REGGIANA-OLIMPIA MILANO PLAY-OFF GARA 3: “CHACHO” E DATOME HANNO FRETTA

Submitted by Anonymous on Thu, 05/19/2022 - 12:33
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Redazione
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Il primo match point sulla racchetta per chiudere la serie è di quelli da non fallire. Perché Milano lo sa che complicarsi la vita sarebbe un esercizio assai sconveniente e pericoloso: la Reggiana già nella finale del 2016 riuscì a risalire da 0-2 a 2-2 nella serie, stavolta però la sensazione è che per la squadra di Attilio Caja il momento dei saluti sia davvero prossimo a manifestarsi.

Perché l’Olimpia, quella che s’era pericolosamente smarrita negli ultimi 14’ di gara 1, è tornata ad essere ciò per cui è stata costruita a inizio stagione: una macchina da punti e di impareggiabile efficacia in difesa, complici anche le rotazioni pensate e orchestrate da Messina che hanno davvero tenuto tutti sulla corda.

E se gara 2 è stata un manifesto della superiorità di Milano (tecnica, tattica e di gioco), gara 3 potrebbe somigliarle tanto nella forma, quanto soprattutto nella sostanza. Perché l’idea di concedersi una settimana di lavoro in palestra suona alla stregua di una musica soave alle orecchie dei biancorossi, che potrebbero approfittarne anche per recuperare senza troppa fretta Nick Melli, reggiano doc e grande assente (suo malgrado) nella serie contro la squadra della sua città. Che pure non mancherà di seguire in borghese nella sfida in programma alla Unipol Arena di Bologna (ore 20,30, diretta Discovery+).

MESSINA E LE ROTAZIONI CHE FANNO LA DIFFERENZA

Sul parquet, come detto, poco spazio ai sentimenti. La Milano di gara 2 è quella che tutti gli addetti ai lavori credevano di poter legittimamente vedere a questo punto della stagione. Una squadra che gira attorno a Rodriguez, tornato a fare la voice grossa dopo qualche apparizione un po’ sottotono (14 punti e 5 assist in soli 17’), ma anche attorno a Gigi Datome, il cui recupero rappresenta una pietra capitale nella costruzione dell’assalto al titolo nazionale. I problemi mostrati nelle scorse settimane non si sono dissolti tutti in un amen: Daniels ad esempio pare un pesce fuor d’acqua, tanto che nelle gerarchie del coach Jerian Grant ne ha preso legittimamente in posto.

Ma la panchina lunga dell’Olimpia può fare tutta la differenza di questo mondo se anche un elemento come Alviti, buttato nella mischia nel quarto quarto, sia stato in grado di incidere profondamente nelle pieghe della partita. Insomma, Milano vuol chiudere i conti e per farlo è decisa a utilizzare le armi di cui dispone senza girarci troppo attorno: difesa asfissiante, ritmo in mano al “Chacho”, rotazioni a rotta di collo.

Dovesse poi tenere alte le percentuali al tiro (quasi il 65% da due nel secondo atto della serie), davvero si fa fatica a comprendere in che modo Reggio possa opporre resistenza. E Messina queste cose se l’è appuntate sul block notes e le ha bene impresse in testa.

REGGIANA STOICA, MA LA FATICA SI FA SENTIRE

Caja al termine di gara 2 ha semplicemente ricordato a tutti perché Milano andrà avanti nei play-off e perché ai suoi ragazzi non ci sia granché da imputare:

L’Olimpia è più forte, ha più uomini, è costruita per vincere e noi, più di un certo ritmo, non siamo in grado di tenerlo. Quando poi giochiamo a distanza di sole 48 ore le cose si fanno davvero troppo complicate. Cercheremo di fare il massimo nelle restanti partite, consapevoli che contro questo avversario di carte da giocare non ne abbiamo poi molte. Ma ci proveremo, com’è giusto che sia.

In effetti la Reggiana qualche problemino di formazione l’ha consegnato agli atti se è vero che anche nel terzo atto della serie dovrà rinunciare a Candi, Olisevicius e Diouf. Tattiche per fermare Milano e provare a restare aggrappati alla partita non è che ce ne siano molte: Cinciarini ha incassato anche i complimenti (sinceri) di Messina, che l’ha esaltato per la grande stagione disputata e anche per il modo col quale ha affrontato le prime due gare al Forum, senza mai perdersi d’animo al netto della disparità a livello tecnico tra i due roster.

È chiaro che l’Unahotels ha una sola cartuccia per sperare di non deragliare come avvenuto in gara 2: auspicare che le percentuali di Milano siano tendenti al ribasso. Questo sarebbe il primo passo, poi al resto dovrà badare la pressione difensiva degli emiliani e l’eventualità di vincere la battaglia a rimbalzo (in gara 2 l’ha spuntata l’Olimpia per 35-31), garantendosi secondi possessi di inestimabile valore.

Facile a dirsi, molto meno a farsi. Anche perché Thompson martedì sera è stato ben imbrigliato dalla difesa di Milano, e senza una bocca da fuoco in grado di sfondare almeno quota 20 punti diventa tutto più complicato. La Reggiana non vuol darsi per vinta prima del tempo, ma l’Olimpia ha tutto per chiudere la serie e mettersi poi a studiare la serie tra Brescia e Sassari, che per quanto visto nei primi due atti ha tutta l’aria di poter sconfinare fino a gara 5 (con relativo dispendio di energie).

(Credits: Getty Images)

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