MADRID MASTERS 1000 NADAL-KECMANOVIC: RAFA TORNA E INIZIA LA CORSA ALL’ORO “ROSSO”

Submitted by Anonymous on Wed, 05/04/2022 - 13:31
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Redazione
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Son passati 45 giorni dall’ultima recita. In verità un po’ forzata: contro Taylor Fritz, nell’atto conclusivo del torneo di Indian Wells, Rafa Nadal aveva letteralmente una… spina nel cuore. Anzi, nel costato, perché la costola che si era incrinata nel corso del match di semifinale con Alcaraz lo aveva costretto a limitare fortemente i movimenti, procurandogli dapprima un fastidio e poi un dolore che finirono per condizionarlo durante tutta la partita.

Un problema che ha costretto il maiorchino a prendersi una pausa, utile per rimettere a posto le costole incrinate e riconsegnarlo all’amata terra rossa europea con qualche settimana di ritardo. Ninte Montecarlo, niente Barcellona (dove il campo centrale porta già il suo nome), ma Madrid no, Madrid non poteva restare un affare altrui. E oggi intorno alle 16, minuto più, minuto meno, Rafa è pronto a fare il suo debutto stagionale sul rosso, da dove manca da una partita ufficiale dall’11 giugno 2021, cioè dalla semifinale del Roland Garros persa in quattro set contro Djokovic.

Da allora, e son trascorsi undici mesi, di acqua ne è passata sotto i ponti: Nole è ancora numero uno al mondo, ma con una corona traballante per via di questioni che col tennis giocato poco o nulla hanno a che vedere. Rafa ha uno slam in più in bacheca, ha vissuto una prima parte di 2022 da favola, il tutto dopo 6 mesi d’inferno nei quali ha pensato anche di appendere la racchetta al chiodo.

La sua resilienza, che probabilmente non ha eguali nel mondo dello sport contemporaneo, gli ha permesso di essere ancora al centro della scena. E a Madrid, dove ha trionfato 5 volte e perso in tre occasioni l’atto conclusivo del torneo, ha deciso di rilanciare il guanto di sfida ai terraioli di tutto il mondo.

KECMANOVIC È ORMAI LO STAKANOVISTA DEL GRUPPO

La forza di Nadal sta anche in quella determinazione che gli consente di aprire ogni porta gli si ponga davanti. Tanto che ha chiesto esplicitamente agli organizzatori di giocare a metà pomeriggio, perché poi stasera alle 21 c’è Real-City di Champions e la sua fede per le Merengues impone che stia davanti alla tv a trepidare l’ennesima rimonta della banda di Ancelotti.

Desiderio accordato (e ci mancherebbe altro), ma occhio al rivale di giornata: Mionir Kecmanovic nell’anno solare s’è specializzato nel battere i tennisti italiani (6 su 6 la sua straordinaria media contro i giocatori del bel paese), ma con gli spagnoli non gli è andata altrettanto bene se è vero che l’unico che ha incontrato (leggi Alcaraz) lo ha rispedito indietro con perdite nei quarti di finale di Miami.

Il serbo però è uno dei giocatori che ha disputato più match negli ultimi 4 mesi: con 34 partite (25 vinte e 9 perse, percentuale di vittorie al 74%) rappresenta uno degli atleti più solidi e continui del circuito ATP. E sulla terra sin qui non ha affatto demeritato, inaugurando la sua stagione europea con i quarti di finale raggiunti a Belgrado (battuto in tre set da Djokovic) e con la semifinale di Monaco di Baviera, piegato da Van de Zandschulp sempre in tre set.

E sempre sul rosso, ma a febbraio, aveva conquistato i quarti di finale sia a Rio che a Santiago del Cile. Insomma, un giocatore da temere soprattutto per un Nadal che non gioca da un mese e mezzo, e che pertanto dovrà ritrovare sensazioni e geometrie che inevitabilmente si sono un po’ perse per strada. Nadal che ha vinto l’unico precedente con Kec, vecchio ormai più di due anni: nel febbraio del 2020, ad Acapulco (cemento), lo spagnolo s’impose in scioltezza in due set.

È SUBITO RECORD: A MADRID PER 19 ANNI DI FILA

Il fatto che Rafa sia nuovamente al via del Mutua Madrid Open offre la possibilità di scrivere un altro record nel libro dei primati: dal 2003 ad oggi, cioè per 19 edizioni consecutive del torneo, Nadal è sempre stato presente. E nessun atleta aveva mai giocato per 19 anni ininterrottamente un torneo del Masters 1000. L’attualità però impone calma e cautela, evitando anche paragoni con il rientro fatto in Australia a inizio 2022.

In quel caso ero fermo da 5 mesi, ma mi ero potuto allenare con una certa continuità in autunno e soprattutto avevo potuto giocare qualche match prima di presentarmi al via dei tornei

ha spiegato il numero 3 del mondo.

Questa volta è tutto diverso: le prime due settimane di ritorno da Indian Wells sono state durissime, faticavo a respirare e persino ad andare a dormire, perché avevo un dolore abbastanza acuto che mi toglieva il fiato. Poi le cose sono migliorate, ma ho ricominciato ad allenarmi solo a metà aprile, e senza mai forzare. Anzi, il servizio è stata l’ultima cosa che ho testato, ma è storia di un paio di giorni fa. Mi sono allenato poco per non rischiare di farmi di nuovo male e adesso la strada che conduce al Roland Garros è tutta in salita, perché nessuno mi regalerà niente e dovrò cercare di gestirmi e al tempo stesso di intensificare il lavoro. Non so cosa aspettarmi, perché scoprirò le mie condizioni giorno per giorno.

Gli appassionati in giro per il mondo sognano già di vedere un Nadal-Alcaraz ai quarti, o un Nadal-Djokovic in semifinale, ma Rafa ci va giù con estrema calma. Intanto agli ottavi, per chi passa, ci sarà uno tra Goffin e Van de Zandschulp. Ma come ha spiegato il maiorchino, meglio pensare a un ostacolo alla volta.

(Credits: Getty Images)

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