LEWANDOWSKI, SUGGESTIONE BARÇA: BAYERN ADDIO?

Submitted by Anonymous on Wed, 04/06/2022 - 17:22
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Redazione
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La domanda sorge spontanea, anche se trovare una risposta di questi tempi non è mai cosa semplice: se il Barcellona ha debiti per 1.153 milioni di euro, come è possibile che ai blaugrana venga permesso di fare mercato? Domanda lecita, ma anche in Catalogna (o per meglio dire in Spagna) torna buono il detto “fatta la regola, trovato l’inganno”. Perché il Barça può spendere sul mercato, anche se con paletti precostituiti e oltre i quali non può avventurarsi. Tutto merito del nuovo salary cap voluto dalla Liga, con il presidente Tebas (nemico giurato di Real e Barça) che ha voluto rivedere i parametri e di fatto ha lasciato una porta aperta anche a una società con le casse disastrate come il Barcellona.

Che di fatto può spendere un euro ogni 4 euro risparmiati. Il gioco è presto fatto: meno spendi, più risparmi e maggiore sarà la dote da reinvestire sul mercato. Grazie a questo giochino a gennaio sono arrivati 4 giocatori: Dani Alves e Adama Traoré hanno firmato a cifre relativamente basse fino a giugno, Ferran Torres grava sul bilancio solo per metà stagione e può spalmare il suo costo comunque ragguardevole nei prossimi 4 esercizi (55 milioni per il cartellino, pagabili in quattro trance) mentre Pierre Aubameyang è arrivato a parametro zero e ha un costo lordo piuttosto limitato (3 milioni a stagione).

Tutto questo è stato possibile grazie alla decisione di non far scattare la clausola del rinnovo di Yusuf Demir (10 milioni di euro se avesse giocato 10 partite: ne ha fatte 9 e poi è stato rispedito al Rapid Vienna) e al risparmio dell’ingaggio di Sergio Aguero, costretto a fermarsi per problemi cardiaci. La strategia è segnata, e la prossima estate il Barça dovrà fare ancora i conti con la calcolatrice. Ma l’obiettivo da raggiungere l’ha già messo nel mirino.

LEWA A 34 ANNI VIAGGIA SU NUMERI ALTISONANTI

Anzi, prima ancora che inseguirlo, il Barcellona è stato scelto dal suo futuro numero 9: questo perché Robert Lewandowski s’è convinto a fare un’ultima esperienza in un grande club prima di cominciare a pensare al futuro. Ad agosto compirà 34 anni e per questo l’attaccante della Polonia, che ha guidato la sua nazionale alla qualificazione a Qatar 2022, ha fatto capire di voler salutare la Baviera per provare a inseguire altri traguardi in una delle piazze più mitiche del calcio mondiale, specie adesso che è rimasta orfana di Leo Messi. Lewa si sente ancora in gran forma: nella stagione corrente ha realizzato 31 reti in 28 gare di Bundesliga, a cui aggiungere le 12 sin qui firmate in Champions e le due in Supercoppa (fanno 45 in 38 partite).

Ha vinto la Scarpa d’Oro nella passata stagione, dove avrebbe meritato anche il Pallone d’Oro finito proprio nelle mani di Messi (e ancor più l’avrebbe meritato nel 2020, se solo France Football non si fosse inventata di sospendere il premio per non sfavorire eccessivamente quei giocatori costretti allo stop anticipato, vedi quelli di Ligue 1…), ma soprattutto ha dimostrato di essere un vero leader, uno di quei giocatori in grado di spostare gli equilibri con irrisoria facilità ma anche eccezionale efficacia. Lewa al Barça sarebbe un colpo da novanta, a dispetto dell’età.

E il matrimonio pare destinato a consumarsi in fretta, tanto che al Bayern pare stiano pensando di andare dritti su Haaland, rispolverando il “vecchio” canale preferenziale di acquisti provenienti dal Borussia Dortmund (Helmer, Frings, Gotze, lo stesso Lewa e soprattutto Hummels).

L’INGHIPPO DELLA DURATA DEL CONTRATTO: DUE O PIÙ ANNI?

Se Lewandowski (come pare) vuole il Barça non sarà certo qualche paletto imposto dai parametri finanziari a impedirgli di andare. Certo la società catalana dovrà fare attenzione a come recuperare il plafond necessario per non incorrere in altre grane: il Bayern chiede 65 milioni di euro, oggettivamente tanti per un giocatore di 34 anni in scadenza nel 2023. Che pure i gol li fa, e dunque non potrà certo essere svenduto. Il Barcellona vorrebbe inserire come contropartita Dest, così da abbassare l’esborso economico e risparmiare su un ulteriore ingaggio.

Il polacco viaggia a quasi 20 milioni di euro a stagione in Baviera, ma per trasferirsi in Catalogna dovrà darci un taglio e potrebbe comunque accettare una riduzione dietro a un’altra specifica richiesta, vale a dire quella di un contratto della durata non superiore ai due anni. Chiaro che il Barça vorrebbe blindarlo per almeno tre anni (meglio ancora se fossero 4), ma l’entourage del giocatore ha fatto capire di non volersi muovere da un biennale.

E su questa richiesta un piccolo inciampo potrebbe verificarsi: per arrivare a Lewa il Barcellona dovrà comunque pensare di vendere qualche pezzo pregiato della rosa (Umtiti e Depay sono in cima alla lista dei possibili partenti), oppure rivolgersi a nuovi investitori (l’accordo con Spotify va già in questa direzione), cedere una parte dell’Espai Barça, la struttura creata per sfruttare al massimo il marchio del club, oppure aderire al fondo CVC, come fatto da 17 club di Liga su 20 (oltre ai blaugrana, non hanno accettato l’invito il Real e l’Athletic Club), cosa che però porterebbe a rompere l’asse con Perez e il relativo progetto di varo della Superlega.

Insomma, per arrivare al polacco lo sforzo sarebbe notevole, e rischiare di disperdere risorse per un accordo di soli due anni potrebbe convincere Laporta a desistere. Ma la sensazione è che alla fine il matrimonio si farà, forse per tre anni e con viva e reciproca soddisfazione. Col Camp Nou pronto ad accogliere un nuovo idolo, simbolo di una rinascita già in atto da quando Xavi s’è seduto in panchina.

(Credits: Getty Images)

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