MILAN CHI È GERRY CARDINALE, NUOVO PROPRIETARIO DEL CLUB

Submitted by Anonymous on Thu, 06/02/2022 - 12:17
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Redazione
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Il Milan di Gerry Cardinale è appena nato e tutto il mondo rossonero si chiede chi sia quest’uomo che domenica 22 maggio si è mimetizzato con una polo tra la folla festante dopo lo scudetto scattandosi una foto con il pollice in su, e dopo soli nove giorni era accanto a Paolo Maldini in giacca e camicia a Casa Milan, rendendo ufficiale l’acquisizione della maggioranza del club da parte di RedBird Capital Partners, il fondo di investimento di cui è proprietario e fondatore. In parte l’abbiamo appena spiegato, ma meglio approfondire un po’.

MILAN GERRY CARDINALE ITALO-AMERICANO CHE PARLA SOLO INGLESE E ODIA PERDERE

Le prime parole di Gerry Cardinale pronunciate a Casa Milan danno più o meno l’idea del personaggio. Scegliamo due dichiarazioni in particolare. La prima: “Mi scuso con voi perché non parlo italiano ed è una vergogna sento personalmente”. Cardinale ha spiegato anche perché non lo parla e perché ne prova vergogna: il cognome riflette chiaramente le origini (sue e del padre) e anche i genitori della la madre (D’Annunzio o Da Nunzio, ma non fa differenza) arrivarono dal Belpaese all’inizio del Novecento e per integrarsi scelsero di usare solo l’inglese. Cardinale, allora, si porta dentro il dna di uomini e donne che hanno attraversato l’oceano in cerca di fortuna e, considerando dov’è arrivato il loro erede, l’hanno abbondantemente trovata, con i sacrifici, lo studio e il lavoro. La seconda dichiarazione che colpisce è più semplice, forse anche banale: “Odio perdere”. È una caratteristica che hanno in tanti, a dire il vero, solo che Cardinale l’ha messa in pratica, perché un uomo con un patrimonio personale da un miliardo di dollari, non ereditato da nessuno, ma costruito mattone dopo mattone, di sicuro deve essere un vincente.

MILAN GERRY CARDINALE DA GOLDMAN SACHS AL SUO IMPERO

Della vita privata di Gerry Cardinale non si conosce molto e tutto sommato interessa relativamente: sappiamo che il nome completo è Joseph Gerald, che è cresciuto a Philadelphia, che ha oltre 50 anni (ma la data di nascita non è nota, si oscilla dai 53 ai 55), che ha una passione per il canottaggio, e che la moglie attuale, la seconda, si chiama Holly. Conta di più, probabilmente, ciò che ha fatto: laurearsi ad Harvard con lode, vincere una borsa di studio a Oxford (la prestigiosa Rhodes Scholarship), prendere un master in filosofia, politica ed economia, lavorare alla Goldman Sachs, nota per essere tra le più grandi banche d’affari al mondo. Ecco, è qui che costruisce una carriera di altissimo livello, restando vent’anni nel private equity, prima di fondare nel 2014 la RedBird Capital partners. Se prima si occupava soprattutto di strategie di investimento immobiliare e infrastrutturale, pian piano, già da manager e socio di Goldman Sachs, si è specializzato nel settore dello sport, con interconnessioni con i media. Il Milan è solo l’attuale punto d’arrivo, perché RedBird possiede l’85% del Tolosa neopromosso in Ligue 1 (a proposito di vincenti…), il 10% del Liverpool e altre quote di Boston Red Socks (baseball), Pittsburg Penguins (hockey su ghiaccio), e la totalità di Dream Sport, piattaforma indiana specializzata nel cricket.

MILAN GERRY CARDINALE TRA HULK, CINEMA E TV

Davanti alla sede di RedBird a New York c’è una statua di Hulk, perché secondo Cardinale il modo migliore per evitare cadute è rimanere magri e famelici. Anche questo, in qualche modo, spiega chi è Gerry, uno che non si accontenta mai. Quindi, se Elliott ha raggiunto i suoi obiettivi di dare stabilità finanziaria al club e riportarlo ad alti livelli sul piano sportivo, lui ne fisserà altri, sempre più alti: lo stadio, innanzitutto, e poi, a quanto pare, la trasformazione del Milan in media company, cioè un’azienda che crei e pubblichi contenuti. In questo senso il fatto che RedBird abbia investito anche in società di produzione cinematografiche e agenzie di sport, musica e marketing, è esemplificativo. Sarà forse tutto più chiaro quando l’avrà fatto, anche se poi, ai tifosi, interessa una sola cosa: vincere, che fa rima con “odio perdere”.

(Credit: AC Milan - Twitter)

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