ATP 250 BELGRADO DJOKOVIC-KECMANOVIC, PER NOLE LA STRADA È LUNGA

Submitted by Anonymous on Thu, 04/21/2022 - 12:58
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Redazione
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Dici Djokovic e non pensi solo al tennis. Anzi, da un po’ di tempo a questa parte il tennis sembra essere diventato l’ultimo dei pensieri. Anche adesso che a Belgrado fa freschino (li avete visti gli spettatori avvolti nei loro giacconi e nei piumini mentre assistevano alla sfida con Djere?) e che pure il numero uno al mondo è tornato a fare quello che (in teoria) gli riesce meglio, cioè sfidare avversari in un campo diviso da una rete e fare in modo che l’ultima pallina a toccare due volte terra l’abbia scagliata lui. Ma Djokovic ormai da un anno a questa parte è tutto e il contrario di tutto. E se la vicenda legata alla mancata vaccinazione lentamente è andata in letargo, magari pronta a riesplodere qualora dovessero ripresentarsi varianti e nuove restrizioni in più parti del globo, adesso a far discutere sono le sue esternazioni sulla decisione “politica” del board di Wimbledon di vietare la partecipazione al torneo agli atleti russi e bielorussi. “Condannerò sempre la guerra, anche perché io stesso sono figlio di un conflitto bellico che mi ha privato di molte cose durante l’infanzia. So bene che tipo di trauma lascia a livello emotivo e non potrò mai accettare l’idea che l’uomo sia ancora in guerra contro qualche suo simile. Ma la decisione di Wimbledon di negare l’opportunità di giocare agli atleti russi e bielorussi è pazzesca, perché va a discriminare persone che non hanno nulla a che vedere con la guerra. E soprattutto, quando la politica interferisce con lo sport il risultato non è mai buono”. In quest’ultima frase, invero, qualcuno ha letto una frecciata all’indirizzo del governo australiano, reo di aver posto l’ultima parola sull’esclusione del giocatore dal primo slam dell’anno. Ma in generale tutti nei circuiti Atp e Wta si sono espressi a favore delle parole pronunciate da Djoko.

ATP 250 BELGRADO DJOKOVIC-KECMANOVIC TRE MESI DOPO, FINALMENTE IL DERBY

Novak Djokovic dovrà necessariamente concentrarsi anche su altre faccende, vedi il quarto di finale contro Mionir Kecmanovic che rappresenta per lui anche il secondo derby in due giorni, avendo dovuto faticare le sette proverbiali camicie per avere ragione di Laslo Djere al debutto nell’open di casa. Avversario ostico e decisamente bello caldo: Kec non è solo la bestia nera degli italiani (li ha battuti in tutti e sei gli incontri disputati da gennaio in poi, compreso Berrettini), ma anche una delle rivelazioni di inizio 2022, tanto da aver guadagnato ben 40 posizioni (dalla 78 alla 38) nell’arco di appena tre mesi. Anche se un piccolo tallone d’Achille lo ha: quando arriva a giocarsi un quarto di finale, puntualmente finisce per deragliare. Almeno stando a vedere gli ultimi tre tornei ai quali ha preso parte, vale a dire Santiago, Indian Wells e Miami. Assente a Montecarlo, Mionir è tornato in campo proprio nella sua Serbia dove ha eliminato Gasquet al primo turno e Milman nel secondo, senza perdere un set e concedendo un solo break agli avversari, pur senza forzare troppo al servizio. A conti fatti per i due è come una sorta di ritorno… al futuro: Djokovic e Kecmanovic si sarebbero dovuti affrontare nel primo turno degli Australian Open, con la gara rimasta in bilico per giorni prima della decisione del governo australiano di espellere Nole dal proprio suolo e così concedere in pasto al serbo l’azzurro Salvatore Caruso, costretto alla resa in tre set.

ATP 250 BELGRADO DJOKOVIC-KECMANOVIC, NOLE LONTANO DAL PROPRIO LIVELLO

C’è un solo precedente tra i due serbi, vecchio guarda a caso proprio un anno: si giocava sempre a Belgrado ed erano sempre quarti di finale, con Nole che stava costruendo la sua strada che l’avrebbe portato a dominare la stagione europea sulla terra, culminata col trionfo al Roland Garros di inizio giungo. Vinse in due set il numero uno del mondo, letale nelle risposte e capace di strappare per ben cinque volte la battuta al collega, che arrivò a mettere assieme la miseria del 36% di punti vinti con la prima di servizio. Chiaro che a un anno di distanza le cose sono un po’ cambiate, o per meglio dire si sono evolute: Kec è diventato più padrone del proprio gioco e dei propri mezzi, Nole è semplicemente immerso in un percorso accidentato dal quale conta comunque di riemergere, con in testa appunto un obiettivo ben preciso che fa rima con Parigi. Contro Djere ha superato un ostacolo non di poco conto: le oltre 3 ore che l’hanno visto lottare sul centrale di Belgrado, complice la pioggia e un terreno di gioco molto allentato, gli sono servite per mettere benzina nelle gambe, ma soprattutto nella testa. “Giocare è l’unica cosa che mi può aiutare a crescere a livello atletico e ad accrescere la fiducia nei miei mezzi”, ha commentato Djoko a margine della rimonta. “So di non essere al mio livello, anzi so di essere molto lontano, ma devo continuare a giocare per ritrovare me stesso. Ero nervoso all’idea di giocare davanti alla mia gente, questa battaglia mi è servita per sciogliere la tensione. Contro Kecmanovic sarà dura, perché è un ragazzo che sta facendo davvero bene e che ha giocato molto in questi primi mesi del 2022, ma non ho altra scelta, se non quella di vincere e continuare la risalita”. Appuntamento intorno alle 16,30, con diretta su SuperTennis TV.

(Credit: Getty Images)

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