FRANKIE DETTORI SA SOLO VINCERE, ALLA DUBAI WORLD CUP ECCO L’ENNESIMA PERLA

Submitted by Anonymous on Tue, 03/29/2022 - 07:21
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Redazione
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Lo chiamano Frankie, ma non fatevi ingannare perché il nome originale è bello italiano e si scrive e si legge Lanfranco. Solo che agli inglesi piace talmente tanto che pur di sentirlo un po' più vicino a loro sono disposti a tutto, anche a rendere più british il suo nome, evidentemente non paghi del fatto che dal 1984 la contea di Suffolk l’ha letteralmente adottato.

Sul cognome però possono ben poco: Dettori è italianissimo e neppure barattabile, perché anche papà Gianfranco è italiano (e sardo doc) e nel corso della sua carriera qualche bella affermazione in giro per il mondo se l’era andata a cercare (3.798 vittorie possono bastare?). Lanfranco però è andato oltre, e anzi non sembra volersi più porre alcun limite: a 51 anni ha trionfato per la quarta volta nella Dubai World Cup, una delle corse più prestigiose e dal montepremi più ricco al mondo, dominata in sella a Country Grammer, cavallo allenato da quel santone del galoppo che risponde al nome di Bob Baffert.

L’ennesimo trionfo di una carriera inimitabile che pare non voler conoscere fine, e che ogni volta che qualcuno s’azzarda a ipotizzare che il viale del tramonto sia già stato imboccato, puntualmente viene rispedito al mittente.

UNA RIMONTA DA URLO CON IL CAVALLO DI BOB

Frankie si chiama così perché agli inglesi riesce più facile la pronuncia, ma rimane una vera e propria eccellenza in italiana. E nei giorni in cui il Medio Oriente per lo sport italiano ha assunto i connotati di una beffa, o se preferite di un incubo (Dubai dista 600 chilometri dal Qatar: ai mondiali di calcio, però, l’Italia farà da spettatrice), c’ha pensato Dettori a far sventolare il tricolore nella patria dei purosangue arabi.

E lo ha fatto in grande stile, cioè con una rimonta da leccarsi i fatti: Life is Good, il grande favorito della vigilia, era già lanciato verso la linea del traguardo quando Country Grammar l’ha affiancato e poi superato, nel delirio più totale di una folla estasiata dalla grande rimonta orchestrata dal fantino nativo di Milano. Alla fine alla piazza d’onore s’è piazzato il giapponese Chuwa Wizard su Hot Rod Charlie, con Life is Good letteralmente crollato una volta capito che non ci sarebbe stata gloria nella giornata di Meydan.

Al traguardo Dettori ha potuto far festa con il proprietario del cavallo, il saudita Amr Zedan (saudita nato a Los Angeles: vuol entrare nel mondo del calcio, ha messo gli occhi sul Chelsea, e Frankie tifa Arsenal…), e provare nuovamente emozioni che in vita sua aveva vissuto altre tre volte: la prima nel 2000 su Dubai Millennium, la seconda nel 2003 su Moon Ballad, la terza nel 2006 su Electrocutionist. E ha messo le mani su una buona fetta del prize money, che a Dubai arriva a toccare 11 milioni. Solo la Saudi Cup, la corsa più remunerativa al mondo con 18 milioni di montepremi, viaggia a cifre superiori.

UNA CARRIERA INIMITABILE: IL TRIONFO AD ASCOT DEL 1996

Dettori non è solo il più grande fantino della sua epoca, ma dimostra ogni volta che salta in sella di avere una voglia smisurata di conquistare trionfi. Un’ora prima di trionfare alla Dubai Cup aveva fatto altrettanto nel Dubai Turf, una delle gare di contorno del week-end, conquistata cavalcando Lord North e offrendo un’altra dimostrazione di superiorità nelle battute decisive della corsa, con arrivo al fotofinish vittorioso sul giapponese Panthalassa.

Al netto di tutto, rimane indiscutibile la classe e la superiorità di Frankie, che a dispetto dell’età continua a offrire al mondo un saggio della sua immensa bravura ogni volta in cui viene chiamato in causa. Un talento naturale che ha vissuto giornate epiche, su tutte quella del 28 settembre 1996 ad Ascot quando riuscì nell’impresa delle imprese, centrando 7 vittorie nelle 7 gare disputate nel medesimo giorno. Uno da oltre 3.000 vittorie in carriera, ma che a quanto pare non ha ancora deciso di appendere gli stivali al chiodo.

Faccio come Valentino Rossi: finché mi diverto, continuo a correre. E se cado rimonto in sella, che è la cosa più bella che può esistere

esclamava giusto qualche mese fa il buon Lanfranco. Che ha 5 figli, un erede designato (Rocco, quasi maggiorenne) e una voglia matta di non scendere da cavallo. E visti i risultati, perché mai dovrebbe farlo?

(Credits: Getty Image)

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