EUROPA LEAGUE: LIPSIA-ATALANTA, QUANDO IL CALCIO PROFUMA DI MODERNITÀ

Submitted by marco.dimilia on Tue, 04/05/2022 - 09:13
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Redazione
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È da più di 10 anni ormai che il calcio moderno, in Europa, trae linfa da una divergente (ma non opposta) maniera di interpretare il gioco del pallone. Lo scontro delineatosi, riassumendo e dunque semplificando per necessità, vede, da una parte, squadre che prediligono la costruzione del gioco, intesa come elaborata ed armonica ricerca di creare associazioni creative intorno al pallone mediante il controllo di quest’ultimo, mentre dall’altra parte troviamo un’interpretazione che predilige intensificare, in gradazioni più o meno estreme, il disordine, il caos, insomma quell’aspetto primordiale ed incontrollabile proprio del calcio.

È a questa seconda “fazione” che appartiene il rifiuto di impostare partite sulla base di un possesso palla prolungato e manovre accompagnate, quella ricercata è piuttosto un’energia distruttrice, che tende a vedere la palla come una nemica da lasciare in mano agli avversari, per poi approfittare degli errori a cui il possesso del pallone, agente di caos, espone. Metodo privilegiato per incanalare a proprio favore questa energia distruttrice è l’applicazione sistematica di un pressing aggressivo (caro anche al mago del calcio di posizione: Guardiola), strumento grazie al quale l’amore per la palla proprio di quelle squadre votate all’armonica costruzione, diventa un rischio che apre la porta ad improvvise ‘rapine’ e ribaltamenti delle fasi di gioco. Da un lato l’impianto ritmico, fluido e razionale della scuola olandese-catalana; dall’altro il realismo cinico della scuola tedesca, che non cerca di imporre una pre-visione fatti, ma di sfruttare a proprio favore l’indomabile imprevedibilità del reale. Sistema vs stato d’eccezione.

È partendo da queste premesse che possiamo tentare di interpretare il match valido per i quarti di finale di Europa League previsto il prossimo 7 aprile tra Lipsia e Atalanta. La scuola tedesca, che vede in Klopp “l’iniziatore” (sua la frase “il pressing è il miglior playmaker del mondo”), è espressione di un determinato modo di intendere il pallone. Ed è proprio l’entrata in campo della Red Bull ad essersi fatta portatrice di questa filosofia. Il brand di bibite energetiche infatti non ha voluto legare il proprio nome ai successi di una squadra, come avrebbe potuto fare scegliendo di sponsorizzare un club più blasonato, ma piuttosto ha scelto di entrare direttamente nel processo di creazione dei successi legando il proprio nome ad uno stile definito. In particolare sono i 2 club europei brandizzati Red Bull (Salisburgo e Lipsia) che dall’arrivo di Ralf Rangnick nel 2012 come DS hanno abbracciato lo stesso progetto tecnico.

 

QUELLI DEL “GEGENPRESSING”

Sono il pressing offensivo forsennato, detto gegenpressing, e l’immediata ricerca di verticalità, oltre alla marcatura a uomo, i principi tattici di questa scuola. Facile notare come queste siano caratteristiche proprie anche della squadra bergamasca allenata da Giampiero Gasperini, il quale però si colloca nel mezzo tra la scuola olandese-catalana e quella tedesca, dando vita, da anni, alla realtà italiana più interessante nel panorama europeo (corredata di tre terzi posti consecutivi in campionato dal 2018 al 2021). L’Atalanta è infatti una squadra che gradisce il possesso palla e la possibilità di imprimere al match la propria volontà tattica, senza attendere le mosse degli avversari. Ma allo stesso tempo concentra gran parte dei propri sforzi difensivi nell’azione di pressing immediato e sulle marcature a uomo, strategie in grado di rendere sempre più fluido il passaggio tra le fasi di transizione.

Per quanto riguarda la manovra offensiva i nerazzurri sono contraddistinti da un uso importante e talvolta esasperato della catene di fascia che consentono alla Dea di creare superiorità numerica nella zona laterale del campo sfruttando triangoli, quadrilateri ed inserimenti dei centrali difensivi, facendo emergere, qui, la propria contaminazione col calcio di posizione. Tuttavia, comune ad entrambe le squadre è una propensione alla verticalità, che non passa però da lanci lunghi volti ad innescare la corsa delle punte, ma da una rete verticale di passaggi finalizzata a bucare o allargare con rapidità le difese offensive.

Da sottolineare è il fatto che con l’arrivo del calabrese Domenico Tedesco (subentrato a dicembre a Jesse Marsch) sulla panchina del team sassone, alcune caratteristiche estremizzate dalle precedenti gestioni, come appunto l’enfatizzazione del gegenpressing, sono state modulate e dosate per riuscire ad alternare, nell’economia dei match, fasi violente e fasi calme. È attraverso questi accorgimenti – di certo non rivoluzionari nei confronti dell’impianto lasciato in eredità da Hasenhüttl e Negelsmann che era valso dal 2016 al 2021 due secondi posti e due terzi posti in Bundesliga, due finali di coppia di Germania ed una semifinale di Champions League – che il CT di Rossano è riuscito a risalire dall’undicesima posizione di dicembre alla quarta occupata attualmente. Ci troviamo, dunque, di fronte ad un match tra due avversari che presentano diverse analogie e si rifanno ad un comune modo di intendere lo sviluppo calcistico dell’ultimo decennio, pur manifestando delle divergenze nell’interpretazione. Più ortodossa l’applicazione del club della multinazionale austriaca, maggiormente ibrida quella del tecnico di Grugliasco.

 

LA SFIDA: UNA FOTOGRAFIA DEL PRESENTE

Ciò che allora potrebbe davvero rappresentare la svolta della sfida alla Red Bull Arena è la vittoria in campo dei duelli individuali. È qui che emerge il grande vantaggio del Lipsia, che arriva da un eccezionale vittoria per 4-1 in trasferta a Dortmund e grazie ad una tra le coppie più prolifiche d’Europa, quella composta dall’ex Milan Andrè Silva e la rivelazione francese Nkunku, (37 gol totali in stagione per i due), vanta, negli ultimi 8 match, di aver realizzato in ben 4 occasioni 4 o più reti (due 6-1 contro Greuther Furth e Hertha Berlino; un 4-0 contro l’Hannover 96; l-4 al Borussia Dortmund). Meno spumeggiante la fase di stagione attraversata dall’Atalanta, che in campionato viene da una brutta e sfortunata sconfitta contro il Napoli di Spalletti, non riuscendo ad ottenere due vittorie consecutive dal 12 gennaio. Pesante per la Dea resta anche la situazione che riguarda gli indisponibili, fuori infatti Toloi e Ilicic, molti dubbi per Djimsiti e Demiral. Zapata è tornato quantomeno a sedere la panchina nell’ultimo match, ma Gasperini ha subito chiarito che il colombiano non ha ancora i 90 minuti nelle gambe. Sponda tedesca, invece, rosa al completo.

Sono dunque legati alle contingenze e ad una fotografia del presente, più che ad un netto divario tra il valore delle due squadre, i pronostici favorevoli alla formazione di casa.  Resterà senza dubbio interessante il confronto tra questi moderni interpreti dell’evoluzione tattica.

 

(Credits: Getty Images)

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