CRISI LAKERS E CORSA PLAY-OFF: LEBRON, LA CAVIGLIA FA CRACK. E IL PLAY-IN È A RISCHIO

Submitted by Anonymous on Mon, 03/28/2022 - 15:11
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Redazione
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Mammasantissima, questi Lakers rischiano davvero l’osso del collo. E sarebbe un tracollo clamoroso, perché pensare di mancare persino l’accesso al play-in, cioè al mini torneo che “regala” letteralmente due pass per i play-off, equivarrebbe a una Caporetto senza precedenti. La paura però è tangibile in casa purple & gold, specie adesso che s’è inceppata anche quella macchina perfetta che risponde al nome di LeBron James.

Il quale a dispetto delle 37 candeline spente tre mesi fa sin qui aveva tirato mirabilmente la carretta, nascondendo le numerose falle che ogni giorno si spalancano davanti agli occhi di coach Vogel. Ma nella sfida contro New Orleans un brutto infortunio potrebbe averne compromesso il proseguo della stagione regolare, anche se va detto che nonostante il guaio rimediato a inizio secondo quarto il numero 6 ha concluso lo stesso la partita, seppur a fronte di non poche sofferenze.

A mettere fuori gioco il Prescelto è stata la caviglia sinistra, che si è girata dopo che il piede di LeBron ha pestato quello di Jaxson Hayes, che come lui si è fiondato su un pallone vagante a rimbalzo. Ad avere la peggio è stato il nativo di Akron, che non a caso nella seconda parte del match ha visto calare drasticamente il suo rendimento, complice il fastidio proveniente dalla caviglia infortunata.

SITUAZIONE DA MONITORARE DAY BY DAY

L’analisi di James a fine gara non ha lasciato spazio a troppe interpretazioni:

Mi stupisco di essere rimasto in campo così a lungo, anche se sentivo che qualcosa non andava affatto bene. Col passare dei minuti la gamba ha cominciato letteralmente a scaldarsi, ma sapevo quanto fosse importante questa partita e ho cercato in ogni modo di stringere i denti e restare in campo, pur senza riuscire a fare le cose che avrei voluto fare.

E alla fine i Lakers hanno finito per perdere, dilapidando un vantaggio di 23 punti e complicando e non poco la propria rincorsa a un posto play-in, oggi minacciato dal ritorno dei San Antonio Spurs, distanti appena una partita dalla decima piazza occupata dai losangelini. Che pure sembrano più preoccupati dal possibile stop di LeBron che non dal ritorno dei texani:

Non so come evolverà la situazione. Siamo in un periodo piuttosto intenso e credo che le condizioni della caviglia andranno valutate giorno per giorno. Odio star fuori, ancor più quando ci si gioca letteralmente una stagione, ma posso solo sperare di star meglio e nel minor tempo possibile.

SAN ANTONIO ORA CI CREDE: IL CALENDARIO DICE SPURS

Se fino a un paio di settimane fa la situazione di classifica appariva piuttosto rassicurante, adesso il quadro è letteralmente precipitato. I Lakers nelle ultime 10 gare hanno vinto appena 3 volte e così facendo hanno dato modo ai Pelicans di superarli e soprattutto agli Spurs di rientrare in gioco per un posto al play-in, complice un rendimento fatto di 6 vittorie e 4 sconfitte nello stesso periodo.

E il calendario offre agli uomini di Popovich un’occasione ghiotta per continuare la risalita: delle 8 gare che debbono affrontare, tre sembrerebbero abbastanza segnate contro Houston e (due volte) Portland, formazioni che non hanno nulla da chiedere alla loro annata, se non qualche chance in più di pescare la pallina giusta alla lottery draft. I Lakers al contrario hanno un calendario tostissimo: 5 gare in trasferta su 8 e avversarie del calibro di Dallas, Utah, New Orleans (alla Crypto.com Arena: quasi uno spareggio), Denver (due volte), Golden State e Phoenix, con una sola gara abbastanza abbordabile contro OKC.

Doverle affrontare senza James potrebbe rivelarsi davvero alla stregua di un problema insormontabile, a meno che Anthony Davis non riesca ad accorciare i tempi di recupero e correre in aiuto ai compagni. Determinante sarà l’esito degli esami a cui si sottoporrà James prima della gara con Dallas: dovesse star fuori più di una partita, le chance di agganciare l’ultimo treno utile per provare a salvare la stagione rischiano di assottigliarsi a dismisura.

PLAY-OFF A OVEST: DONCIC VUOLE CONTINUARE A RISALIRE

Arrivati ormai ad aprile, i play-off bussano alla porta ma mai come quest’anno il quadro appare ingarbugliato, tanto a Est quanto a Ovest. Nel selvaggio west, ad esempio, l’unica certezza è che Phoenix avrà la numero 1 e giocherà in casa 4 partite anche in caso di arrivo alle Finals contro la vincitrice della corsa dell’Est.

Per il resto carte tutte da assegnare: Memphis ha ipotecato la seconda piazza, complice la progressiva discesa dei Warriors che avranno il loro bel da fare per provare a salvare almeno la terza posizione, con Dallas che dopo il sorpasso operato ai danni dei Jazz ha ancora voglia di regalarsi un altro upgrade.

Denver invece è padrona del proprio destino per ciò che riguarda la sesta piazza, avendo una gara e mezzo di vantaggio con una gara in meno disputata rispetto a Minnesota, anche se forse Jokic ha messo nel mirino il quinto posto occupato dai Jazz, che con 4 sconfitte di fila si sono complicati eccome la vita. In zona play-in, Wolves e Clippers sono già tranquilli e concentrati sulla sfida che li metterà di fronte al primo turno (chi passa entra come settima del seeding). I Pelicans hanno superato i Lakers alla nona posizione, con gli Spurs non così distanti: dalla sfida di Los Angeles tra Lakers e Pelicans di venerdì prossimo passerà buona parte degli sviluppi futuri della parte bassa del tabellone.

PLAY-OFF A EST: IN 4 PER IL PRIMATO, CHE SPETTACOLO!

Quel che sta succedendo a Est è semplicemente meraviglioso: quattro squadre in lotta per le prime quattro posizioni, sostanzialmente con le stesse percentuali di poter chiudere al primo, quanto al quarto posto al termine della regular season. Tutto ciò reso possibile dall’inspiegabile flessione patita dai Miami Heat, che fino a una settimana fa si tenevano alla larga dai guai, ma che complice una serie aperta di 4 sconfitte si sono fatti riassorbire dal gruppo.

Spoelstra fatica a spiegarsi questa involuzione, anche perché le munizioni sono al completo (Butler, Adebayo, Lowry, Tucker, Herro e pure Oladipo), ma i conti da qualche partita a questa parte non tornano, come ben evidenziato anche dal ko. con i Nets della scorsa notte. La gara spartiacque potrebbe essere quella in programma mercoledì al TD Garden di Boston, ospiti della squadra più “calda” del momento: i Celtics hanno vinto le ultime 6 partite, sono 9-1 nelle ultime 10 e stanno mandando segnali bellicosi in ogni direzione, con Tatum e Brown che giocano in modalità MVP.

Oltre alla sfida diretta con gli Heat ne avranno un’altra giovedì 7 aprile in casa dei Bucks, due incroci che potrebbero contribuire a dare il volto definitivo all’alta classifica. Milwaukee a sua volta è in salute (7-3 nelle ultime 10, ma l’ultima l’ha visti cedere a Memphis) e ha un calendario bello tosto che la metterà di fronte a Phila (martedì sera), Brooklyn e appunto Boston: se Giannis dovesse azzeccare le combinazioni, allora la numero 1 non sarebbe più un miraggio.

Infine i 76ers: la sconfitta contro Phoenix ha ribadito a Embiid e Harden che c’è ancora da lavorare, ma tolta la sfida con i Bucks il finale di regular season non sarà poi tanto complicato, con diverse sfide abbordabili (due con i Pacers e altrettante con Detroit) che potrebbero far decollare i propositi di Doc RIvers, che punta al primato. Alle spalle dei Fab 4 in tre ci si gioca due posti: Chicago è in crisi (4-6 nelle ultime 10) ma per ora resiste al quinto posto, pur se Toronto è tornata a una sola partita di distanza sopravanzando anche i Cavs, che pagano dazio alle assenze e a qualche ko. di troppo negli scontri diretti.

Oggi Cleveland giocherebbe il play-in con i sempre ostici Hornets, in netta ripresa e in piena lotta per l’ottavo posto con i Nets, felici di ritrovare Irving anche per le gare in casa (la farsa è finita) e attesi da un calendario abbastanza soft, tolta la trasferta di Milwaukee. E poi c’è Atlanta, che ha sostanzialmente blindato la decima piazza e attende solo di sapere dove dovrà andare a giocare il suo play-in. Con buona pace dei Knicks, autori di un’altra annata da dimenticare.

(Credits: Getty Image)

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