ROLAND GARROS NADAL E DJOKOVIC SI DANNO APPUNTAMENTO AI QUARTI DI FINALE

Submitted by Anonymous on Sun, 05/29/2022 - 10:26
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Redazione
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La promessa l’ha fatta lo zio Toni giusto qualche ora prima di mettere piede sul Chatrier. “Tranquillo Rafa, non svelerò i tuoi segreti sul rosso al giovane Felix”. Anche se il rischio ci sarebbe stato eccome, dal momento che Toni da un paio d’anni ormai è nel coaching staff di Auger-Aliassime, e per lui dargli qualche consiglio su come mettere in difficoltà Rafa sulla terra sarebbe risultato tutto sommato abbastanza semplice e scontato. Nulla di tutto questo, almeno a parole: se il canadese vorrà garantirsi la chance di accedere ai quarti del Roland Garros, beh, dovrà sudare le sue proverbiali sette camicie. Anche perché quando c’è un campo di terra rossa e dall’altra parte della rete c’è un ragazzo nato a Manacor quasi 36 anni fa (il compleanno se lo potrebbe fare giusto giusto in semifinale, cadendo venerdì 3 giugno) le premesse non sono mai le più rosee. Anche quando Nadal ha fatto capire in qualche modo di non poter essere al top della forma, benché le prime tre recite sui campi di Francia hanno mostrato al mondo una versione che non sembrerebbe essere poi così tanto distante da quella attesa. Magari a contribuire a rendere più vulnerabile il maiorchino potrebbero aver contribuito i festeggiamenti per la 14esima Champions del suo Real, arrivata proprio nella notte di Parigi e celebrata come si deve da Rafa, presente sugli spalti e ben felice di tirare un po’ più tardi pur di godersi il momento.

NADAL E LA PRIMA VOLTA “CONTRO” LO ZIO TONI

Andare a ricercare l’unico precedente tra i due non è poi così tanto indicativo: nel 2019 sulla terra di Madrid arrivò un comodo successo in due set di Nadal, ma all’epoca Auger-Aliassime era ancora un tennista in erba. Oggi arriva alla sfida con maggiore consapevolezza dei suoi mezzi e tanta, tanta esperienza in più: la collaborazione con Toni Nadal certamente l’ha aiutato a crescere su una superficie dove a inizio carriera faceva tanta più fatica, ma dove adesso sembra sentirsi molto più a suo agio. I numeri del 2022 lo testimoniano: delle 17 gare giocate sul rosso, 11 le ha portate a casa, alzando la percentuale di vittorie a poco meno del 68%. Forse l’unica vera stecca è arrivata a Montecarlo, ma opposto a un Musetti in stato quasi di grazia (altrimenti i k.o. sono arrivati con Zverev, Djokovic, Schwartzman, oltre a talenti come Molcan e Korda che sulla terra di exploit ne sanno qualcosa). A Madrid ha battuto Sinner, e in generale s’è sempre mostrato abbastanza solido. E così è stato anche a Parigi, dove il successo in tre set su Krajinovic ne ha legittimato le aspirazioni. Chiaro che con Rafa l’asticella si alzerà prepotentemente: lo spagnolo è avanzato nei primi tre turni senza concedere un set agli avversari, pur cedendo 5 volte la battuta (sulle 9 palle break concesse). Ma la differenza Rafa l’ha fatta soprattutto quando è andato a servire, tanto che l’81% di punti realizzati con la prima contro Van de Zandschulp è sembrato un dato che rischia di mandare in tilt qualsiasi avversario, se dovesse essere mantenuto anche nei turni a venire. La sfida contro lo zio, la prima assoluta da quando il tandem ha deciso di interrompere la collaborazione, è un elemento di maggiore richiamo nell’ambito di una sfida che pare abbastanza segnata, con Rafa che mette già nel mirino l’eventuale quarto di finale contro Djokovic. La sfida che tutti sognano, quella che solo Auger-Aliassime (o eventuali e temute ricadute al piede) potrebbero far saltare.

SCHWARTZMAN CONTRO NOLE NON L’HA MAI SPUNTATA

Vero è che Nole dal canto suo dovrà comunque sudarsi il passaggio del turno contro uno specialista del rosso come Diego Schwartzman. L’argentino non è mai un cliente comodo sulla terra, dove vanta una percentuale di vittorie del 68% (quella generale è di poco superiore al 60%). E seppur le cose migliori le abbia fatte vedere nella stagione sudamericana, quella cioè di febbraio (finalista sia a Buenos Aires che a Rio), rimane un ostacolo sempre ostico per qualunque rivale. Nole ha decisamente cambiato marcia da un paio di settimane: Roma gli ha dato la spinta per rimettere in ordine le idee e Parigi ha confermato sostanzialmente tutti gli indizi emersi già durante la settimana nella capitale italiana. Come fatto da Nadal, anche il serbo ha vinto tutti i tre match per 3-0, ma facendo meglio se paragonato al numero di game lasciati agli avversari sul proprio servizio, che si sono fermati a due (su 9 palle break concesse). Dimostrazione di superiorità indiscussa, neppure scalfita troppo dal tiebreak a cui l’ha costretto Alex Molcan nel terzo set della seconda partita. Nole è tornato quello di un tempo, o quantomeno è sulla strada per arrivare in fretta a quel livello. L’unico rischio contro Schwartzman potrebbe essere quello di pensare già alla sfida che verrà, cioè al probabile quarto con Nadal che per quanto visto nella prima settimana e quanto raccontato dal passato somiglia tanto a una resa dei conti, anche sulla via del record degli slam da mettere in bacheca (Rafa in Australia è scattato dai blocchi e per ora la spunta 21-20). Al netto di un’attitudine sul rosso indiscutibile, l’argentino contro Nole ha sempre pagato dazio nei 6 precedenti disputati, di cui quattro sulla terra, uno anche al Roland Garros (era il 2017: vittoria al quinto dopo che Diego era avanti 2-1). Quello più rilevante rimanda alla finale di Roma 2020, l’edizione disputata in autunno, con vittorie del serbo in due set. Insomma, tutto lascia pensare che alla fine ai quarti avanzeranno quelli che devono avanzare. Provare per credere.

(Credit: Getty Images)

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