CONFERENCE LEAGUE ROMA-FEYENOORD: DA TIRANA ALL'OLIMPICO, NOTTE MAGICA

Submitted by Anonymous on Wed, 05/25/2022 - 08:36
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Redazione
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Un’attesa lunga 31 anni, una voglia matta di far festa e urlare al mondo che la Roma è tornata, pronta a mettere le mani su un trofeo continentale che il calcio italiano attende da ben 12 stagioni. E potrebbe essere lo stesso artefice dell’ultimo trionfo europeo di una squadra italiana a interrompere il digiuno: Josè Mourinho è a un passo dal fare la storia, ripercorrendo in una certa misura le orme di quanto fatto nel 2010 con l’Inter.

Da Josè a Josè, insomma, o se preferite da Madrid a Tirana per una notte che si spera essere a tinte giallorosse, con la formazione della Capitale chiamata a sfidare il Feyenoord per conquistare la prima storica edizione della Conference League.

Che non è la classica “coppetta” di consolazione, come qualcuno un po’ subdolamente vuol far credere: vincere una competizione UEFA è sempre più difficile, poiché la concorrenza è aumentata a dismisura negli ultimi anni e il calcio italiano l’ha scoperto sulla propria pelle, se è vero che nel nuovo millennio i trofei messi in bacheca si contano sulle dita di una mano.

Tirana si tinge di giallorosso ma anche allo stadio Olimpico sono attese oltre cinquantamila persone per assistere, sui maxischermi, alla partita.

La Roma, insomma, ha un motivo in più per rimuovere lo zero alla voce titoli conquistati negli ultimi 14 anni: potrà farlo per rinverdire i fasti di un tempo e fissare una tappa storica nel proprio percorso, ma soprattutto per rimettere l’Italia al centro della cartina geografica calcistica del continente. E Mourinho, beh, Mourinho viaggia al solito per la storia.

MOURINHO È SEMPRE PIÙ L’UOMO DEI RECORD

Perché nessun allenatore ha conquistato 5 finali di coppe europee con 4 squadre differenti: con il Porto vinse un’Europa League (2002-03) e una Champions (2003-04), con l’Inter la Champions nell’anno del Triplete (2009-10) e poi ha aggiunto un’altra Europa League con il Manchester United nel 2016-17.

Quattro finali e quattro vittorie, una percentuale del 100% che il tecnico di Setubal conta di mantenere anche nella notte di Tirana, con la splendida Arena Kombetare (progettata da uno studio di architetti di Firenze) a fare da sfondo all’ennesimo capitolo della sua grande carriera di manager e allenatore.

Non sono scaramantico e anche se credevo che dopo tante finali potessi essere in grado di gestire la tensione, ammetto di essere bello teso e impaziente. La squadra però è stata brava a restare concentrata sulla partita e a non farsi travolgere dall’entusiasmo generato da questo approdo alla finale: a Torino ha saputo pensare solo alla partita e in questi giorni ha lavorato con la giusta attenzione. Il fatto di sapere che comunque vada il prossimo anno saremo in Europa League è importante e ci ha liberato di un peso. La mia esperienza servirà a poco: in campo andranno i giocatori e saranno loro gli artefici del proprio destino. Roma merita una grande gioia, è bello vedere tutto questo entusiasmo, ma servirà una grande prova per riportare la coppa in Italia. E ai record personali non do troppo peso: conterà solo il risultato.

MKHITARYAN È RECUPERATO, ABRAHAM È BELLO CARICO

La notizia della vigilia è il ritorno in gruppo di Mkhitaryan, che ha svolto la rifinitura con i compagni. Improbabile che Mourinho rinunci all’esperienza dell’armeno, che ha fatto capire di sentirsi bene e di voler essere della partita.

A fargli spazio sarà allora Zaniolo, in ballottaggio con Oliveira che dovrebbe invece comporre il tandem in mezzo al campo con Cristante (e Veretout in panchina). Nel 3-4-2-1 giallorosso occhi puntati su Tammy Abraham, 9 reti in 12 apparizioni stagionali in Conference League, pronto a sfondare in doppia cifra e regalare un trofeo che a Roma attendono da 61 anni, quando l’allora formazione guidata da Alfredo Foni conquistò la Coppa delle Fiere, antesignana della Coppa Uefa (oggi Europa League).

Nel 1990-91 i giallorossi disputarono invece l’ultima finale europea cedendo nell’ultimo atto di Coppa Uefa nel doppio confronto contro l’Inter (2-0 a San Siro per i nerazzurri, 1-0 all’Olimpico con gol di Rizzitelli, non sufficiente per ribaltare il risultato).

OCCHIO A DESSERS, IL BOMBER DI CASA FEYENOORD

Il Feyenoord si presenta all’atto conclusivo del torneo forte di una striscia di imbattibilità che ha segnato tutto il suo percorso nella competizione, con la sola eccezione del ko. nell’ultima gara dei preliminari contro l’Elfsborg (ko. 3-1 in trasferta dopo aver vinto però 5-0 all’andata).

In totale sulle 18 gare disputate gli olandesi ne hanno vinte 12, con 5 pareggi e una sola sconfitta. Cyril Dessers è il sorvegliato speciale: 10 reti in 12 presenze (un gol ogni 67’) e una sfida nella sfida con Abraham per accaparrarsi il titolo di miglior marcatore della competizione.

Arne Slot deve però risolvere un problema legato alle condizioni non eccelse di Bijlow: il portiere titolare potrebbe essere costretto a dare forfait, con Marciano pronto a sostituirlo. Per il resto le scelte sembrano belle che fatte: in difesa occhio all’argentino Senesi, leader conclamato del reparto, mentre Til potrebbe agire sulla trequarti o, come avvenuto contro il Marsiglia nella semifinale dello scorso 28 aprile, arretrare sulla mediana in un ipotetico 4-3-3.

ROMA-FEYENOORD, LE PROBABILI FORMAZIONI

ROMA (3-4-2-1): Rui Patricio; Mancini, Smalling, Ibanez; Karsdorp, Oliveira, Cristante, Zalewski; Pellegrini, Mkhitaryan; Abraham. All.: Mourinho.

FEYENOORD (4-2-3-1): Marciano; Geertruida, Trauner, Senesi, Malacia; Kokcu, Aursnes; Nelson, Til, Sinisterra; Dessers. All.: Slot.

ARBITRO: Kovacs (Romania).

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