ROMA MASTERS 1000 NADAL-SHAPOVALOV: RAFA RITROVA DENIS, TERZA VOLTA AL FORO ITALICO

Submitted by Anonymous on Thu, 05/12/2022 - 12:17
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Redazione
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Tre mesi e mezzo fa a Melbourne per poco il mondo del tennis non stava per invertire i poli. E per poco a Rafa Nadal non stava per sfuggire l’opportunità di fare pace con se stesso e mettere una volta di più entrambi i piedi nella leggenda. Perché più di ogni altro avversario fu Denis Shapovalov a mettere a serio rischio il proposito del maiorchino di rientrare sulla scena mettendo le mani sul primo slam della stagione: nei quarti del tornei australiano l’obbligò a inerpicarsi sulla solita classe e resilienza da sempre compagne di viaggio dello spagnolo, quel giorno invero condizionato anche da fastidi allo stomaco che pure non gli impedirono di vincere il match al quinto e avanzare in semifinale.

Tre mesi e mezzo dopo, Rafa e Denis si ritrovano l’uno di fronte all’altro in condizioni ben diverse, intanto perché si gioca sulla terra, e poi perché in mezzo c’è stato un po’ di tutto tanto per l’uno, quanto per l’altro. Nadal ha dovuto fare i conti con l’infortunio al costato che gli è “costato” (appunto) un mese abbondante di allenamenti, tanto da fargli esclamare che la rincorsa al 14esimo titolo dello slam parigino (vero obiettivo della sua stagione europea sul rosso, ma a quanto pare non è il solo ad averci messo gli occhi…) è ben più complicata di quanto l’andamento delle ultime partite vorrebbe far credere.

Shapovalov non ha subito infortuni, ma dovunque è andata non ha fatto molta strada: a Dubai a fine febbraio è avanzato fino alla semifinale, persa con Vesely, poi nei successivi appuntamenti di Indian Wells, Miami e Madrid ha messo assieme appena due vittorie e tre sconfitte, tra cui spicca quella contro Murray nella capitale iberica. Le vittoria al Foro su Sonego e Basilashvili un po’ l’hanno ritemprato, ma il duello con Rafa appare decisamente complicato.

QUANDO SHAPOVALOV ANDÒ A UN PASSO DALL’IMPRESA

I precedenti dicono che lo spagnolo l’ha sempre fatta da padrone quando s’è giocato sulla terra, e in generale nella maggior parte delle sfide affrontate. Vero è che Shapovalov si rivelò al mondo intero nel 2017 battendo proprio Nadal nel Masters 1000 di Montreal, ma da allora non è mai più riuscito a venire a capo del maiorchino, che l’ha battuto due volte proprio sul Centrale: la prima nel 2018, in due set e senza colpo ferire, la seconda lo scorso anno e con molta più fatica, costretto a rimontare dopo aver ceduto il primo parziale e in grado di spuntarla solo al tiebreak del terzo. Una sfida rimasta ben impressa nella memoria di Rafa:

Fui fortunato, perché Denis ebbe la possibilità di chiudere i conti sia nel secondo che nel terzo set, ma in qualche modo e per qualche ragione riuscii a restare aggrappato alla partita prima di chiudere al tiebreak al terzo. Sicuramente quel giorno Denis stava bene, oggi non so come lo troverò ma so per certo che ci vorrà un’altra grande prestazione per riuscire a venirne a capo.

E se contro Sonego qualche difficoltà il canadese l’ha dovuta affrontare, mostrandosi non sempre sicuro negli scambi, il successo in due set contro Basilashvili in qualche modo ha fatto vedere un Denis sul pezzo e pronto alla battaglia. Magari già sazio per aver recuperato una posizione nel ranking (da lunedì sarà alla 15), ma deciso a cambiare l’inerzia negli head to head con Rafa, che sfiderà nella sessione serale (ore 19).

ALLENAMENTI E CONCENTRAZIONE: LA RICETTA DI NADAL

Il quale però contro Isner nel match di debutto della sua settimana romana ha incantato, facendo vedere lampi del fuoriclasse che ha conquistato per ben 10 volte il titolo della Capitale. Magari a ciò ha contribuito anche l’attitudine non proprio eccelsa dell’americano sulla terra (eppure in questa stagione proprio sul rosso il buon John ha raccolto le soddisfazioni migliori, perdendo da Opelka nella finale dell’ATP 250 di Houston), ma Nadal è sembrato nuovamente sul pezzo come da tempo non lo si ricordava. E poi il fatto di giocare praticamente al livello del mare, anziché all’altitudine di Madrid, è un altro fattore che testimonia quanto lo spagnolo si trovi a suo agio sul Centrale, uno dei campi dove ha giocato più partite in tutta la sua carriera.

Dopo il match di mercoledì è subito tornato in campo per allenarsi, motivando la scelta con la necessità di mettere benzina nel motore.

È una brutta cosa da dire, ma in effetti in questo momento sto utilizzando un torneo “storico” come Roma per allenarmi bene in funzione del Roland Garros. Non ho molta altra scelta: ho perso più di un mese di lavoro, se gioco un match e fatico poco, poiché la durata è limitata, mi vedo costretto a tornare in campo a lavorare. È l’unica chance che mi posso concedere per pensare di arrivare pronto all’appuntamento con Pairigi, e in generale ai prossimi tornei. Ora però penso solo alla partita con Shapovalov e a migliorare giorno dopo giorno.

Il naso più in là però Rafa lo mette: ai quarti potrebbe affrontare Ruud, norvegese atipico perché più avvezzo alla terra che non al cemento. Anche se poi tutti pensando (e sognano) all’eventuale semifinale con Djokovic, quella fatta saltare da Alcaraz a Madrid. A proposito del quale Nadal ribadisce tutta la sua stima:

Lasciamogli fare le sue scelte e il suo percorso. Non mi infastidiscono tutte le domande su di lui o i paragoni, ma li trovo abbastanza inutili.

Almeno fino a Parigi, meglio restare ancorati all’attualità.

(Credits: Getty Images)

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