ROLAND GARROS ALCARAZ-ZVEREV: ALTRO ESAME DI MATURITÀ PER LO SPAGNOLO

Submitted by Anonymous on Tue, 05/31/2022 - 09:24
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Redazione
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Prove tecniche di nuova e prossima colonizzazione. Perché l’impero di Carlos Alcaraz non è poi così lungi dall’arrivare: Parigi potrebbe rappresentare la prossima conquista, come se già le vittorie ottenute a Rio de Janeiro, Miami, Barcellona e Madrid non fossero abbastanza per far vedere al mondo la bontà di un talento senza eguali, almeno tra i coetanei.

Ma mettere le mani sulla coppa dei quattro moschettieri potrebbe rivelarsi alla stregua di una dittatura sul mondo della racchetta, anche se per farlo dovrà comunque passare sopra due rivali che lo precedono in classifica, e che al netto di tutto hanno molta più esperienza da vendere e qualche buon chilometro nelle gambe.

Sascha Zverev ad esempio è la classica mina vagante che in un modo o nell’altro problemi li crea sempre: difficile connotarlo o inquadrarlo fedelmente, perché se è in giornata è un mastino per chiunque, altrimenti magari qualcosa te la concede. Come avvenuto a Madrid poco più di tre settimane fa, spazzato via senza appello in finale con soli 4 giochi conquistati e in poco più di un’ora di partita. Terra rossa allora, terra rossa oggi: il proscenio è tutto per il murciano, che sente di avere oggi più che mai il vento dalla sua parte.

UNO SPAVENTO A TESTA, POI TUTTO È FILATO LISCIO

Lo spavento (e pure grosso) patito contro Ramos-Vinolas ha permesso ad Alcaraz di crescere in fretta, e di non lasciare indietro alcun dettaglio. La sua corsa nel primo vero slam nel quale si presenta con i gradi del papabile numero uno per la vittoria finale rischiava di interrompersi a metà della prima settimana, ma una volta fiutato il pericolo l’allievo di Juan Carlos Ferrero ha cambiato marcia, relegando in un angolo i malcapitati Korda (l’unico in grado di batterlo sul rosso in questa stagione) e Khachanov e presentandosi così alla sfida col tedesco come logico favorito.

Anche Zverev è passato per le forche caudine di un primo turno rischiatutto, con l’argentino Baez piegato solamente al quinto set dopo essersi visto costretto a rimontare da 0-2. Dal terzo set del primo incontro, però, Sascha ha davvero cambiato registro: ne ha vinti 9 di fila contro Nakashima e Zapata-Miralles, benché in tre di questi parziali c’è voluto il tiebreak per avere ragione dell’avversario di turno.

Alla fine però il numero tre del mondo è dove voleva essere: il sorteggio gli ha dato in pasto la parte di tabellone più ostica, ma dovesse superare i due scogli che gli si frappongono dinanzi (dopo Alcaraz eventualmente uno tra Nadal e Djokovic) potrebbe legittimamente ambire a mettere le mani sul primo titolo di uno slam in carriera. A conti fatti, però, ai suoi occhi si pone una vera e propria montagna.

LE POLEMICHE SULL’ORARIO DELLA PARTITA

La vigilia della sfida, in scena sul Chatrier nella sessione pomeridiana (ore 15), è stata piuttosto carica di battute al vetriolo, Zverev ha attaccato l’organizzazione del Roland Garros perché a suo dire le sta provando tutte per favorire Alcaraz, il volto nuovo del circuito, che sin qui ha disputato due delle 4 gare del torneo nella sessione serale, evitando dunque il caldo delle ore pomeridiane.

Sebbene in Francia in questi giorni non faccia per nulla caldo, a detta del tedesco giocare di sera fa risparmiare energie. Lo spagnolo non ha risposto direttamente all’insinuazione, ma ha comunque detto di augurarsi di non giocare una terza volta di sera, poiché comunque di tempo per recuperare poi ce ne sarebbe meno, considerando la cena e le sedute di fisioterapia post match.

Alla fine Carlos tornerà in campo a meno di 40 ore di distanza dalla vittoria sfida con Khachanov, dove invero ha risolto la pratica piuttosto in fretta al punto da non potersi concedere l’alibi della stanchezza qualora le cose dovessero prendere una brutta piega. Contro Zverev il murciano ha perso due volte nel 2021, vale a dire ad Acapulco e a Vienna, due sfide però giocate entrambe sul cemento, prima di imporsi nella finale del Mutua Madrid Open.

Nella sua testa il piano è bello spiegato: sogna una semifinale contro uno tra Djokovic e Nadal, che ha battuto entrambi nel giro di poco più di 24 ore appena tre settimane fa proprio nel torneo disputato nella capitale spagnola. Ma contro Zverev sa perfettamente che non sarà una passeggiata, anche perché sulla distanza dei cinque set il rischio è di dover fare e disfare continuamente il piano partita.

Mi piace affrontare avversari così forti, specie sulla lunga distanza. Sascha è un giocatore versatile e di grande fisicità, uno che non molla mai, ma queste sono le partite nelle quali mi esalto maggiormente e spero di poter disputare un grande match. Ho il massimo rispetto del mio rivale, ma so anche quello che debbo fare per spingermi di nuovo avanti.

In quella semifinale che, qualunque sia l’avversario, somiglia già a un manifesto del tennis del presente e del futuro. Visto quanto accaduto però nella parte bassa del tabellone, con Tsitsipas (numero 4) e Medvedev (numero 2) caduti a distanza di poche ore, meglio prendere il tutto con le dovute cautele. Insomma, Alcaraz favorito, ma la semifinale dovrà sudarsela, eccome.

(Credits: Getty Images)

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