ATP MIAMI OPEN ALCARAZ-KECMANOVIC: GIOVANI IN RAMPA DI LANCIO

Submitted by Anonymous on Thu, 03/31/2022 - 15:00
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Redazione
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Ha distrutto Tsitsipas con la risposta sulla sua seconda, ha servito la prima con una percentuale di poco inferiore al 70% e ha saputo capitalizzare tutto sommato bene le 11 palle break concesse dal greco, trasformandone 4 in altrettanti break point. Insomma, Carlos Alcaraz continua a studiare da campione: aver messo sotto scacco per la seconda volta in poco più di 7 mesi il numero 5 al mondo val bene un altro passo avanti nel ranking ATP, che lo vede già ben saldo alla 15 ma che diventerebbe la 13 se nella notte italiana (a Miami si dovrebbe giocare intorno alle 19 locali, quindi le 1 in Italia) dovesse far fuori Mionir Kecmanovic, che in punta di piedi e senza dare troppo nell’occhio s’è preso un altro quarto di finale importante in questo primo scorcio di 2022 decisamente vissuto all’arrembaggio.

Tanto che la Serbia, orfana di Djokovic, s’affida proprio a uno dei suoi prospetti di maggiore interesse per provare a frenare la rincorsa ai piani alti della classifica mondiale del giovane di Murcia, che secondo qualche addetto ai lavori può ragionevolmente pensare di arrivare a mettere le mani persino sulla numero 1 entro la fine del 2022. Possibile una simile scalata?

Numeri alla mano si, ma forse qui l’ottimismo è sfuggito un po’ di mano. Perché il ragazzo è forte e l’ha dimostrato abbondantemente negli ultimi mesi, ma ancora non è mai arrivato alla fine di un Masters 1000 e soprattutto ancora deve capire bene come poterlo fare in un torneo dello slam. Certo Alcaraz è un predestinato e sul trono mondiale prima o poi (più prima che poi) ci arriverà, ma da qui a pensare di vederlo sul trono occupato da Djokovic nell’arco di pochi mesi, beh, oggettivamente ce ne passa.

KECMANOVIC, LO STAKANOVISTA CHE NON TEME LA FATICA

Meglio pensare a un ostacolo alla volta: Kecmanovic è solido, ha scalato rapidamente posizioni, è già entrato in top 40 (mal che vada lunedì sarà 38) e ha un solo vero obiettivo in mente, cioè rimuovere il tabù che lo ha visto uscire sistematicamente ai quarti negli ultimi tre tornei disputati, vale a dire Rio de Janeiro, Santiago del Cile e Indian Wells. Intanto, battendo Fritz in tre set, s’è preso la rivincita sull’americano che lo aveva battuto in California un paio di settimane fa.

Prestazione solida e convincente, soprattutto nei momenti chiave del match, bravo soprattutto a reagire dopo aver perso il primo set ma capace di rimettersi in fretta in carreggiata. In stagione è uno di quelli che ha giocato di più nel circuito: 26 le gare affrontate da inizio gennaio, di cui 19 vinte e 7 perse.

E oltre ad essersi rivelato alla stregua di una bestia nera per i tennisti italiani, 6 volte battuti nei 6 match disputati (l’ultimo a cadere, proprio a Indian Wells, è stato proprio Berrettini), ha messo in fila vittime illustri, tipo Auger-Aliassime che ha liquidato in due set nel secondo turno del Miami Open, oltre appunto a Fritz che era reduce dal trionfo nel torneo di “casa” (appena 200 chilometri da San Diego).

ALCARAZ PALRA E GIOCA DA VETERANO. E “VUOLE” MEDVEVED

Quante chance ha Kecmanovic di fermare Alcaraz? Se lo spagnolo mantiene il livello ammirato sin da inizio torneo, oggettivamente pochine. Perché Carlos è in costante ascesa, studia meticolosamente ogni avversario e sa sempre cosa fare, pronto a cambiare tattica se necessario, solido come non mai soprattutto in risposta. Un talento non più grezzo, ma che sta mostrando al mondo di che pasta è fatto: ha perso un solo game sul proprio servizio in tutto il torneo, e dire che proprio la scarsa capacità di incidere con la prima (e soprattutto la seconda) era stato uno dei fattori che più di altri l’avevano messo in difficoltà nella prima parte di stagione.

Col dritto e sul rovescio spesso risulta ingiocabile per qualsiasi avversario, e il fatto di essersi risollevato dopo essere stato sotto 5-2 nel primo set contro un giocatore esperto e in buona condizione atletica come Tsitsipas ha fatto vedere al mondo un altro lato del murciano, capace di tirar fuori ogni risorsa possibile nel momento del bisogno. Avrebbe potuto deragliare, ha risposto con un filotto di 5 game vinti consecutivamente grazie ai quali ha completamente rovesciato l’inerzia del match.

Giocare in questa atmosfera, con un pubblico così caldo e un clima tanto mite, è davvero bellissimo. E poi affrontare gente del calibro di Stefanos rende tutto più bello ed elettrizzante. Come mi sono rialzato dopo i problemi di inizio partita? Sapevo che lui cerca sempre di posizionarsi per colpire con il dritto, così ho provato a rispondere con un paio di rovesci incrociati e poi negli scambi successivi ho cercato sempre più spesso il rovescio lungo linea, obbligandolo a forzare il suo dritto in corsa. È stata una soluzione che mi ha permesso di prendere diverse situazioni di vantaggio, soprattutto nei punti più importanti.

Parole che uno si aspetterebbe da un veterano del circuito, eppure Carlos compirà appena 19 anni il prossimo 5 maggio, nei giorni in cui presumibilmente sarà di scena a Madrid, a caccia di un altro Masters 1000 sulla terra. E chissà se per quel giorno non ne avrà messo già uno in bacheca tra Miami e Montecarlo: intanto contro Kecmanovic parte strafavorito, complice anche una striscia stagionale di 14 vittorie (di cui soltanto due in tre set, entrambe a Rio contro Munar e Berrettini) e due sole sconfitte, con Berrettini negli Australian Open e con Nadal in semifinale a Indian Wells. E all’orizzonte c’è una semifinale contro Medvedev, troppo ghiotta per farsela scappare.

(Credits: Getty Image)

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