SERIE C: IL FOGGIA DI ZEMAN

Submitted by marco.dimilia on Sun, 04/10/2022 - 12:54
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Redazione
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“Fuggi da Foggia”, il motto ultras intimidatorio e insieme malinconico che ancora oggi appare in un murales sulle mura che cingono lo Zaccheria. Ma lui, Zdenek Zeman, a 35 anni dalla prima volta, a Foggia ci è tornato. Zeman e Foggia sono una coppia che, per ogni appassionato di calcio e ancor di più per qualsiasi tifoso dei rossoneri di Capitanata, funge da miccia per memoria e sogni. Un amore eterno ed allo stesso tempo sempre vivo e vivificante.

Si, perchè il quarto ritorno del Boemo, ormai settantaquattrenne, sulla panchina del Foggia, non è, come qualcuno si è spinto a dire, un immobilismo delle idee, ma piuttosto il rifiorire di quelle speranze che il passato tiene ancora in serbo. I ricordi possono essere capaci di farci sognare l’avvenire e Zeman a Foggia sarà sempre una scintilla di speranza rivoluzionaria: d’altronde cosa facciamo quando giochiamo a pallone se non esaltarci, creare, trasfigurare l’esisente in un rettangolo verde e di libertà? Zemanlandia è stata e sempre potrà essere ancora, un patrimonio da custodire e coltivare, terra calcistica d’utopia e bellezza in un luogo inaspettato.

Lorenzo Insigne, uno tra i tantissimi talenti lavorati e lanciati da Zeman (Totti, Signori, Nesta, Nedved, Vucinic, Immobile, Verratti, Delvecchio, Di Biagio, Lamela sono solo la punta dell’iceberg) riferendosi al Boemo, disse: “Mi consigliava di giocare come se fossi in strada e divertirmi”. Tutt’ora, nel Foggia 2021/2022, il tentativo zemaniano di restituire anche ai tifosi gioia e meraviglia, rimanendo fedele ad i suoi principi tattici, è immutato. Il tifoso deve poter gioire per la visione di uno spettacolo autentico, di un evento in grado di scuotere la sua ordinarietà e destarne lo stupore. Questa una di quelle idee a cui quell’uomo così silenzioso, col volto quasi sempre segnato da un’espressione contrariata e dal flemmatico camminare e parlare, non ha mai rinunciato. La figura di Zeman ed il suo calcio spumeggiante sembrano due inconciliabili opposti, ma è proprio questa apparente contraddittorietà ad accrescerne il fascino, come se per governare l’inquitudine della creazione servisse una calma esteriore.

Recente storia e idee tattiche

Dopo l’ultimo fallimento societario risalente al vicino 2019 e i due anni di presidenza Felleca-Pintus, l’impreditore edile Nicola Canonico rileva interamente il Foggia Calcio diventandone presidente e convocando a corte proprio il duo Zeman-Pavone, artefice di quel “Foggia dei miracoli” che fece tremare le grandi della Serie A all’alba degli anni ’90 con il suo ‘trio delle meraviglie’ (Signori-Baiano-Rambaudi).

Il Foggia di quest’anno, attualmente settimo in classifica, in piena zona play-off (e con i due punti di penalità che probabilmente gli verranno restituiti), è il miglior attacco del girone C di Lega Pro ed il secondo miglior attacco di tutta la categoria, confermando la tradizione zemaniana. Un principio, quello del calcio offensivo, contraddistinto dai continui movimenti codificati con e senza palla e da verticalizzazioni ossessive e vertiginose. Una cura maniacale della preparazione atletica che passa dai celebri tanto quanto estenuanti allenamenti a cui Zeman ha sempre sottoposto le proprie squadre, accompagnata dalla ripetizione rigorosa e il minuzioso perfezionamento degli schemi da usare in gara. Sprigionare frenetiche onde d’energia nel tentativo di riuscire a indirizzarle, azzardando potremmo dire che, quando funzionano, le squadre di Zeman restituiscono la visione di un “caos organizzato”.

L’idea è quella di rendere ogni fase del possesso palla un potenziale momento proficuo per il gol, ogni attimo deve poter essere quello decisivo per sovvertire gli equilibri del match e mettere la palla in rete. Uno stato di creazione perpetuo che prevede l’uso forsennato del pressing (tattica sempre usata da Zeman ed ora diventata cardine della moderna scuola tedesca), una difesa a zona schierata molto alta (quest’ultimo aspetto leggermente modulato durante la stagione corrente), la costante superiorità numerica nella metà campo avversaria, che attraverso ‘le terziglie’ si esprime soprattutto sulle fasce con la spinta offensiva dei terzini e l’eterno ed invariabile 4-3-3, il modulo prediletto dal Maestro per allargare gli spazi. È noto a tutti, sia ai critici che ai suoi estimatori, che questa imperitura propensione all’attacco, sintesi che estremizza il calcio totale di Rinus Michels e l’organizzazione ingegneristica di Lobanowski, ha sempre scoperto il fianco delle squadre di Zeman ad una debolezza difensiva (anche quest’anno sono ben 45 i gol incassati) che resta sguarnita di fronte alla ripartenze avversarie in grado di riuscire a saltare l’altissima linea di pressing. Tuttavia, “U’ Mutu” (soprannome di Zeman a Palermo), sembra continuare ad accettare questi rischi a patto che la creazione di momenti propizi sia superiore. E quando la catastrofe annunciata non si materializza, questa iper-dinamica costruzione di gioco è pronta a portarti in paradiso.

Uno sguardo al posticipo di lunedì

Spostiamo ora il focus, in maniera più diretta, alla sfida del girone C di Lega Pro di lunedì 11 aprile che vedrà impegnati i Satanelli contro il Catanzaro di mister Vivarini, secondo in classifica. La squadra del ct di Chieti non sarà, seppur leggermente sfavorita, un avversario facile da affrontare, i calabresi dopo un’ottima annata (la posizione in classifica parla per loro) vantano il quarto miglior attacco e la seconda miglior difesa del campionato.

Numeri che esprimono la qualità che Vivarini è riuscito a imprimere alla velocità di manovra della squadra, guadagnando profondità ma non perdendo assolutamente nulla della solidità difensiva che contraddistingue il 3-5-2 dei giallorossi. Proprio sul tema della difesa c’è perè grande preoccupazione date le assenze che priveranno Vivarini di Martinelli e Fazio, sicuramente non la condizione migliore per affrontare un attacco così prolifico come quello foggiano, che dal canto suo attende notizie circa lo stato di salute del capocannoniere Alexis Ferrante, assente nell’inaspettato 1-1 contro la Vibonese ultima in classifica. Prestazione che Zeman ha definito ‘confusa e senza ordine’. Proprio la sfida contro la squadra di Vibo Valentia è stata, per il Foggia, il primo inciampo dopo una striscia di 4 vittorie consecutive ottenute mettendo a segno ben 17 reti. Più accidentato il percorso del Catanzaro, che viene dalla sconfitta in casa contro il Monterosi e solo 2 vittorie nelle ultime 5 partite.

I giallorossi sono chiamati a difendere il secondo posto in classifica, che li vede appaiati a pari punti con l’Avellino. I campani saranno questo weekend impegnati contro la neo-promossa Bari, la quale potrebbe permettersi di affrontare il match con maggiore rilassatezza. Anche i precedenti al Pino Zaccheria non sorridono al club del capoluogo calabro, infatti le statistiche parlano di 19 vittorie per il Foggia, 9 pareggi e solo 2 vittorie per il Catanzaro, il quale ha però battuto in casa i Satanelli nel match d’andata disputato a dicembre.

A prescindere dal risultato del match ci piace l’idea di concludere con questa citazione del Maestro che permette di cogliere una delle sue più nobili capacità, quella di esser riuscito ad estendere il compito tecnico dell’allenatore alla sfera educativa, accompagnando umanamente i giovani nella crescita del loro talento: “Io senza il calcio non sto bene. Fosse per me arriverei a morire in tuta, a novant’anni, all’aria aperta, a insegnare pallone a qualche ragazzo che avesse ancora voglia di starmi a sentire”.

 

(Credits: Getty Images)

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