40 ANNI DI SPAGNA '82: ITALIA-PERÙ 1-1 LA PERLA DI CONTI E STOP

Submitted by Anonymous on Sat, 06/18/2022 - 14:49
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Redazione
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A sentire chi di calcio ci capisce, Italia-Perù del Mondiale 1982 avrebbe dovuto essere una gara tutta in discesa per gli Azzurri di Bearzot. Perché quanto detto dalle prime due gare del girone galiziano andava in fondo nella direzione sperata: contro la Polonia all’Italia era mancato solo il gol, mentre i sudamericani avevano mostrato qualche limite caratteriale e tecnico al cospetto di un Camerun sempre più certezza e sempre meno rivelazione. La vulgata era concorde: una vittoria (comoda) sui peruviani avrebbe messo al sicuro il discorso qualificazione e sarebbe servita anche nelle intenzioni a evitare incroci più probanti nel secondo turno. Tanto per non scontentare nessuno, anche il commissario tecnico pareva sostanzialmente di quell’avviso: nessun cambio di formazione rispetto all’esordio, con il discusso Rossi confermato al fianco di Graziani in attacco e Marini preferito ancora a Oriali davanti alla difesa. Ma dopotutto contro la Polonia la formula aveva funzionato e solo la sfortuna aveva impedito all’Italia di far sua l’intera posta. E allora tanto valeva ripartire da lì, aspettando solo il momento buono per sbloccarsi.

ITALIA-PERÙ 1982 IL SOLITO PRIMO TEMPO PERFETTO NON BASTA

A Vigo il caldo la faceva da padrone in quelle torride giornate di metà giugno. Ma la fatica nessuno la sentiva, almeno non quanto qualcuno si sarebbe potuto immaginare. Gli italiani però in qualche modo abusarono di quella sensazione di controllo, tanto che come accaduto nella gara d’esordio le cose migliori le mostrarono nei primi 45’, nei quali trovarono anche il primo gol nella rassegna iberica. Una rete tanto bella, quando ben congeniata: apertura di Conti sulla sinistra per Cabrini, bravo ad alzarsi per una decina di metri e a scaricare in mezzo per Antognoni, il quale, visto l’inserimento dello stesso Conti al centro, decide di affidargli la palla al limite, col romanista funambolico nel mandare fuori tempo un difensore peruviano con un meraviglioso tocco di tacco col sinistro prima di far partire un fendente di destro destinato a finire alle spalle di Quiroga. Il Mondiale era appena cominciato, ma già quello sarebbe diventato uno dei suoi gol simbolo. Conti s’inginocchiò a terra, quasi incredulo di fronte a cotanta bellezza che aveva sprigionato. L’Italia in quel momento era dove voleva essere: padrona del proprio destino, avanti nel punteggio e galvanizzata da una partenza che definire sprint è poco. E quella sensazione di superiorità rimarrà fino all’intervallo, col solo cruccio di una punizione di Antognoni sfilata a lato di un niente e di una clamorosa opportunità sciupata da Scirea, che a tu per tu con Quiroga spara alto sopra la traversa cercando la forza, anziché la precisione.

ITALIA-PERÙ 1982 LA REAZIONE SUDAMERICANA E IL MERITATO PARI

Nulla al riposo lascia presagire una ripresa in ambasce, che pure è ciò che puntualmente si verifica. Bearzot lascia negli spogliatoi un Paolo Rossi decisamente troppo spento per poter essere rimandato in campo, intuendo che tanti sforzi ravvicinati dopo il lungo stop potrebbero rivelarsi più dannosi che benefici. Ma al suo posto inserisce il “Barone” Franco Causio, preferendo abbottonarsi un po’ nel tentativo (troppo anticipato?) di gestire il vantaggio. Al Però tutto questo non dispiace: il commissario tecnico Tim aspetta prima di mettere mano alla panchina, ma quando inserisce La Rosa per Uribe e Leguia al posto di Barbadillo (volto noto al pubblico italiano) cambia volto alla sua squadra. E l’Italia, come avvenuto con la Polonia, di colpo si smarrisce, senza più riuscire nemmeno a portare pericoli nella metà campo avversaria. Comincia una partita di sofferenza, sottolineata anche dal commento di Nando Martellini che arriva a dire che “i minuti sembrano non voler passare mai”. L’Italia rischia a più riprese di subire il pari, con La Rosa che si divora un gol a porta vuota, Zoff sollecitato due volte su calcio piazzato e un clamoroso rigore non fischiato per fallo (netto) di Gentile ai danni di Queto. Alla fine la dea bendata si ricorda dei peruviani e li rifocilla grazie alla deviazione di Collovati sulla punizione calciata da Diaz e destinata a finire fuori dallo specchio. Zoff non può nulla, ma quel pallone che rotola in rete ha l’effetto di uno shock su una nazionale che di colpo ripiomba nelle incertezze che avevano contraddistinto la marcia d’avvicinamento al mundial ’82. L’1-1 finale non fa una piega e tutto sommato rispecchia fedelmente l’andamento del match, con un tempo a testa a legittimare la spartizione della posta. A dare una mano agli Azzurri, 24 ore più tardi, contribuirà il terzo 0-0 su quattro gare disputate nel girone A, quello che vede il Camerun fermare anche la Polonia dopo aver fatto lo stesso all’esordio col Perù. Bearzot però aveva capito che la situazione sarebbe stata ingarbugliata: il calo netto del secondo tempo lo preoccupava e il fatto che la scelta di togliere Rossi per inserire Causio e cercare di tenere di più la palla si era rivelata assai poco efficace lo convinceva ancor più a pensare che col Camerun ci sarebbe stato da soffrire. Se dopo la gara con la Polonia l’umore era tendente al meglio, l’1-1 col Perù contribuì a rimettere tutti i giudizi buoni in discussione e ad alimentare i bastian contrari.

(Credit: Getty Images)

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