NATIONS LEAGUE SPAGNA-PORTOGALLO: DERBY IBERICO PER COMINCIARE ALLA GRANDE

Submitted by Anonymous on Thu, 06/02/2022 - 14:30
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Redazione
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Tutti vorrebbero pensare solo alle vacanze, e godersi un po’ di meritato riposo dopo una stagione che definire estenuante è fin troppo banale e scontato. E invece no, al gran balle del mercato dei diritti tv c’è posto per tutti, anzi, c’è l’obbligo di presentarsi dato a tutte le nazionali del continente, incluse Spagna e Portogallo che hanno in mente già che quel accadrà tra 5 mesi in Qatar, quando proveranno ad andare a caccia di un titolo mondiale che sentono di poter far loro, al netto di una qualità e di una proposta generale di calcio che non ammette repliche.

La Nations League però in questo caldo mese di giugno è un impiccio bello e buono: le soliti frasi di circostanza dette dagli allenatori lasciano il tempo che trovano, perché di 4 gare da disputare in una settimana e mezzo tutti (ma proprio tutti) avrebbero fatto volentieri a meno. Ma la formula del torneo, oltre a costringere a sfide ravvicinate ogni 72 ore, mette ulteriori paletti, costringendo di fatto squadre di rango elevato a scontrarsi proprio in nome delle ragioni della santa televisione.

Coisì al “Benito Villamarin” di Siviglia, la casa del Betis, la Roja proverà a ripartire subito di slancio dopo aver ceduto il passo alla Francia nella finalissima dell’ultima edizione del torneo ospitando un Portogallo che è uscito galvanizzato dal play-off per accedere al mondiale, superato agevolmente in virtù delle vittorie casalinghe ottenuto contro Turchia e Macedonia del Nord (quest’ultima “sostituta” dell’Italia nella finale che tutti si sarebbero immaginati).

LUI ENRIQUE E IL CASTING VERSO QATAR 2022

Fosse stato per Luis Enrique, questa sfida come le successive tre in programma nei giorni a venire non si sarebbe mai dovuta disputare.

La formula della Nations League di per sé rappresenta una buona idea, ma questo calendario così ingolfato di partite a giugno onestamente mi lascia perplesso. Chiaro che i pensieri di ogni calciatore vanno già al mondiale, e allora mi domando se qualcuno ha davvero tenuto a mente quelle che possono essere le problematiche di tipo fisico cui va incontro ogni singolo calciatore. Detto questo, teniamo alla competizione e giocheremo per vincere, com’è giusto che sia. Conosciamo bene il Portogallo, lo rispettiamo ma al contempo sappiamo di poter dire la nostra. E anche se la condizione non può essere al massimo, di sicuro mi aspetto una Spagna battagliera e desiderosa di fare risultato.

Una Spagna che ritrova anche Ansu Fati, che nel Barça ha dovuto fare i conti con diversi problemi fisici, ma che per Luis Enrique è abile e arruolabile in quanto

non bisogna inventare patologie che non ha. Sta bene e se vorrò farlo giocare sarà della partita.

In realtà il talento dei catalani vedrà il campo nella migliore delle ipotesi a gara inoltrata. Non ci sarà Thiago Alcantara, frenato da un problema muscolare, mentre torna tra i convocati Asensio, che nel Real ha trovato poco spazio negli ultimi mesi. Probabile 4-3-3 con Dani Olmo e Ferra Torres ai lati di Morata (che è a 4 reti dal record di marcature nella Rojam che appartiene a Raul), più Soler pronto a completare la batteria di centrocampo composta da Busquets (che il tecnico ha ribadito essere il vero leader del gruppo) e Gavi, con Rodri inizialmente in panca.

SANTOS TEME I TROPPI IMPEGNI RAVVICINATI

Anche Fernando Santos ha fatto capire di non aver apprezzato affatto il calendario così concentrato del torneo.

Non mi è mai capitato di giocare così tante gare in un tempo così ristretto. Vuol dire che non c’è spazio per allenarsi: si può pensare di mettere una seduta di un’ora o poco più in mezzo a due partite, perché all’infuori di ciò nulla ci è consentito. Come arriviamo alla sfida? Con qualche acciacco, ma anche con la voglia di partire bene in un torneo che sappiamo quanto possa valere, perché l’emozione di averlo vinto nel 2019 è stata grande ed eravamo assai dispiaciuti dopo l’eliminazione della passata edizione. Contro la Spagna non è mai una gara come le altre, ma l’affronteremo con la giusta attenzione, consapevoli che dovremo arginare il loro possesso palla, la loro capacità nel recuperare il pallone stando alti e l’abilità nel ricercare la profondità. Noi abbiamo una precisa identità a livello tattico e dovremo cercare di imporla sopra tutto. Si vince di squadra, non con le giocate dei singoli. Anche se avere Ronaldo è sempre un vantaggio, perché lui è il migliore.

Ronaldo chiaramente guiderà il reparto avanzato dove non dovrebbero trovare posto dall’inizio né Diogo Jota (appena arrivato dopo le fatiche di Champions) e né Rafael Leao, che ha subito un colpo in allenamento. Vitinha è fuori per Covid, Pepe è arrivato solo da 48 ore ma dovrebbe andare in campo.

I lusitani non battono la Spagna dal 2004, quando s’imposero con un gol di Nuno Gomes durante la prima fase dell’Europeo disputato in casa. Ma non l’hanno mai battuta in trasferta, con Santos che ha impattato in tutti e tre i precedenti durante la sua gestione (3-3 ai mondiale 2018, due 0-0 in amichevole nell’ultimo biennio).

SPAGNA-PORTOGALLO, LE PROBABILI FORMAZIONI

SPAGNA (4-3-3): Unai Simon; Azpilicueta, Eric Garcia, Inigo Martinez, Jordi Alba; Soler, Busquets, Gavi; Ferran Torres, Morata, Dani Olmo. All.: Luis Enrique.

PORTOGALLO (4-3-3): Diogo Costa; Cancelo, Danilo, Pepe, Nuno Mendes; Bernardo Silva, Joao Moutinho, Bruno Fernandes; Otavio, Ronaldo, Horta. All.: Santos.

ARBITRO: Oliver (Inghilterra).

(Credits: Getty Images)

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