VIRTUS BOLOGNA-OLIMPIA MILANO GARA 2: ALTRA BATTAGLIA IN ARRIVO

Submitted by Anonymous on Fri, 06/10/2022 - 12:22
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Redazione
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Ci fosse stato un potenziometro sul campo, di quelli in grado di calcolare all’istante la quantità di energia rilasciata da un corpo, probabilmente sarebbe andato in tilt dopo la prima rilevazione di serata. Perché i picchi toccati in gara 1 a memoria non si ricordano nel pur combattuto e mai banale campionato italiano, che con la serie finale tra Virtus e Olimpia ha davvero rimesso un piede nell’elite continentale.

Non a caso sono piovuti complimenti e attestati di ammirazione anche dall’estero dopo il primo atto di quelle che potrebbero tranquillamente rivelarsi le Finals con vista sul futuro, un futuro nel quale sia Bologna che Milano vogliono tornare protagonisti non solo in Italia, ma anche e soprattutto in Europa. Per come hanno approcciato gara 1 verrebbe da chiedersi cosa potrà riservare la seconda partita, dove forse l’unica variabile potrebbe essere rappresentata dalla stanchezza, considerate le tantissime energie spese da una parte e dall’altra nei primi 48’ di autentica battaglia sportiva.

Reggere quei ritmi, peraltro in coda a una stagione di per sé tanto dispendiosa, è un’incognita mica da poco. Ma di certo nessuno vorrà lesinare alcuno sforzo prima di alzare bandiera bianca.

UN’INTENSITÀ SPAVENTOSA PER UNA SERIE DI LIVELLO SUPERIORE

Milano è partita col piede giusto, sorprendendo le Vu nere in un primo atto che s’è deciso di fatto nel terzo quarto, quando cioè Shavon Shields ha preso per mano la squadra infilando canestri a ripetizione nel bel mezzo di una partita nella quale le percentuali al tiro da ambedue le parti si sono rivelate basse come non mai. Il break guidato da Shields ha permesso all’Olimpia di scappare sul +13 e rendere improbo il compito ai padroni di casa, che seppur rientrati a un solo possesso pieno di distanza a una manciata di minuti dal termine non hanno poi avuto la forza per completare la rimonta.

Merito anche dall’asfissiante pressione esercitata dalla difesa ospite, capace di imbrigliare nelle battute decisive un Belinelli decisamente messo fuori dalla partita (3/10 dal campo e appena 7 punti in 24’, senza nemmeno un giro in lunetta). Milano ha fatto alla perfezione quello che doveva fare alla perfezione per togliere certezze a una Virtus che entrava nella serie da logica favorita, ma che adesso è praticamente già spalle al muro, complice una prova d’esordio decisamente negativa e deludente. Anche se Scariolo a fine partita ha espresso un concetto abbastanza condivisibile:

Gara 1 non è stata vinta dalla squadra migliore, ma da quella che ha fatto meno peggio.

Ergo, Bologna è chiamata subito a rialzarsi per non vedersi costretta poi ad andare al Forum sotto per 2-0 e rischiare di deragliare dalla serie. Ma Milano adesso sente l’odore della preda.

SCARIOLO SI TIENE SAMPSON, MA OCCHIO AI RIMBALZI

Le basse percentuali della prima partita delle Finals (entrambe hanno chiuso intorno al 35% dal campo: Milano addirittura 3/23 da tre, compensato però dal 22/48 in area) non debbono trarre in inganno: le difese hanno dominato su entrambi i lati del campo, col punteggio tenuto bassissimo fino all’intervallo lungo (32 pari) e in generale una pressione sui tiratori come da tempo non si ricordava.

L’impatto fisico è stato debordante e forse la vera sorpresa di gara 1 è stata la priva sottotono di Jaiteh, il centro della Virtus che nelle due gare di regular season aveva spadroneggiato nel pitturato (18 punti a partita) ma che stavolta s’è visto decisamente limitato dai raddoppi di Milano, tanto da chiudere con 3 miseri punti a referto e costringendo Scariolo a dare più spazio e minuti a Sampson.

E quest’ultimo dovrebbe essere confermato anche in gara 2, preferito ad Hervey che pure avrebbe le qualità per aprire di più il campo, obbligando i difensori a seguirlo anche fuori dall’area, cosa che nelle intenzioni dovrebbe consentire alla Virtus di uscire dalla pressione che hanno subito in area per lunghi tratti. Ma rinunciare al Sampson di gara 1 (9 punti e 5 rimbalzi in 18’) è comunque un rischio, e difficilmente Scariolo metterà mano alla composizione dei 12 in lista.

Anche Alibegovic s’è guadagnato il posto, e allora l’unica cosa da fare sarà aggiustare le percentuali e mettere Belinelli, Weems e Teodosic nelle condizioni di poter far male senza vedersi costretti a forzare le conclusioni. Molto però dipenderà anche dall’impatto di Jaiteh: senza i suoi rimbalzi offensivi, particolare nel quale Milano ha gozzovigliato in gara 1 (50-41 il computo totale con 10 di un super Hines e 7 di Melli, ma sono 16-11 quelli presi in attacco), per la Virtus gara 2 rischia di rivelarsi altrettanto dura e complicata.

BENTIL TIENE MESSINA SULLE SPINE

Affermare che l’Olimpia sia una sorpresa è oggettivamente troppo. Ma di sicuro la prova fornita all’esordio nella serie ha messo a tacere più di un bastian contrario, convinto che la Virtus avrebbe avuto vita facile. Messina è stato lapidario: bene il risultato, benissimo l’atteggiamento, ma guai a pensare che possa bastare giocare in questo modo per arrivare a vincerne altre tre.

La solidità mostrata da Milano è stata la chiave di volta per costringere Bologna a giocare una partita che non avrebbe voluto giocare. Ora però bisogna fare i conti con la fatica: la Virtus ha un roster più profondo e in una serie dove si gioca ogni 48 ore è un fattore di cui tenere conto. Messina si ritrova con Bentil acciaccato (si scalda Tarczewski?), uscito nel finale per un problema al ginocchio, mentre Scariolo ha fugato i dubbi sulle condizioni di Teodosic (scavgliata a inizio partita) e Shengelia (contusione a un braccio), entrambi recuperati. Sarà ancora più battaglia, questo è poco ma sicuro: palla a due alle 21, con diretta su RaiSport HD ed Europsort 2.

(Credits: Getty Images)

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