EUROLEGA EFES ANADOLU-OLIMPIA MILANO: GARA 4 DA VINCERE, SERVE LA PARTITA PERFETTA

Submitted by Anonymous on Thu, 04/28/2022 - 12:41
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Redazione
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Crederci, sempre. Perché d’accordo, il vento del Bosforo soffia ineluttabilmente sulle vele dell’Efes, ma l’Olimpia non vuol lasciarsi trasportare via in mare aperto senza provare almeno a lottare con tutte le proprie forze per raggiungere la riva. I mezzi che ha a disposizione per farlo sono limitati, ma il basket (per fortuna) non è una scienza esatta: puoi sentirti forte, partire favorito e credere di avere il destino nelle tue mani, ma viene sempre il momento nel quale devi fare i conti con la realtà.

E coach Ataman è stato il primo a gettare acqua sul fuoco dopo il successo in gara 3, quello che consente stasera all’Anadolu di giocare davanti al proprio pubblico il match point per andare a Belgrado il prossimo 20-22 maggio a difendere il titolo conquistato nell’anno passato.

Milano è quella di gara 2, una squadra che anche spalle al muro sa come tirarsi fuori dai guai. E per questo non mi sento affatto così sicuro di poter chiudere i conti prima dell’eventuale gara 5.

Eppure l’Efes ha un’occasione che solo a pensarla un paio di settimane fa sembrava più simile a un sogno che non a una possibilità. Perché l’Olimpia è ferita, nell’animo e nel fisico, e dovrà superarsi per cercare di riportare la serie al Forum e tentare l’ennesima impresa. Per fortuna il basket (lo sport in generale) non è una scienza esatta. Però ci sono indizi che possono aiutare a capire che tipo di piega potrebbero prendere certe cose.

“CHACHO” E SHIELDS, È ORA DI RIAPRIRE BOTTEGA

Gara 3 ha detto che l’Efes ha il coltello dalla parte del manico, nonostante Ataman non abbia a disposizione tutto il roster al completo. Beaubois e Simon martedì sera sono rimasti a guardare e a detta dei ben informati potrebbero (dovrebbero) farlo anche stasera alle 19,30, orario d’inizio della sfida del Sinam Erdem (diretta su Sky Sport Arena e Eleven Sport). Ma è dura capire dove stia davvero la verità: la pretattica in questi casi è la regola, e comunque Micic e Larkin sono due gatte da pelare che inquietano allo stesso modo i pensieri di Milano.

Che non vedrà alcuna variazione rispetto ai 12 che Messina ha voluto con sé un paio di giorni fa: la buona prova offerta a rimbalzo, soprattutto nel secondo tempo, è la base sulla quale provare a impostare il piano partita, reso difficoltoso semmai dalle condizioni non certo eccelse di Datome (appena un paio di minuti per lui in gara 3: arrivare almeno a 10’ è fondamentale per avere qualche chance di riscossa) e pure di Rodriguez, che in 27’ totali ha litigato col ferro (4/12, su cui spicca però l’1/7 dall’arco) e ha dimostrato di non poter star bene dopo la distorsione alla caviglia rimediata in gara 2.

Tenuto conto poi della serata no di Shields, chiamato a un deciso riscatto (3/13 e tante, troppe scelte sbagliate), è chiaro che per provare ad avere una chance di allungare la serie Milano non può più prescindere dai suoi big. Che avranno una voglia di rivalsa enorme, ma che sanno anche di non avere troppo tempo a disposizione per invertire la rotta.

Come tutte le partite da dentro o fuori, l’unica cosa da fare è affrontarla davvero come se non ci fosse un domani. Servirà la partita perfetta, peraltro al cospetto di un’Efes che ha dimostrato di avere grande talento individuale e tanta esperienza per stare a questi livelli. In gara 3 abbiamo giocato duro e siamo persino riusciti a guidare nel punteggio fino a una manciata di minuti dal termine, ma è evidente che alla fine qualcosa c’è mancato. Stavolta dovremo essere perfetti per 40’, e poi dopo la sirena faremo i conti.

SFAVORITA, MA CAPACE DI TUTTO: L’OLIMPIA CI DEVE CREDERE

Sulla carta, i turchi partono favoriti. Lo dice la storia della serie: non ci fosse stata la folgorante rivelazione di Shields e Hall nel finale di gara 2, in riva al Bosforo starebbero già pensando a organizzare la logistica in vista della final four. L’Olimpia è andata forse oltre le sue possibilità attuali, orfana di Melli, Delaney, Kell e Mitoglu, ma ciò non può e non deve rappresentare un alibi.

Perché uscire dall’Eurolega dopo una serie affrontata con i cerotti non è un reato, ma di certo ridimensionerebbe un po’ tutto il giudizio sull’annata biancorossa, che finché le forze e le energie hanno retto è stata decisamente pari alle attese.

Sarebbe un peccato chiudere la valigia a Istanbul per disfarla una volta tornati a Milano e pensare poi solo a rimettere le mani sullo scudetto, peraltro opposti a una Virtus che grazie al bando delle squadre russe ha costruito un roster che potrebbe tranquillamente già stare al passo con le big di Eurolega. Insomma, Milano è spalle al muro, ma non ha intenzione né tantomeno voglia di arrendersi: servirà una partita perfetta, per dirla con le parole di Messina, ma in fondo gara 2 ha dimostrato al mondo che ci può essere vita anche quando tutto sembra perduto. “Ball don’t lie”, recita il proverbio: se l’AX Exchange non vuol mentire a se stessa, questa è la serata giusta per farlo.

(Credits: Getty Images)

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