KARIM BENZEMA ETERNA GIOVINEZZA: A 34 ANNI IL FRANCESE SEGNA COME MAI AVEVA FATTO PRIMA

Submitted by Anonymous on Thu, 04/07/2022 - 13:26
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Redazione
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I numeri sono da Pallone d’Oro, ma tanto alla fine France Football a dicembre il trofeo si sa già a chi lo assegnerà (di solito uno tra Messi e Ronaldo, in base a chi cambia casacca e muove più soldi nell’anno corrente). Eppure Karim Benzema è tornato a viaggiare su cifre che buona parte dei suoi colleghi possono soltanto sognare: 37 reti da quando gioca nel Real in una singola stagione non le aveva mai realizzate, e gli sono bastate 36 partite per raggiungere l’obiettivo.

Quota 40 è a un passo, ma se la media verrà mantenuta da qui a fine maggio, tenuto conto delle prospettive stagionali delle Merengues (a cui restano da giocare 8 gare nella Liga e hanno già ipotecato le semifinali di Champions: dovessero arrivare fino alla finale di Parigi resterebbero altre 4 partite), pensare di arrivare a 50 non è affatto così impossibile.

A ben vedere l’Europa del gol è ai piedi di due ultratrentenni che magari il prossimo anno potrebbero anche sfidarsi nel medesimo campionato: Benzema in quota Real, Lewandowski con il Bayern, promesso sposo del Barça. Guarda a caso due numeri 9 vecchia maniera, tutt’altro che falsi (per dirla alla Guardiola).

IL FEELING CON ANCELOTTI, LA RINASCITA DELLE MERENGUES

A Stamford Bridge la serata di Benzema è stata semplicemente meravigliosa. Due reti di testa da vero opportunista, una di pura scaltrezza dopo il pasticcio sull’asse Mendy-Rudiger. Basta vederne le movenze per capire come il francese riesca a leggere le situazioni in anticipo rispetto ai difensori avversari: Thiago Silva, che di esperienza a certi livelli ne ha fatta in abbondanza, non è riuscito a prendergli le misure, facendosi beffare due volte al limite dell’area piccola. Certo i trucchi del mestiere il franco-algerino li ha imparati a menadito nel corso di una carriera che da 18 stagioni lo vede terrorizzare le difese avversarie.

Ma un’annata così prolifica “The Dream” non l’aveva mai vissuta prima, segno che davvero qualcosa è scattato nella mente dell’attaccante. E forse non c’è nemmeno bisogno di andare a indagare troppo la causa: da quando è tornato in panca Carlo Ancelotti, il Real non solo è tornato a dominare tanto in Spagna, quanto in Europa, ma soprattutto certi giocatori che nell’ultimo biennio erano stati spesso criticati per il loro rendimento (vale per Benzema quanto per Modric, Kross, Casemiro e via dicendo) si sono riproposti quasi ringiovanendo, anziché con un anno in più sulle spalle.

Benzema è stato forse uno di quelli che ha beneficiato maggiormente del ritorno di Carletto, col quale nelle due precedenti annate (2013-14 e 2014-15) aveva segnato 24 e 22 reti. Ad oggi gliene mancano dieci per condensarle tutte in una sola stagione.

UNA STAGIONE DA RECORD: E NON È ANCORA FINITA

Curioso constatare che 36 sono le reti complessive segnate da Benzema in nazionale, ma con 94 partite disputate. Sarebbero state molte di più se Deschamps tra il 2016 e il 2021 non avesse deciso di estrometterlo dal giro dei Blues, complice anche la famosa storia del videotape di Valbuena che rimane una macchia indelebile nella carriera dell’attaccante, condannato per tentata estorsione.

Non ci fosse stata quella vicenda, difficilmente Didì avrebbe fatto a meno di Karim, benché i risultati non fossero stati malvagi (finale di Euro 2016 persa ai supplementari col Portogallo, vittoria del mondiale in Russia nel 2018). Già le 4 reti segnate nella sfortunata corsa a Euro 2020 però sono state il segnale che l’idillio era tornato anche in nazionale, preludio all’esplosione totale avvenuta nel corso dell’annata corrente in maglia Real.

Dove a suon di reti ha permesso alle Merengues di ipotecare la vittoria nella Liga e lui quella nella classifica marcatori (il trofeo “Pichichi” è già in banca, avendo 10 reti di vantaggio sui primi inseguitori), mentre in Champions è salito sul proscenio al momento opportuno, cioè quando sono arrivate le gare a eliminazione diretta, rifilando una tripletta al PSG nella notte della remuntada al “Bernabeu”, quindi riservando lo stesso trattamento al Chelsea nell’andata dei quarti, tanto per non far scontento nessuno.

Curioso che Benzema abbia fatto tre gol sia al portiere campione d’Europa in carica (Donnarumma), sia a quello campione d’Africa (Mendy), proprio lui che è nato a Lione ma da una famiglia di origini algerine. Emblematico il fatto che sia il primo transalpino dai tempi di Just Fontaine (1959-60) a toccare e abbattere la doppia cifra di reti in Champions.

PARTITO CR7, “THE DREAM” HA TROVATO I SUOI SPAZI

Da quando a Madrid è rimasto “solo”, orfano di CR7, “The Dream” ha dimostrato al mondo cosa significhi essere un vero attaccante d’area di rigore. Non sorprende insomma la sua maturazione, che Ancelotti ha paragonato a quella di un vino che con il tempo migliora. Sono lontani i tempi in cui tifosi e opinione pubblica spingevano per la sua cessione e lo criticavano per qualche prestazione sotto la media.

Anche se a Madrid temono che a fine stagione il loro 9 possa fare le valigie, magari ammaliato dalle sirene in arrivo da Parigi. Di sicuro il 2022 di Benzema promette scintille: col Real vuol puntare a riprendersi il trono d’Europa, poi a dicembre con la nazionale a confermare quello mondiale. Dovesse continuare a tenere queste medie, difficilmente i suoi desideri finirebbero per non essere esauditi.

E magari si scoprirà che è tutto merito della fasciatura alla mano destra, sua compagna di viaggio dal 2019, quando evitò di operarsi al mignolo per non dover star fuori troppo a lungo. Quell’intervento continua a rimandarlo, ma nell’attesa s’è specializzato nel rimandare a casa i difensori col mal di testa.

(Credits: Getty Images)

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