C’ERA UNA VOLTA LA SERIE A NEL GIORNO DI PASQUA

Submitted by Anonymous on Mon, 04/18/2022 - 07:53
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Redazione
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Non conosco le ragioni per le quali si è deciso di far giocare questa partita nel girono di Pasqua, da sempre rispettato come giorno di riposo per i giocatori e le loro famiglie. È un ulteriore segno del degrado anche umano e morale verso cui si è incamminato un certo sport e un determinato week-end che incatena le persone a un orizzonte tanto ristretto da impedire loro di vedere il cielo.

Quando mons. Giuseppe Chiaretti, arcivescovo di Perugia, affidò queste frasi all’Ansa era da poco giunta la notizia che Perugia-Inter, gara della dodicesima giornata del campionato 2003-0, era stata posticipata da sabato 10 a domenica 11 aprile.

Tutta colpa del calendario delle coppe europee: l’Inter quell’anno era scesa in Coppa UEFA dopo essere arrivata terza nel girone di Champions della prima fase, e pertanto essendo poi avanzata fino a quarti di finale si ritrovò a giocare giovedì 8 aprile la gara d’andata a Marsiglia, ospite dell’Olympique, e mercoledì 14 quella di ritorno a San Siro.

Due gare peraltro nefaste, entrambe perse per 1-0, tali da estromettere i nerazzurri dalla competizione. Ma siccome il calendario era ingolfato e in ballo c’erano interessi tanto di alta classifica quanto di bassa classifica (il Perugia quell’anno avrebbe disputato lo spareggio con la sesta di B, cioè la Fiorentina, finendo però per retrocedere tra i cadetti) in Lega si decise di “violare” il patto di non belligeranza che da anni vedeva la domenica di Pasqua libera da qualsiasi impegno calcistico. Le polemiche non mancarono, ma nessuno si fece troppi scrupoli nel confermare data e orario (le 15).

LA DOMENICA PIUTTOSTO “RISSOSA” DEL “CURI”

A onor del vero quel Perugia-Inter non è stata l’ultima gara della storia della massima serie che si è disputata la domenica di Pasqua. Nel 2009 si sono viste costrette a slittare da sabato a domenica anche Reggina-Udinese, complici sempre gli impegni europei dei friulani.

Ma quella del “Curi” è rimasta nell’immaginario collettivo perché non fu affatto una partita in linea con l’animo della festa che tale ricorrenza suggeriva: in campo fu un’autentica battaglia, con Adriano che portò avanti l’Inter e gli umbri bravi a ribaltare la situazione in avvio di ripresa con i gol di Di Francesco e Hubner.

Nel finale però la reazione nerazzurra portò prima al pari di Adriano, quindi al gol vittoria allo scadere di Martins, contestato dal pubblico di casa per un sospetto fuorigioco sfuggito agli occhi dell’assistente, episodio che portò l’amministratore delegato del Perugia Alessandro Gaucci a dimettersi in segno di protesta.

E a fine partita gli animi all’esterno del “Curi” si surriscaldarono in fretta, tanto che Bobo Vieri (che quel giorno peraltro non scese in campo, restando in panchina tutti i 90’) venne colpito alla testa da una bottiglietta di plastica lanciata da un tifoso, che rimbalzò sulla parte superiore del pullman che avrebbe riportato la squadra in aeroporto e finì per ferire il bomber.

Insomma, non fossero bastate le polemiche sulla collocazione temporale del match, l’andamento dell’incontro e i fatti accaduti nel post partita si discostarono appieno dal clima gioioso del giorno di Pasqua, facendo dimenticare persino la rivedibile divisa da gioco gialla indossata nell’occasione dall’Inter, un classico delle trasferte in terra umbra dell’epoca.

L’ULTIMA PASQUA CALCISTICA È DEL 1978

C’è stato un tempo in cui la Serie A era solita giocare la domenica di Pasqua. Accadde fino al 1978: il 26 marzo di quell’anno si disputò l’ultimo turno pasquale a ranghi compatti mandato in scena dal massimo campionato nazionale, con la Juventus allora capolista e destinata a conquistare lo scudetto fermata sul 2-2 a Marassi dal Genoa, mentre il Milan s’impose 2-0 sul Pescara e l’Inter 1-0 in casa dell’Atalanta, anche se la vera rivelazione della stagione fu il Lanerossi Vicenza, quel giorno bloccato per 1-1 all’Olimpico dalla Roma (ma magari un’uscita a San Pietro alla vigilia dell’incontro i biancorossi se l’erano concessa).

Dalla stagione successiva la Lega decise di cambiare abitudini: niente più gare di domenica ma tutto il programma anticipato di un giorno, quindi al sabato, divenuto nel tempo una regola seguita praticamente da tutti i campionati continentali. Giornata peraltro campale, con l’Inter che s’impose per 2-1 sulla Juventus e il Milan che, vincendo 3-0 a Torino contro i granata, veleggiava spedito verso lo scudetto della stella.

Tra i motivi che spinsero l’allora Lega Calcio a prendere la decisione di rinunciare a giocare nel giorno di Pasqua ci fu la presa d’atto che in molti stadi gli spalti tendevano a restare vuoti, con i botteghini che registravano minori introiti poiché molti tifosi preferivano passare la giornata in famiglia, magari attaccati alla radio ad ascoltare “Tutto il calcio minuto per minuto”, anziché sacrificarla sull’altare di un pomeriggio allo stadio.

LE PARTITE INDIMENTICABILI: I POKER DI LAZIO E TORINO

Di fatto a Pasqua si è giocato per una trentina d’anni, e tra le tante partite iconiche rimaste impresse nella memoria meritano di essere annoverato un derby della Capitale tra Roma-Lazio del 18 aprile 195, vinto dai giallorossi per 2-1 (si ricorda l’infortunio grave occorso al laziale Galli, che si procurò la frattura di una vertebra in uno scontro di gioco con Di Veroli); un Bologna-Inter 1-2 del 29 marzo 1964, che avrebbe poi portato al famoso spareggio per la vittoria dello scudetto conquistato dai felsinei all’Olimpico il 7 giugno; un Lazio-Verona 4-2 del 14 aprile 1974, con i biancocelesti sotto per 2-1 a fine primo tempo e “costretti” da Maestrelli a restare in campo anziché tornare negli spogliatoi per spronarli a reagire col sostegno dei tifosi (strategia vincente); e un Torino-Fiorentina 4-3 del 18 aprile 1976, con tripletta di un meraviglioso Paolino Pulici (da cineteca il primo gol, con un pallonetto dalla distanza a superare Superchi), successo decisivo per avvicinare i granata di Gigi Radice alla conquista dello scudetto, complice anche il pari della Juventus (diretta concorrente per il tricolore) nella sfida disputata in contemporanea a Napoli.

GLI ALTRI SPORT SI SON PRESI LA RIBALTA

Insomma, dalla fine degli anni ’70 nel giorno di Pasqua il pallone ha smesso di rotolare. Anche se ogni tanto il rischio di dover riaprire qualche stadio, complici gli impegni europei che coinvolgono i club nostrani, è sempre dietro l’angolo.

Tanto che nel 2017 la Roma e nel 2019 l’Inter arrivarono a un passo dal vedersi costrette a giocare domenica, essendo impegnate tre giorni prima in Europa League, eventualità poi scongiurata dalle rispettive eliminazioni. Quest’anno la settimana successiva a Pasqua prevede le competizioni nazionali, e pertanto la lega ha avuto vita facile nel collocare le gare delle formazioni che hanno giocato il giovedì santo direttamente a Pasquetta, collocazione che peraltro a livello di presenze sugli spalti potrebbe anche rappresentare un vantaggio rispetto al sabato del villaggio.

Così la domenica di Pasqua la ribalta se la prendono altre discipline, dal volley al ciclismo, dagli sport motoristici (in passato a Imola s’è corso anche un Gran Premio nel giorno di Pasqua) ad altre discipline meno note al grande pubblico, ma che approfittano del giorno di festa per garantirsi qualche spettatore in più. Il calcio, a conti fatti, ha scoperto che se giocasse di domenica ne perderebbe, di spettatori. E allora buon pranzo in famiglia a tutti…

(Credits: Getty Images)

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