di potermi divertire ancora. Non possiamo tornare indietro, per recuperare quello che a novembre non avremo, ma possiamo guardare avanti. Mi hanno fatto molto piacere i riconoscimenti del lavoro fatto in questi anni. La vittoria all'Europeo è stata meritata, ma prima c'erano stati tre anni di gioco e vittorie. Ora dobbiamo pensare alla sfida all'Argentina a giugno, e a qualificarci per l'Europeo: dovremo inserire dei giovani
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