Domenica 24 aprile si è disputata la Liegi – Bastogne – Liegi, la quarta delle cinque classiche monumento. Ora bisogna aspettare le foglie morte del Giro di Lombardia per completare il percorso delle grandi classiche: cosa ci hanno detto queste quattro magnifiche corse?
La prima cosa che balza all’occhio è che è mancato un dominatore: Mathieu Van der Poel, con la vittoria al Fiandre ed il terzo posto alla Sanremo, Wout Van Aert, con il secondo posto alla Roubaix ed il terzo posto alla Liegi, e Dylan Van Baarle, con la vittoria alla Roubaix e il secondo posto al Fiandre, sono stati gli unici tre ciclisti capaci di conquistare almeno due podi.
Sono lontani, quindi, i tempi delle doppiette: l’ultimo è stato John Degenkolb, capace di vincere Sanremo e Roubaix nel 2015. Ancora più lontano pare il 2013, quando Fabian Cancellara riuscì a conquistare addirittura tre podi (tra cui due vittorie, al Fiandre e alla Roubaix).
Ad inizio stagione avevamo tre grandi favoriti: Wout Van Aert, Mathieu Van der Poel e Tadej Pogacar si sono suddivisi abbastanza equamente i favori del pronostico nelle quattro grandi classiche. Tutti e tre possono recriminare, per varie ragioni: Wout Van Aert e Mathieu Van der Poel hanno avuto problemi fisici, mentre lo sloveno, dopo gli errori tattici della Sanremo e del Fiandre, non ha partecipato alla Liegi per un lutto familiare.
Vi sono stati, dunque, tre vincitori a sorpresa: Matej Mohoric ha fatto valere le sue grandi doti nella discesa del Poggio, Dylan Van Baarle ha mostrato le sue abilità come passista al Carrefour de l’Arbre e Remco Evenepoel ha finalmente dato sfoggio della sua esplosività sulla Redoute.
Tutte e quattro le classiche sono state spettacolari: sicuramente il ciclismo negli ultimi anni è diventato più emozionante, e i giovani fenomeni sono grandi attori di questo cambiamento!
(Credits: Getty Images)